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La Fornero? Si può toccare ma a un patto, anzi due… La versione di Kostoris

pensionati

Tito Boeri, questa mattina, è stato chiaro che più chiaro non poteva. Chi tocca la legge Fornero muore perché si deve assumere la responsabilità di far venire giù il castello di carte del sistema previdenziale italiano. La quota 100 immaginata dal governo, pensione a 62 anni con 38 di contributi, rischia secondo il presidente dell’Inps di sballare i conti dell’istituto e far aumentare il debito pubblico di 100 miliardi di euro. Troppo.

Allora non si può fare, la Fornero è destinata a rimanere un bastione inattaccabile? Non è proprio così, una via d’uscita ci sarebbe. Anche per Fiorella Kostoris, economista e grande esperta di cose pubbliche che in una conversazione con Formiche.net spiega perché Boeri ha ragione sì, ma fino a un certo punto.

“Sfatiamo un mito. La Fornero si può toccare e senza che il sistema salti: tutto però dipende dal come lo si fa, da come la si tocca e non credo che il sistema non regga se quota 100 è ottenuta con 62+38, qualora si calcoli col metodo contributivo, a partire dal 2012, anche la pensione di chi aveva più di 18 anni contributivi nel 1995, e dunque si decurti forremente la pensione di chi oggi anticipa di 5 anni il ritiro ( rispetto ai 67), dato che contribuisce di meno al suo montante pensionistico e usufruisce più a lungo del corrispondente beneficio. Le condizioni a) e b) sono cruciali, ma nessuno ne parla come fossero irrilevanti forse perché la maggioranza di coloro che possedevano almeno 18 anni di anzianità contributiva nel 1995 è già in pensione, in presenza di una storia lavorativa non frammentaria”.

“Sa quale è il problema? Che le condizioni che ho elencato sono cruciali, ma nessuno ne parla come fossero irrilevanti. E questo è un problema perché si dice ‘rivediamo la Fornero’ ma senza indicare come e dove mettere le mani”, chiarisce Kostoris.

Fin qui il pertugio attraverso cui passare per arrivare a rivedere l’attuale assetto pensionistico. Ora però c’è anche il rovescio della medaglia. E cioè, dove starebbe scritto che anticipando l’uscita dal lavoro di 400 mila pensioni ne entrino altrettante, più giovani? Kostoris è chiara e concisa. “Non solo non è provato che per ogni pensionato arrivi un giovane, ma sia l’analisi empirica, sia la logica economica provano che questo in generale non avviene”.

A questo punto tra il mercato che chiede di non intaccare il sistema pensioni e dunque depennare la Fornero dalla manovra e Matteo Salvini e Lugi Di Maio che invece insistono, c’è di mezzo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria che due giorni fa ha proposto la sintesi alle diverse vedute. Rivedere la Fornero ma con gradualità e con un approccio sperimentale prima ancora che strutturale. Gli daranno retta questa volta?

“Francamente non credo che Tria verrà ascoltato, perché non lo è stato sulla dimensione massima del deficit, che lui saggiamente voleva limitare all’1,6%, accettando però nel giro di qualche ora, senza dimettersi, il 2,4% uscito nella nota di aggiornamento e non c’è motivo che questa volta vada diversamente”.

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