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L’Europa boccerà la manovra? Forse no. L’analisi del prof. Scandizzo

monaco

Fare la voce grossa non vuol dire necessariamente mordere. Un po’ come dire che chi fa il duro non vuol dire che lo sia davvero. Vale anche per l’Europa, prossima ad esprimere il suo giudizio sulla manovra legastellata approvata lunedì sera. Certo, il clima della vigilia non è dei migliori (il parere dovrebbe arrivare venerdì).

Ieri il presidente della commissione europea, Jean Claude Juncker ha fatto ben intendere di non potersi concedere deroghe o bonus sui conti pubblici perché avallare un impianto di manovra quasi tutto a deficit darebbe la spinta anche ad altri Paesi più rigorosi ad allentare la stretta sui conti. E sarebbe la fine di Maastricht. Il presidente del Parlamento Antonio Tajani, parlando alla platea di Unindustria (qui l’articolo) non è stato da meno, dando quasi per scontata una bocciatura europea.

Ma se è vero che can che abbaia non morde, allora è lecito sperare che una vera e propria bocciatura non si avrà. Formiche.net ha chiesto un parere a Pasquale Lucio Scandizzo, docente e Tor Vergata e consigliere del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Bocciatura in questo caso è una figura retorica, ma l’Europa non è come una università dove c’è un esame e si viene promossi o bocciati. Ci sarà un dialogo, immagino il più costruttivo possibile e sulla base di quel dialogo si potranno raggiungere degli accordi e forse ci saranno delle prescrizioni per l’Italia. C’è naturalmente la possibilità che si apra alla fine una procedura di infrazione. Ma bisogna ricordare che l’Europa non è una realtà monolitica, ha tante anime e non tutte la pensano allo stesso modo. Sul tavolo dunque ci saranno più opzioni anche molto diverse tra loro”.

Anche perché c’è un altro aspetto da considerare. E cioè che i mercati non hanno accusato il colpo della manovra. Lo spread che lunedì ha chiuso a 307 punti base, da ieri viaggia sotto i 300 punti. La reazione isterica insomma, non c’è stata. “Lo spread è una variabile molto sensibile alle news e alle variazioni del sentiment sul futuro economico dell’Italia. Se gli investitori percepiscono anche un piccolo aumento o una lieve diminuzione dell’incertezza o delle prospettive di crescita, tendono a reagire più che proporzionalmente. JP Morgan ha detto di voler continuare a investire sui nostri titoli. E parliamo di un’istituzione che rappresenta una delle più grandi platee di investitori al mondo”, spiega Scandizzo.

Un’ultima considerazione riguarda il cammino parlamentare della manovra. Tra pochi giorni cominceranno a piovere emendamenti su emendamenti e allora sarà dura difendere palmo a palmo la filosofia della legge di Bilancio. Ma anche qui l’ottimismo la fa da padrone. “Il governo può contare su una solida maggioranza in parlamento, non vedo scossoni. Penso che il tutto procederà con relativa tranquillità”.

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