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Caro Salvini, quando vorrai incontrarmi ti dirò perché sbagli sulla Russia. Parla Yevhen Perelygin

“Sottolineo che non sono d’accordo con le dichiarazioni del ministro Salvini da Mosca”. Parla senza mezzi termini Yevhen Perelygin, l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia. Ancora una volta costretto a dare la versione di Kiev, e di gran parte della comunità internazionale, su Crimea, Donbass, sanzioni e dintorni. “Non sono d’accordo sulla sua continua difesa della legittimità dell’annessione della Crimea e su quello che dice sulle sanzioni europee contro la Russia” dice intervistato da Formiche.net, “non mi stancherò mai di ricordare che tutto il mondo democratico, le Nazioni Unite, l’Ue, incluso il governo italiano precedente, nel 2014 ha riconosciuto l’aggressione armata della Russia contro il mio Paese”. “Contro il tentativo di annessione di una regione dell’Ucraina, Paese sovrano e indipendente, sono state introdotte le sanzioni da parte dell’Ue” rincara il diplomatico. Parlando dal palco dell’assemblea di Confindustria Russia Matteo Salvini ha sposato in toto ancora una volta la linea di Mosca, dal caso Skripal alla crisi nel Donbass fino alle sanzioni.

“La nostra posizione sulle sanzioni è chiara, ed è la stessa espressa dall’attuale ministro degli Esteri Moavero: potranno essere tolte solo quando sarà fermata l’aggressione russa e ristabilita l’integrità territoriale dell’Ucraina” spiega ai nostri microfoni Perelygin. C’è un motivo se l’ambasciatore sente il bisogno di precisare la versione del suo Paese. Da quando il governo gialloverde ha giurato “abbiamo ricevuto dichiarazioni da parte del primo ministro e dal ministro degli Esteri”. E Salvini, che oltre che titolare del Viminale è anche vicepremier? “Se il leader della Lega avesse trovato tempo nella sua fittissima agenda per un incontro con l’ambasciatore dell’Ucraina, che lo ha richiesto più volte, gli avrei spiegato il pericolo per l’Europa di sostenere l’approccio russo, secondo cui le frontiere nazionali possono essere cambiate”.

L’ambasciatore non nasconde la sua delusione per un silenzio istituzionale davvero inedito: “Abbiamo lavorato tanto con il suo ufficio ma non siamo ancora riusciti ad avere una data” ci racconta, “avrei spiegato al ministro le conseguenze che può avere sull’Europa un sostegno incondizionato all’occupazione russa della Crimea”. A Mosca Salvini puntando il dito contro le sanzioni Ue ha avanzato un sospetto: “Grazie alle sanzioni Francia e Germania stanno aumentando quote di mercato”.

“Io so solo che l’Ucraina lavora con la Francia e la Germania nel formato Normandia, che ha sempre tenuto il punto sull’implementazione degli accordi di Minsk” risponde a tono Perelygin, “peccato che la Russia non abbia intenzione di trovare una soluzione comune con questi tre Paesi”. Una nota positiva c’è, e non viene da Mosca: il governo gialloverde sembra essersi convinto dell’importanza strategica (o forse dei costi eccessivi di un retrofront) del Trans Adriatic Pipeline (Tap), un condotto che americani e ucraini hanno particolarmente a cuore, come ha ricordato pochi giorni fa a Formiche.net l’inviato speciale Usa in Ucraina Kurt Volker. “C’è una ratio economica, prima ancora che politica, dietro la costruzione del Tap” dice Perelygin, “permette all’Italia di ricevere l’energia da altre fonti, è la soluzione più naturale perché assicura la diversificazione e riduce la dipendenza energetica italiana”. Meglio il condotto che porta gas dall’Azerbajan alla Puglia del North Stream 2 (NS2), che fa da ponte energetico fra Russia e Germania, spiega l’ambasciatore smentendo le dichiarazioni di una recente intervista di Salvini, per cui il North Stream 2 sarebbe nell’interesse italiano. “Il NS2 arriva in Germania, per ricevere quel gas l’Italia deve spendere molti più soldi per costruire una nuova linea, non penso convenga quando c’è la possibilità del Tap”.

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