Procedere velocemente, entro la fine dell’attuale legislatura, su tutte le misure che riguardano la lotta alla disinformazione online per proteggere le prossime elezioni europee, il contrasto al proselitismo e altre attività jihadiste, nonché la cyber security. Sono questi alcuni dei richiami più importanti contenuti nelle conclusioni del tradizionale Consiglio europeo di ottobre concluso oggi a Bruxelles, che questa volta aveva come argomento cardine la sicurezza interna e, in particolare, informatica.
LA CONDANNA PER GLI ATTACCHI
Riconoscendo in premessa i progressi compiuti negli ultimi anni per rafforzare la sicurezza interna attraverso una migliore cooperazione, misure concrete sul campo e l’adozione di una serie di testi giuridici, quali ad esempio la garanzia di un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell’informazione, attraverso la direttiva Nis (ma anche la necessità di dare ad essi piena attuazione), i leader dei Ventotto annunciano un ulteriore rafforzamento di deterrenza e resilienza nei confronti delle minacce ibride e informatiche. E condannano “l’attacco informatico ostile condotto ai danni dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw)”, che servizi segreti di Paesi occidentali hanno attribuito all’intelligence militare di Mosca, il Gru. “Tali minacce e attacchi rafforzano la nostra comune determinazione a migliorare ulteriormente la sicurezza interna dell’Ue nonché la nostra abilità e le nostre capacità di individuare, prevenire e contrastare le attività ostili di reti di intelligence straniere e di altri soggetti malintenzionati sui nostri territori e online, e di rispondere a queste attività”, spiega il documento.
LE MISURE RICHIESTE
Per mettere in atto quanto detto, il Consiglio europeo chiede misure tese a “contrastare le attività illecite e dolose di natura informatica e basate sull’uso di sistemi informatici nonché creare una cibersicurezza forte”, portando avanti “i lavori sulla capacità di scoraggiare gli attacchi informatici e di rispondervi attraverso misure restrittive dell’Ue” (si è parlato e dibattuto di un regime di sanzioni contro chi conduce cyber attacchi, proposta che – aveva anticipato Reuters – ha come promotore principale il Regno Unito). E al fine di rafforzare la resilienza dell’Unione contro gli attacchi informatici, si rileva che “occorrerebbe portare a termine i negoziati su tutte le proposte in materia di cyber security entro la fine della legislatura”.
I TENTATIVI DI INTERFERENZA
Fondamentale, secondo il Consiglio, anche la protezione dei sistemi democratici dell’Unione e combattere la disinformazione, anche nell’ambito delle prossime elezioni europee del 2019, anche alla luce dell’esperienza americana e dei recenti casi di interferenza denunciati da piattaforme social e governi del Vecchio continente.
A questo riguardo, si evidenzia nelle conclusioni “le misure proposte dalla Commissione concernenti le reti di cooperazione in materia elettorale, la trasparenza online, la protezione dagli incidenti di cibersicurezza, la manipolazione illecita di dati e la lotta contro le campagne di disinformazione, come pure l’inasprimento delle norme relative al finanziamento dei partiti politici europei, meritano un esame e un seguito operativo in tempi rapidi da parte delle autorità competenti”. Berlaymont, si aggiunge, “valuterà l’attuazione del codice di buone pratiche sulla disinformazione entro la fine dell’anno”, mentre il Consiglio europeo attende “il piano d’azione per una risposta coordinata dell’Ue” che dovrà essere presentato entro dicembre 2018.
TERRORISMO JIHADISTA E CYBER CRIME
Due fronti importanti sono rappresentati, infine, dalle sfide poste dai gruppi jihadisti operanti in Rete e sul Web, nonché da organizzazioni o singoli dediti al cyber crime. Entrambe le minacce necessitano di una maggiore cooperazione e di un incremento dell’information sharing tra le forze dell’ordine dei Paesi dell’Unione.
Per il Consiglio europeo, c’è bisogno di “rafforzare la capacità di prevenire e rispondere efficacemente alla radicalizzazione e al terrorismo, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali” e, pertanto, “la proposta della Commissione sulla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online dovrebbe essere esaminata in via prioritaria”.
Per i leader dei Ventotto occorrerebbe anche “trovare soluzioni per garantire un accesso transfrontaliero rapido ed efficiente alle prove elettroniche al fine di combattere efficacemente il terrorismo, la criminalità organizzata ed altre forme gravi di criminalità, sia all’interno dell’Ue sia a livello internazionale”. Entro la fine della legislatura, si spiega, “si dovrebbe giungere a un accordo sulle proposte della Commissione riguardanti le prove elettroniche e l’accesso alle informazioni finanziarie”. Dovrebbe inoltre essere esaminata l’iniziativa della Commissione volta ad estendere le competenze della Procura europea ai reati terroristici transfrontalieri.
Importante sarà “fornire alle autorità di contrasto degli Stati membri, ad Europol e ad Eurojust risorse adeguate per far fronte alle nuove sfide derivanti dagli sviluppi tecnologici e dall’evoluzione del panorama delle minacce alla sicurezza, anche tramite la messa in comune di equipaggiamenti, il rafforzamento dei partenariati con il settore privato, la cooperazione interforze e un miglior accesso ai dati”. Un ultimo campo di azione è invece quello volto a “migliorare l’interoperabilità dei sistemi di informazione e delle banche dati”.