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Un antidoto ai sovranisti? L’internazionale ecologista. Ma la sinistra dorme. Parla Becchi

paolo becchi

La manina notturna sul dl fiscale denunciata da Luigi Di Maio. Il viaggio russo che più russo non si può di Matteo Salvini, e quella tentazione di accettare una nomina sovranista alla presidenza della Commissione Ue (per cui però servono i voti del Ppe). L’internazionale ecologista sulla scia dell’onda verde in Baviera come antidoto ai sovranisti (ma la sinistra non è pronta). Formiche.net ha chiesto a Paolo Becchi, politologo e saggista, di aggomitolare la matassa delle ultime, frenetiche 24 ore del governo gialloverde. E un pronostico per le elezioni europee. “La sinistra preferisce una dolce eutanasia” dice lui, “i sovranisti possono dormire tranquilli”.

Becchi, la manina fantasma di Di Maio farà cadere il governo?

Ma no, credo si tratti soltanto di una mossa di Di Maio ad uso interno per il suo partito. Salvini ha un gioco di squadra perfetto all’interno della Lega, Di Maio purtroppo ha contrasti interni molto profondi.

Cioè?

Nel Movimento non ci sono correnti, ma c’è comunque una persona come Roberto Fico che rappresenta un vasto campo di dissenso. Non sappiamo su quanti parlamentari possa contare.

Nel frattempo Salvini era a Mosca a fare il russo più del solito…

Salvini e il M5S non hanno mai cambiato idea sulle sanzioni, entrambi sono convinti che non abbiano senso e anzi indeboliscano la nostra economia. Il viaggio a Mosca ha un significato anzitutto simbolico. Salvini ha parlato all’assemblea di Confindustria Russia, per dimostrare di avere a cuore l’interesse nazionale. Capisco perché: secondo i dati di Coldiretti l’interscambio con l’Italia ha perso un miliardo di euro per le sanzioni, meglio toglierle il prima possibile. Il secondo significato è geopolitico.

Quale?

Il tempismo della visita non è casuale. Salvini vuole far capire che l’Europa, prima ancora dell’Italia, deve diventare un partner della Russia, non un nemico. È un messaggio che prescinde dalle dinamiche economiche delle sanzioni. Lo sguardo è già alle elezioni europee di maggio.

I sovranisti lo immaginano come presidente della Commissione. Gli conviene accettare la candidatura?

Non credo che Salvini voglia trasferirsi dall’Italia all’Europa, ha tutto l’interesse a capitalizzare l’ondata di consenso in patria. Farà in modo di scegliere una persona di fiducia da mandare a Bruxelles, ma è presto per parlarne, prima bisogna capire i veri rapporti di forza che emergeranno in Parlamento Ue dopo il voto.

Nei sondaggi i sovranisti volano alti. Ci saranno ripercussioni sulla coalizione di governo in Italia?

I sondaggi lasciano il tempo che trovano.  Nel 2014 sembrava che Pd e Cinque Stelle andassero verso un testa a testa e alla fine Renzi è riuscito a raddoppiare i voti dei grillini. Un exploit della Lega non avrà effetti sulla tenuta del governo, a patto che il Movimento non vada in caduta libera.

Presi i voti alle urne servono i voti in Parlamento. Il fronte sovranista è l’unica scelta per il Ppe?

La strategia dei sovranisti è ancora poco chiara, non sappiamo se marceranno divisi per poi colpire uniti. Uno scenario plausibile è che si profili da una parte il fronte sovranista guidato da Salvini e Le Pen, dall’altra una frangia filo-Orban nel Ppe che cerchi di scardinare il partito dall’interno, complice la debolezza della Merkel e l’improbabilità di un’alleanza con il Pse.

Emmanuel Macron è una scelta efficace per il fronte liberal?

Mi pare che questo astro nascente sia già in declino da un pezzo, ma loro non hanno molte alternative. Faranno una campagna in difesa, per frenare l’onda sovranista che è già in atto. Ormai hanno scelto Macron, ma la sinistra europea avrebbe dovuto vedere da lontano cosa sarebbe successo in Baviera e cambiare strategia in tempo.

L’onda verde…

Esatto. I verdi sono la novità, Macron e Renzi appartengono al passato. Hanno riscosso un successo clamoroso in Baviera, se riusciranno a fare il bis il 28 ottobre in Assia, dove governano con la Cdu, si profilerebbe un’ipotesi inedita.

Cosa?

Un’internazionale ecologista. È questo un fronte che può realisticamente mettere i bastoni fra le ruote all’internazionale sovranista. Il tema è trasversale e funziona, basta scegliere dei volti giovani, freschi come la Schulze. Non scordiamoci che la Lega in Italia è oggi il partito più vecchio di tutti. Guardate cos’è successo dal 2014, da quando un giovane Matteo Salvini ha preso le redini. I verdi sono un partito vecchissimo, ma con un volto nuovo possono essere un cavallo vincente. Nessuno però si accorgerà in tempo di questo treno. La sinistra preferisce una dolce eutanasia. La Spd, il più antico partito tedesco, è sotto il 10% in Baviera e sembrano tutti felici. I sovranisti possono dormire tranquilli.

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