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Così l’Ucraina pressa la Russia sul Mar d’Azov

Mar d'Azov

Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa di Kiev, Oleksandr Turchynov, ha annunciato che la marina militare ucraina avvierà delle esercitazioni navali nelle acque del Mar d’Azov, che è il bacino ristretto in cui si affaccia la porzione Est del territorio ucraino, la regione sud-occidentale russa e a sud è chiuso dal nuovo ponte di Kerch (il più lungo del mondo) che collega la Russia alla Crimea.

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“Stiamo aumentando le forze navali, rafforzando in maniera significativa la difesa costiera e la componente dell’aviazione. Siamo pronti a rispondere alle provocazioni russe”, ha spiegato Turchynov. Quello specchio d’acqua è cruciale: nello spigolo russo c’è Rostov sul Don, dove al Budennovsky Prospekt 43 è posizionato il quartier generale del Distretto Sud di Mosca comandato dal generale Aleksandr Dvornikov, decorato come “Eroe”: esercito, marina, forze speciali e aviotrasportate, nonché la Quarta armata delle forze aree russe e alcuni reggimenti “razzi”.

Da mesi  la Russia non permette alle navi commerciali provenienti o dirette ai porti ucraini di passare liberamente attraverso lo stretto di Kerch: sotto quest’ottica il ministero della Difesa e le Forze armate ucraine intendono “fermare tali provocazioni da parte russa” in modo da cessare il blocco delle imbarcazioni dirette verso i porti ucraini nel mar d’Azov, dove affaccia la regione più ricca del paese che da là faceva prendere il largo ai suoi prodotti verso il Mar Nero. Nei giorni scorsi, per esempio, due imbarcazioni ucraine sono entrate nella Zona economica esclusiva russa dirette verso Kerch: le navi non erano entrate nelle 12 miglia nautiche a controllo russo, ma altri due battelli della Guardia costiera russa sono intervenuti per scortarle fuori dalle Zee.

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La situazione è piuttosto tesa perché ognuna delle due parti divise dopo l’annessione crimeana e il conflitto del Donbass intende utilizzare il bacino con una presenza predominante. Nella questione si sono inseriti anche gli Stati Uniti, che hanno fornito due pattugliatori navali classe “Island” dismessi dalla Guardia Costiera alla marina ucraina – decisione che, secondo il presidente Petro Poroshenko, sta a significare l’importanza data a Kiev “dal mondo libero” e che “la partnership strategica tra l’Ucraina e gli Stati Uniti è vivace e produttiva.

“L’Ucraina rappresenta di fatto il fianco orientale della Nato e questa decisione da parte Usa va a rafforzare la cooperazione militare fra i nostri due paesi”, ha detto l’ucraino, annunciando che le due navi saranno utili anche nel bacino di Azov. Là, il governo ucraino ha ampliato la modesta piattaforma militare di Mariupol (principale scalo ucraino nel bacino, un tempo obiettivo dei filorussi che hanno preso il Donbas), spostando dalla base di Odessa altre due unità negli ultimi giorni di settembre, il rimorchiatore “Korets” e la nave da guerra “Donbas”, che hanno seguito di pochi giorni le piccole imbarcazioni corazzate da artiglieria marina “Kremenchuk” e “Lubny”.

“La creazione di una base navale ucraina ne Mar d’Azov metterà pressione sulla Russia e la porterà a fare concessioni, anche sulla questione di Crimea”, ha detto il generale ucraino Vasily Bogdan alla rivista online ucraina Obozrevatel; la base “rappresenterà un serio avversario della Russia nel Mar d’Azov”, annunciando che probabilmente le due navi regalate dagli americani saranno posizionate di stanza là. Per Kiev il blocco navale imposto da Mosca è un evidente tentativo di annettere il Mar d’Azov trasformandolo – grazie alla chiusa di Kerch – in una sorta di grande lago russo.

Secondo Bogdan, la deterrenza creata dalla nuova base ucraina potrebbe essere anche una leva per creare pressioni sulla Russia affinché implementi gli accordi di Minsk – che sono l’intesa internazionale di deconflicting firmata nel 2015 da Russia, Ucraina e separatisti.

(Foto: Twitter, @Poroshenko)


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