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Cyber attacchi e disinformazione, Washington accusa le spie russe (e non è la sola)

Di Federica De Vincentis
russia

Mosca ancora sul banco degli imputati per quel che riguarda una vasta attività di hacking, trasferimenti illeciti, riciclaggio di denaro e di furti d’identità condotte nel cyber spazio. Dopo gli addebiti in sequenza di oggi da parte di Uk, Olanda, Canada e Australia, ora anche il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti – “azionista di maggioranza” non solo della Nato, ma anche dell’alleanza di information sharing avanzato Five Eyes – ha lanciato accuse contro sette agenti russi che lavorerebbero per il Gru, l’agenzia d’intelligence militare russa.

LE ACCUSE DEL DOJ

Secondo il DoJ, i sette russi – che ora dovrebbero essere in Russia, ma che Washington spera possano essere catturati, viaggiando, da nazioni alleate e spediti in America per essere processati – avrebbero realizzato o contribuito a compiere dal dicembre 2014 ad almeno il maggio 2018 diverse intrusioni informatiche “sofisticate” contro cittadini e aziende americane, organizzazioni internazionali e i loro dipendenti sparsi per il globo.
“Tra gli obiettivi”, spiega il dipartimento, “c’era la diffusione di informazioni rubate come parte di una campagna di disinformazione pensata per delegittimare gli sforzi delle organizzazioni internazionali anti-doping e i funzionari che hanno portato alla luce il programma di doping di atleti russi sponsorizzato” da Mosca, che continua a respingere ogni responsabilità.

IL LEGAME COL RUSSIAGATE

Il nuovo caso, spiegano i media d’oltreoceano, non è emerso dall’indagine portata avanti da Robert Mueller sul cosiddetto Russiagate, l’inchiesta che mira a far luce sulle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali Usa del 2016, tuttavia tre dei nuovi imputati erano stati accusati dal dal procuratore speciale per il loro possibile ruolo nell’hacking dei server del Partito democratico e nella distribuzione di email tese a screditare la candidata Hillary Clinton. L’annuncio della Giustizia Usa segue quelli odierni fatti dai governi britannico, olandese e canadese sulle azioni dell’agenzia d’intelligence militare russa.

CHI E COME È STATO COLPITO

Ad essere stata colpita, spiegano gli Usa, sono state anche l’agenzia statunitense anti-doping (Usada), la Fifa e l’International Association of Athletics Federations (Iaaf) oltre a circa 35 alte organizzazioni anti-doping e sportive. Washington crede che gli agenti russi, fingendo di essere altre persone, avrebbero inviato email contenenti malware e sfruttato server per controllare a distanza certe comunicazioni. Quando questi sforzi non hanno portato a ottenere i dati di log-in per accedere alle reti prese di mira, gli agenti russi si sono recati nei luoghi dove i target presi di mira si trovavano. Utilizzando attrezzature speciali e con il supporto dalla Russia, sarebbero riusciti a penetrare reti informatiche attraverso connessioni Wi-Fi.

LE PAROLE DI WRAY

I nuovi fatti sono stati commentati anche dal numero uno dell’Fbi, Christopher Wray, che ha sottolineato l’intenso lavoro di collaborazione internazionale messo in campo con i propri partner per identificare i sette russi e fermare le loro attività.

LE ALTRE ACCUSE

Altre accuse – che hanno prodotto reazioni di condanna in ambito Nato – sono state rivolte in giornata dall’Olanda, che ha detto di avere sventato un complotto dell’intelligence militare russa ad aprile contro l’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), che stava indagando nel Regno Unito sul tentato avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal). A questo coro si sono uniti lo stesso Regno Unito e anche il Canada, che ha denunciato un cyber attacco, attribuito sempre a Mosca, l’Agenzia mondiale antidoping (Wada) che ha sede a Montreal e al Centro canadese per l’etica nello Sport (Cces).

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