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A Conte diciamo, più investimenti (possibilmente sostenibili). Parla Giovannini

No, l’Italia non è sulla strada giusta. Almeno se si parla di investimenti. A margine dei lavori per la presentazione del rapporto Asvis sulla sostenibilità, Formiche.net ha raccolto il pensiero di Enrico Giovannini, economista, portavoce dell’Asvis ed ex ministro del Lavoro nel governo Letta. Giovannini non si è sottratto a chi gli sottoponeva alcune riflessioni sul Def appena approvato e in corso di presentazione al Parlamento e sulla manovra.

Perché al termine del convegno alla Camera (qui l’articolo in pagina con tutti i dettagli) i conti non tornavano. Il tema centrale era lo sviluppo, gli investimenti. Eppure come noto, il governo gialloverde sembra essere di tutt’altro avviso: più assistenzialismo, a discapito degli investimenti.

“L’Italia in questo momento non è sul sentiero degli investimenti né tanto meno su quella della sostenibilità. C’è bisogno di recuperare il tempo perduto e la competitività in una visione di medio termine, noi in questo senso abbiamo fatto numerose proposte. Con un unico obiettivo: mettere lo sviluppo sostenibile al centro di tutto”.

Giovannini si è poi spinto sul terreno del Def, di cui il governo in queste ore sta ultimando i dettegli insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Va detto che i numeri ufficiali del Documento di economia e finanza non sono ancora noti. Ma questo non toglie che ogni euro di spesa debba essere orientato a obiettivi di sviluppo. Abbiamo un gran bisogno di politiche coerenti in questo senso e finora non le abbiamo viste. Noi da tempo abbiamo chiesto al premier di attuare la direttiva in essere per gli investimenti in sviluppo sostenibile, ma senza avere riscontro”.

Una sintonia tra Giovannini e Tria si è riscontrata, almeno a giudicare dalle parole del ministro, ospite del convegno Asvis, che ha difeso l’attuale ossatura della manovra, in ottica investimenti. “La caratteristica della legge di bilancio è l’aumento forte dei fondi allocati per investimenti e l’impegno soprattutto ad attuarli”, ha spiegato Tria. In questi 3 mesi sono andato nelle grandi aziende partecipate e nei ministeri e ho trovato ovunque fondi fermi perché non ci sono progetti. L’impegno a cui sto lavorando è costruire centri capaci di aiutare le amministrazioni a tutti i livelli a sbloccare i progetti e a valutarli”.

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