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I fuochi di paglia di Salvini (come la pace fiscale)

Salvini, ministro della Lega Nord, quando impartirà comandi ai dirigenti potrebbe sentirsi rispondere dagli stessi: faccia prima un concorso a dirigente del ministero degli interni e poi darà ordini da eseguire; Salvini quando dirà a un magistrato che dovrà presentarsi prima alle elezioni e poi potrà parlare, potrebbe sentirsi replicare: lei vinca prima un concorso come magistrato e poi dirà cosa potrò fare; Salvini quando intimerà al presidente Boeri di farsi prima eleggere per poter spiegare che cambiare la legge Fornero mette a rischio i conti dello Stato, potrebbe incontrare un Boeri pignolo che gli chiederà di impegnarsi direttamente per far quadrare i conti, con quali risultati non si sa; Salvini alle raccomandazioni di cautela di Mario Monti sul Def, replica con rozzo menefreghismo: faremo il contrario, vuol dire che la politica è scaduta e le regole democratiche non esistono più; che lo stile e il galateo istituzionale sono arnesi antichi, validi solo per gli ingenui.

Per i nuovi “barbari” va bene così, ma hanno perso in partenza. Conterà solo il consenso elettorale, utile unicamente a legittimare il potere. Non ci saranno più progetti, idee, programmi sui quali confrontarsi per scegliere i rappresentanti migliori, saranno sufficienti i club elettorali, come agli albori della democrazia borghese, che si preoccuperanno di rastrellare quanti più voti possibili, per portare nelle assemblee parlamentari e in quelle elettive locali il maggior numero di eletti dell’inner circle, o cricche come si diceva allora. Accadrà anche che il prestigio delle istituzioni sarà svilito se non addirittura calpestato, e ancor più verrà mortificato il ruolo del parlamentare, che non è eletto per le sue doti morali, culturali, politiche, ma solo perché è riuscito bene a inserirsi in una schiera di abili e spregiudicati giocatori.

Uno come Salvini, che se ne infischia della diplomazia o del galateo politico, al punto da replicare in malo modo a magistrati, dirigenti dello Stato, esponenti istituzionali che esempio può essere per il Paese e per i giovani che vogliono avvicinarsi ai partiti? La politica è anche pedagogia, un’arte nobile e libera, che serve a tenere insieme la comunità, realizzando il bene di tutti. La democrazia non sarà mai compiuta, fino a quando c’è qualcuno che fa il bene soltanto di una parte. La Lega Nord di Salvini ha dato in passato, e ancora oggi, ampia dimostrazione di praticare tale strategia, per accrescere i voti del partito. L’Italia si trova in difficoltà economiche anche per questo agire poco trasparente dei suoi vertici Bossi, Maroni, Belsito e lo stesso Salvini. Non per i 49 milioni di € del finanziamento ai partiti scomparsi, ma per le politiche scellerate, prima fra tutte il cd federalismo fiscale, il trasferimento di alcune competenze ministeriali da Roma al Nord, il condono delle quote latte dei contadini e allevatori del Nord, soldi spesi per favorire pochi, ma pagati da tutti gli italiani. La “pace fiscale” seguirà lo stesso percorso. Chi vivrà vedrà. Salvini o cambia spartito o i suoi pseudo successi saranno fuochi di paglia.

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