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Ecco perché Romer e Nordhaus hanno vinto il Nobel per l’economia

Clima che cambia e innovazione. Due temi che più attuali non potevano essere quelli scelti dal comitato dei Nobel norvegese che ha assegnato il premio per l’Economia a William D. Nordhaus e Paul M. Romer. Il primo premiato per i suoi studi sull’interrelazione tra i cambiamenti climatici e l’economia, il secondo, che è stato capoeconomista e vicepresidente alla Banca mondiale fino a giugno 2018, per gli studi sulla crescita endogena e le ricerche sulle politiche che incoraggiano l’innovazione e la crescita a lungo termine.

Romer, nato nel 1955 a Denver (Colorado) è figlio dell’ex governatore dello Stato Roy. Prima degli impegni alla Banca mondiale è stato professore a Stanford, università californiana considerata in tutto il mondo la culla dell’innovazione. Nordhaus insegna invece a Yale, dove ha studiato, ed è nato nel 1941 ad Albuquerque (New Mexico). È stato consulente economico durante l’amministrazione Carter ed è autore di uno dei più diffusi manuali di economia, firmato a quattro mani con un altro premio Nobel per l’Economia, Paul Samuelson.

L’attività umana, ha spiegato il comitato motivando i due riconoscimenti, ha contribuito al rapido aumento delle temperature medie negli ultimi 100 anni e la ricerca dello statunitense Nordhaus mostra come “l’attività economica interagisca con la chimica e la fisica di base sui danni causati dagli effetti del cambiamento climatico”. Nordhaus è stato in particolare il primo a creare un modello quantitativo che descrivesse l’interazione globale tra economia e clima. Il suo modello viene utilizzato per esaminare le conseguenze degli interventi sulla politica climatica, ad esempio le tasse sulle emissioni di Co2.

Diversi invece gli studi di Romer, anche lui statunitense. Le sue ricerche hanno dimostrato “come gli economisti possano perseguire un tasso di crescita sano” e come le forze economiche influenzino le imprese a produrre nuove idee e innovazione. Di sicuro, al netto dei diversi campi di applicazione, entrambi i vincitori ha affermato la Royal Academy of Sciences, “hanno sviluppato metodi che affrontano alcune delle sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo: combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia globale con il benessere della popolazione del pianeta”.

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