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Vi spiego perché abbiamo razionalizzato le spese militari. Le parole del ministro Trenta

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“L’odierno contesto economico-finanziario del Paese e le linee programmatiche dell’attuale esecutivo contenute nella nota di aggiornamento al Def hanno reso necessaria una attività di razionalizzazione delle spese inerenti a taluni programmi di rinnovamento e ammodernamento dello strumento militare”. A dirlo oggi il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, di rientro da Parigi, durante il question time alla Camera. “Le soluzioni programmatiche individuate – ha aggiunto il ministro – avranno l’effetto di individuare dei risparmi, preservando lo sviluppo capacitivo delle Forze Armate e l’indispensabile processo di ammodernamento dello strumento militare”.

“Con il Documento programmatico pluriennale 2018-2020 (appena trasmesso al Parlamento, ndr) – ha aggiunto il ministro – si prevede l’inserimento nell’ambito della programmazione, al momento priva di finanziamento, del programma per il rinnovo per la capacità di difesa aerea nazionale di corto e medio raggio. La rimodulazione dei profili finanziari inerenti ai programmi pluriennali, volta a ridurre i livelli di spesa nel brevissimo tempo, ha consentito il recupero, con riferimento all’esercizio finanziario 2019, di risorse che saranno adeguatamente dilazionate in un arco temporale decennale”.

Nel Dpp nessun taglio è previsto per il caccia F-35, che riceve quest’anno 745 milioni di euro. 766 li riceverà nel 2019 e 783 nel 2020. Tra gli altri programmi previsti, l’ammodernamento del carro Ariete, lo sviluppo del missile Teseo Mk/2E, le acquisizioni del velivolo a pilotaggio remoto P.2HH e dell’elicottero Chinook Er, per un ammontare di 528 milioni di euro.

Nel corso del question time, il ministro ha parlato poi di ulteriori risparmi nel 2019 grazie all’accorpamento di strutture militari che svolgono funzioni similari. Inoltre ha ribadito l’impegno a venire incontro alle esigenze dei militari, in tema di ricongiungimento familiare e di alloggio. Trenta ha auspicato infine di arrivare in tempi rapidi ad un dibattito in Parlamento sul tema della costituzione di associazioni sindacali nelle forze armate “peraltro sancito da una recente sentenza della Corte costituzionale”.

Elisabetta Trenta ha sottolineato che la sentenza 120/2018 della Consulta offre canoni per consentire la piena attuazione del diritto ad essere rappresentati in associazioni sindacali. Quindi il legislatore è “obbligato a normare l’esercizio al diritto di associazione”. “Quello dell’associazionismo sindacale è un diritto i militari aspettano da anni, ed è motivo di orgoglio averlo raggiunto”.

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