Il caso Skripal – il tentato assassinio pianificato dal Cremlino di un agente del servizio segreto militare russo disertore, che aveva passato informazioni agli inglesi – s’è rivelato per la Russia e per il Gru, gloriosa e temibile intelligence del Cremlino, come una vicenda tra le più umilianti della storia. La missione incompiuta, l’individuazione dei due killer (con tanto di nomi e foto diffuse pubblicamente), l’arresto di altri quattro operativi inviati in Olanda a mettere una pezza sul buco (colti in flagrante, con le apparecchiature sequestrate che per altro hanno smascherato altre operazioni precedenti).
Alexander Baguev, del Carnagie Endowement di Mosca, fa notare alcuni dettagli interessanti dietro alle rivelazioni. Succo: tutto è frutto del sistema malato russo, corruzione, incompetenza, sciatteria; però è pure è possibile che qualcuno dalla Russia abbia fatto uscire qualche informazione indiscreta, abbia passato imbeccate a intelligence e giornali, magari in una sorta di regolamento di conti interno, o in una qualche corsa al potere o al riposizionamento. E magari per smascherare pratiche maldestre, fradice, un sistema infetto.
Ci sono 305 identità di agenti russi diffuse pubblicamente: chi ha dato la dritta a siti di investigazione come Bellingcat e The Insider per incrociare i dati con il registro della stradale russa? Viene considerato il più grande errore di intelligence nella storia russa post-Guerra Fredda. E tutto sembra legarsi a fattori umani. Bellingcat è riuscito a smascherare oltre trecento agenti in-teoria-segreti con tanto di identificativi, numeri di telefono, dati personali, tramite il registro automobilistico.
S’è scoperto che quindi in Russia (forse anche altrove?) esiste un elenco speciale in cui gli agenti dei servizi segreti registrano i propri veicoli in modo che la polizia stradale non possa fermarli, non possa multarli e non paghino la tassa di circolazione (Baguev scherza: così non li multano quando li beccano a guidare ubriachi). Li segnano tutti a uno stesso indirizzo, Prospettiva Komsomolsky 20, che corrisponde all’edificio dove lavora l’unità 26165 del Gru – un gruppo che teoricamente dovrebbe compiere le operazioni clandestine più delicate anche via cyber. In pratica dozzine di operativi del Gru hanno esposto le proprie identità pur di ricevere qualche favore e favoritismo. Situazione pazzesca, che si somma agli errori clamorosi commessi durante le operazioni in Inghilterra (il mancato assassinio) e in Olanda (dove quattro operativi si erano spostati per coprire le tracce, ma sono stati individuati, pedinati e scoperti in flagrante mentre cercavano di hackerare, dal piazzale antistante, l’organizzazione internazionale che stava indagando sull’avvelenamento nervino di Sergei Srkipal).
Il ministro della sicurezza britannico, Ben Wallace, ha descritto le recenti operazioni del Gru dicendo che sono “più Johnny English che James Bond”. Gli inglesi si sentono toccati nel profondo: i russi hanno provato ad ammazzare Skripal a Salibsury, mentre viveva una pensione fin troppo serena, e dove teoricamente doveva essere da loro protetto. Ci vanno giù pesanti adesso che i risultati della collaborazione con olandesi, americani e svizzeri sono pubblici: il parlamentare britannico conservatore Tom Tugendhat, presidente del Comitato per gli affari esteri del parlamento britannico, ha deriso il Gru in un tweet definendolo “un gruppo amatoriale di burloni”. Un altro parlamentare britannico, Bob Seely, ha detto che i recenti errori Gru rivelano quanto sia sfortunata l’organizzazione e “dimostrano che la sovversione è probabilmente al di là della sua capacità professionale; non possono nemmeno coprire le loro tracce nel modo più semplice. È molto sciatto e fa sembrare pazzo il presidente Putin”.
“L’autorità del traffico russa è notoriamente corrotta anche per gli standard russi, è fonte inesauribile di umorismo scuro russo – scrive Baguev – e dunque nessuna sorpresa: il suo database è molto facile da acquistare nel mercato nero dal 1990”. Siamo davanti a errori madornali: per dire, uno degli operativi fermati in Olanda aveva in tasca la ricevuta del taxi che lo aveva trasportato dalla sede dell’agenzia all’aeroporto di Mosca da cui poi si era imbarcato sul volo per Amsterdam. Sembra un dipendente mandato in trasferta che tiene le prove delle spese per poi essere rimborsato.
Per Baguev dietro alla più grossa falle dell’intelligence russa c’è la corruzione del paese. Gli uomini del Gru si registrano per non farsi fermare dalla stradale se una sera bevono troppo, tengono testimonianze delle loro spese per farsi risarcire dai burocrati dell’agenzia, “incompetenza e corruzione banale”, dice l’analista, che ha umiliato uno dei più prestigiosi servizi segreti del mondo.
L’analista specializzato in temi di sicurezza e Russia Mark Galeotti, dell’Istituto delle relazioni internazionali di Praga, però fa notare che il Gru non deve essere dichiarato incompetente. In un’analisi su Foreign Policy, dice che “la narrativa emergente sulla sua presunta goffaggine, è pericolosa”, perché l’intelligence militare russa ha “una cultura militare in cui una missione deve essere compiuta, qualunque sia il costo. L’ethos del Gru è quello di completare la missione, non importa cosa significhi , non importa se vite innocenti possano essere perse e persino la rivelazione di nomi di agenti potrebbero non essere errori grossolani tanto quanto irrilevanze” valutate o volute.