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Le capacità cyber degli Usa al servizio della Nato. L’offerta di Washington

Nato mediterraneo

Gli Stati Uniti dovrebbero annunciare nei prossimi giorni che, se richiesto, metteranno al servizio della Nato le proprie capacità informatiche offensive e difensive.

UNA NUOVA STRATEGIA

A spiegarlo, racconta Reuters, è stato un alto funzionario del Pentagono, dipartimento che ha da poco rilasciato una nuova strategia contro le minacce cyber. Stesso documento, dai contorni più ampi, è stato firmato recentemente dalla Casa Bianca, che ha voluto assegnare alla Difesa – che opera attraverso il braccio informatico del CyberCom e con il fondamentale supporto dell’intelligence – maggiori libertà nel condurre le proprie operazioni cyber, anche di natura offensiva.

LO SCENARIO

La scelta di Washington, qualora si concretizzasse – rilevano da oltreoceano – avverrebbe in un quadro di grande preoccupazione per la crescente assertività nel cyber space di capitali considerate ostili, Mosca su tutte (ma anche Pechino, evidenziano diversi report pubblici, è una “osservata speciale”).

LA PROPOSTA USA

Complici i timori di interferenze russe e l’aumento esponenziale degli attacchi (che non risparmiano le reti militari o infrastrutture critiche come quelle energetiche e di telecomunicazione), gli Usa, anche su impulso britannico – ha sottolineato Katie Wheelbarger – deputy assistant per le questioni di sicurezza internazionale del numero uno del Pentagono, il generale James Mattis – proporranno a breve agli altri 28 alleati la volontà di utilizzare le loro avanzate competenze tecniche e professionali in questo ambito per difendere i Paesi Nato.

LE MODALITÀ

Nell’ultimo summit dell’Alleanza, le nazioni che compongono quest’ultima hanno concordato la creazione di un centro operativo cyber per coordinare le attività informatiche comuni. E si discute anche di integrazione delle capacità informatiche delle singole nazioni nelle operazioni cyber dell’organizzazione.

Nell’ambito di questo lavoro di potenziamento, gli Usa pensano di offrire un contributo fattivo e di incentivare parallelamente la definizione di una politica cibernetica coerente. Manterranno, a detta del Pentagono, il controllo dei loro esperti e delle loro capacità, ma le useranno, se richiesto, a beneficio dell’Alleanza.

LA GUERRA INFORMATICA

Nel vertice di Varsavia del 2016 gli alleati hanno riconosciuto lo spazio cibernetico come un ulteriore dominio operativo, al pari dei tradizionali aria, mare, terra e spazio extra-atmosferico. Mentre solo un anno fa, nazioni che fanno parte dell’Alleanza come Stati Uniti, Regno Uniti, Germania, Norvegia, Spagna, Danimarca e Paesi Bassi hanno elaborato dei princìpi di guerra informatica per dare linee-guida ai loro eserciti. L’obiettivo è quello di trovare un modus operandi, nonché dei criteri precisi che giustifichino l’impiego di armi cyber (proprio Washington sta cercando in questi giorni di rilanciare, in sede Onu, il dibattito su norme internazionali per regolare le attività degli stati nel cyber space).

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