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Inflazione, Assia e grande coalizione: cosa toglie il sonno alla Merkel

assia messori

Crisi centrista in Germania? Dopo il crollo della Csu in Baviera, ecco le urne di domenica prossima in Assia dove Merkel e Seehofer arrivano deboli anche per via di una primizia assoluta nel paese: l’inflazione che torna a salire. I prezzi al consumo fanno segnare un più 0,4% su base mensile, in crescita rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un più 2,3%.

Un passaggio che in ottica GroKo non promette nulla di buono, anche perché la debolezza dell’alleato Spd fa il gioco del nuovo player della politica tedesca: quell’Hubert Aiwanger che alla guida di Freien Wähler in Bayern (Liberi elettori in Baviera) sta entrando nel governo del più ricco land europeo con la Csu e punta, adesso, anche al palcoscenico nazionale.

ASSIA

Una pietra miliare. Questo l’obiettivo di Aiwanger guardando alle urne in Assia di domenica prossima, quando punterà non solo a confermare il trend “di cuscinetto” andato già in scena in Baviera, ma se possibile anche a bypassare il binomio “voto di protesta-voto inutile”. Perché, è la vulgata che circola con insistenza in Germania nelle ultime ore, se è vero che le sorprese anti sistema rappresentate da Verdi (19%) e nazionalisti di Afd (10%) non hanno portato le due forze a governare in Baviera, significa che oltre alla pancia c’è bisogno di altro. E nella Germania iper pragmatica i partiti che si affacciano alle urne devono fare i conti anche con l’inflazione che torna a salire.

Per questa ragione secondo Aiwanger l’obiettivo è, nell’immediato, fare ingresso nel parlamentino in Assia ma puntando a costruire una alternativa di merito ai partiti tradizionali (come Cdu, Csu e Spd in aperta evoluzione) e anche a quelli cosiddetti di rottura in chiave nazionale.

“Contiamo su tutti gli elettori insoddisfatti dei partiti e riconosciamo che l’AfD come partito radicale non è un’alternativa vera”, è il ritornello che sta ripetendo Aiwanger nei comizi in questi ultimi giorni di campagna elettorale.

BAVIERA E BERLINO

L’alleanza governativa in Baviera è ormai quasi certamente chiusa con la Csu grazie a quell’11,6% e nonostante la buona performarces dei verdi, come ammesso anche dal primo ministro bavarese Markus Söder, anche se permangono divergenze programmatiche soprattutto sul dossier energetico. Ma è al fronte berlinese che l’ambizioso Aiwanger aspira, puntando ad incunearsi nelle difficoltà di Csu, Cdu e Spd e dimostrando agli elettori che votare Afd non serve, mentre invece Freien Wähler in Bayern è il tentativo di costruire un contenitore capace di governare.

Soprattutto i socialisti vivono un travaso di voti sostanziale, intercettato dai Verdi, mentre come è noto i centristi sono ad una svolta decisiva.

Nelle assemblee democristiane nella Germania orientale cresce infatti la preoccupazione che in caso di ulteriore flop alle europee di maggio e alle regionali dell’autunno 2019 (Brandeburgo, Turingia, Sassonia) l’AfD potrebbe diventare un partito sempre più forte e giocare un ruolo diverso ripetto anche soli dodici mesi fa.

L’uomo della Merkel in Assia, il primo ministro Volker Bouffier, comunque non intende mollare la presa nonostante i sondaggi indichino che domenica il partito potrebbe far segnare la sua performaces più bassa degli ultimi trent’anni. Bouffier, da sempre fedele alla Merkel, sa che lunedì mattina potrebbe dover fare i conti con almeno dieci punti in meno rispetto a cinque anni fa e con l’ombra della sinistra che lui stesso epiteta come “l’utima cosa di cui abbiamo bisogno”.

GROKO E CDU

Ecco che ritorna prepotentemente la Spd a intrecciarsi con i destini della Groko. Perché se dovesse essere confermato il trend nefasto dei socialisti, le slavine sul governo centrale sarebbero due: l’Assia dopo la Baviera. Con la base pronta a rivoltarsi contro Andrea Nahles, leader del partito e volto della grande coalizione di Berlino.

Stesso schema nella Cdu: il partito da tempo chiede un cambio al vertice, con tre nomi che sono circolati con insistenza nelle ultime settimane. Wolfgang Schaeuble presidente del Bundestag ed ex ministro delle finanze, più orientato però ad un possibile cancellierato-ponte se le cose dovessero precipitare; Ralph Brinkhaus parlamentare della Cdu e il 38enne Jens Spahn, attualmente ministro della salute.

Non si sa se terzo incomodo, ma comunque un nome che è presente sul tavolo è il genero di Schaeuble, Thomas Strobl, attualmente una figura di peso della Cdu nella parte sud ovest della Germania: è stato protagonista in passato di un certo attivismo (non inosservato alla base) quando si discuteva di una possibile coalizione in Giamaica alla guida del Paese.

twitter@FDepalo

 

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