Il mondo sta mancando l’obiettivo della sicurezza climatica. Senza una decisa correzione di rotta, la temperatura salirà di oltre 3 gradi alla fine del secolo, il doppio dell’obiettivo che i Paesi di tutto il mondo si sono impegnati a raggiungere firmando l’Accordo di Parigi nel dicembre 2015. Così, mentre molti governi prendono tempo e qualcuno addirittura fa marcia indietro, si sta creando un asse tra consumatori e aziende per un futuro più sostenibile: i primi tendono a preferire prodotti a basso impatto ambientale; le seconde hanno deciso di accelerare i tempi andando anche oltre le misure di salvaguardia climatica già decise dai governi.
Cinque grandi aziende italiane – Coop, Enel, Bulgari, Novamont e Sofidel – si sono incontrate a Roma, nell’ambito del Cinquantennale del Club di Roma, per confrontarsi con esperti e scienziati su quanto già attuato e per condividere nuovi traguardi per l’abbattimento delle emissioni di gas serra. In un quadro in cui Paesi come il nostro vedono aumentare le loro emissioni di oltre il 3% nel 2017 (rispetto ad una media europea dell’1,8%), queste aziende registrano diminuzioni che vanno fino al 25% da qui al 2020.
Le azioni messe in atto riguardano in particolare l’uso efficiente dell’energia e della materia. Per quanto riguarda Coop, come ha dichiarato il suo Presidente Marco Pedroni, a inizio 2018 ha aderito alla campagna, promossa dalla Commissione Europea, per l’implementazione della plastica riciclata: entro il 2025 si arriverà ad un risparmio totale, sui propri prodotti, di plastica vergine di 6 mila 400 tonnellate l’anno, corrispondente a 9 mila tonnellate di CO2. Entro il 2022 Coop prevede di raggiungere gli obiettivi che l’Ue ha posto al 2030 e di conseguenza tutti i prodotti del marchio saranno realizzati con materiali di imballaggio riciclabili o compostabili o riutilizzabili.
Secondo quanto sostenuto da Daniele Agostini, responsabile delle politiche energetiche europee di Enel, l’azienda ha un target al 2020 di riduzione di emissioni di CO2 del 25% rispetto al 2007, in linea con il contenimento dell’aumento della temperatura media globale a 2 gradi entro la fine del secolo. Ha promosso, inoltre, il Manifesto “L’Alleanza per l’Economia Circolare”, con il preciso impegno di riqualificare 23 siti di centrali termoelettriche, partecipativo e condiviso con le comunità locali.
Anche Lvhm/Bulgari è tra le aziende che hanno aderito a “L’Alleanza per l’Economia Circolare, ha dichiarato Eleonora Rizzuto, Responsabile Sviluppo Sostenibile, e si è impegnata a ridurre le sue emissioni di CO2 del 25% rispetto al 2013 entro il 2020 e a migliorare l’efficienza energetica del 15% entro lo stesso anno.
Catia Bastioli, Ceo di Novamont, ha ricordato come la sua azienda è da sempre impegnata la decarbonizzazione dell’economia attraverso processi produttivi integrati, l’efficientamento energetico e la gestione dei rifiuti. Nel solo 2017 questi impegni hanno permesso il risparmio di 54 mila tonnellate di CO2, grazie all’impiego di energia elettrica 100% da fonti rinnovabili.
Sofidel, come ha sottolineato il suo amministratore delegato Luigi Lazzareschi, ha ridotto la cosiddetta “carbon intensity” (emissioni specifiche rispetto alla quantità di carta prodotta) di oltre il 20% tra il 2009 e il 2017. Inoltre, entro il 2020 l’azienda si è impegnata a ridurre del 23% le emissioni di CO2 rispetto ai valori del 2009. Sempre 2017, infine, la quantità media di acqua usata nei processi di produzione dell’azienda è stata di sette litri circa per ogni chilo di carta prodotto, a fronte di un benchmark di settore di 15-25 litri per chilo.ù
Saturno Illomei