La partita tra Roma e Bruxelles sulla manovra è tutt’altro che conclusa, anzi i toni non sembrano volersi mitigare né dalla parte del governo italiano né dalle parti della Commissione europea, che dopo aver inviato la lettera in cui di fatto annuncia la bocciatura della manovra italiana, non si muove dalla sua posizione: i conti non tornano e per questo vanno modificati. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, o si sarebbe immaginato, però, ad attaccare la manovra sono anche alcuni leader di partiti sovranisti europei, ultimo in ordine temporale il Partito popolare austriaco guidato dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che dalle pagine del Sole 24 Ore questa mattina ha dato la sua stoccata alla manovra gialloverde: “L’attuale proposta di budget italiana è inaccettabile nella sua forma corrente e non rispetta le regole che abbiamo concordato insieme”. E così, sulla stessa linea, l’attacco arriva dall’Afd dalle parole di Alice Weidel, che ha definito “folle” la manovra italiana.
Dopo l’idillio che ha visto Matteo Salvini primeggiare tra i leader sovranisti europei, almeno per popolarità, arrivano invece segnali di rottura. Insomma, mentre Salvini (e con lui Luigi Di Maio) va alla guerra con la Commissione europea, sembra che gli alleati sovranisti con cui ha dialogato nelle scorse settimane si siano spostati dalla parte dell’Europa e non dalla parte dell’Italia. “Il sovranismo – spiega a Formiche.net il professor Paolo Becchi – presenta diversi elementi. C’è un elemento identitario che accomuna la Lega agli altri movimenti, a quello austriaco e all’Afd tedesco, però c’è un aspetto in queste formazioni che si declina ancora col neoliberalismo o ordoliberalismo (osia, come il neoliberalismo si è impiantato nei Paesi di lingua tedesca)”. Secondo Becchi, insomma, i partiti sovranisti guidati da Kurz e Weidel non condividono con il sovranismo italiano la convinzione che il colpevole della crisi europea sia di fatto il neoliberalismo, e per questo ora spingono per il rispetto delle regole europee.
“Questo – aggiunge il professore -, effettivamente, può rappresentare un problema perché il sovranismo in Italia ha, proprio attraverso questa dialettica interna al governo, assunto una dimensione che cerca di tenere insieme il tema dell’identità con la questione sociale, con le tematiche del lavoro e della povertà”. L’attacco alla manovra, quindi, colpisce sì il governo, ma secondo Becchi è passato inosservato il messaggio di Alice Weidel che fa invece un riferimento esplicito a Salvini. “Quando la Ue boccia il progetto di manovra dell’Italia – ha scritto Weidel gli scorsi giorni sulla sua pagina Facebook -, il ministro dell’Interno strepita: ‘Nessuno prenderà nemmeno un euro dalle tasche degli italiani’. Ma evidentemente non nota che senza la flebo della Ue l’Italia sarebbe già da tempo insolvente. Come si può vendere agli europei il concetto che in futuro 400 mila o 500 mila italiani andranno anticipatamente in pensione, ma anche che ci sarà un reddito minimo e una flat tax? Questi sono atti di beneficenza di uno Stato sociale che altri Paesi membri non osano neanche sognare”. E poi l’affondo: “Di fronte ai piani italiani, gli esperti finanziari hanno i capelli dritti: con 132% del Pil ci si permette una quota doppia di quella tedesca. Ma Roma ha un monte debiti ormai difficilmente abbattibile di 2,3 mila miliardi di euro. Già da tempo gli italiani benestanti hanno trasferito i loro patrimoni all’estero. Alla gran parte del popolo non va male, è lo Stato ad essere povero”.
“Questo – spiega infine Becchi – fa capire bene che ci sono sovranismi diversi in Europa e sarà in prospettiva un problema dopo le elezioni di maggio, perché i sovranisti dovranno cercare di stare insieme se vorranno contare qualcosa, anche se le diversità sono notevoli al momento”.”L’Italia – conclude il professore – non deve aspettare che siano la Commissione o la Bce a salvarla, ma deve trovare degli strumenti difensivi, come i mini bot di cui si parlava nel programma di governo”. Insomma, l’Italia deve salvarsi da sola, anche perché i sovranisti europei sembrano ormai aver scelto da che parte stare, e non è quella gialloverde.