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Sogin, l’appello della Uiltec per un cambio dei vertici

La Uiltec, il sindacato della Uil che si occupa dei settori di Energia, Chimica,Tessile, ha chiesto le dimissioni di Luca Desiata, Amministratore delegato di Sogin. Questa richiesta poggia su un’analisi precisa e su dati oggettivi Lo dimostrano i dati diffusi da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti ed Ambiente. L’attuale vertice dopo aver rivisto al ribasso i programmi di attività, ha mancato gli obiettivi da esso stesso indicati, infatti nel 2017, degli 83 milioni di euro programmati ne sono stati consuntivati solo 63.

Tale valore è stato raggiunto attraverso la contabilizzazione di acquisti di ‘materiali vari’ e appalti in affidamento diretto alla propria controllata Nucleco per milioni di euro, concentrati nel corso degli ultimi mesi dell’anno. Si tratta di un vero e proprio record di scostamento tra preventivo e consuntivo della storia di Sogin, nonostante siano state effettuate le suddette ‘attenzioni’ contabili. Siamo in presenza di cifre che nulla hanno a che vedere con l’avanzamento fisico delle attività di ‘decommissioning’.

Risulta assolutamente insufficiente, infatti, l’analisi relativa agli avanzamenti delle attività di condizionamento dei rifiuti pregressi, di smantellamento delle strutture e di realizzazione del deposito nazionale. Vengono svolte solo attività non rilevanti ( come la cementificazione di aree verdi) o per rispondere alle esigenze delle amministrazioni locali( come la costruzione del Ponte Mascarello a Latina), rinviando continuamente quelle inerenti alla ‘mission’ aziendale e più impegnative, adducendo motivazioni relative al codice degli appalti ed alla complessa normativa nazionale e internazionale vigente.

Ancor più drammatica si presenta la gestione degli appalti, dove si è stati capaci nel caso Cemex di esporsi in un contenzioso con rischio di soccombenza possibile per più di 50milioni di euro, un contenzioso intrapreso contro Saipem (azienda di proprietà Eni e Cdp). Due società controllate dallo Stato citate in tribunale da Sogin, una scelta illogica ed immotivata. Ma l’elemento di giudizio ancor più grave è come si sia fatto finta di nulla riguardo alla presenza di rifiuti liquidi ancora non condizionati presso i siti di Saluggia (sito a rischio esondazione) e Trisaia.

Il cosiddetto ‘prodotto finito’ che avrebbe dovuto vedere il condizionamento completato da tempo, ma che è rimasto nella situazione originaria. Infine ci sono 80 lavoratori (70 con contratto di somministrazione e 10 con quello di staff leasing,assunti tra il 2014 ed il 2015) che non verranno confermati falla dirigenza societaria. Eppure si tratta di addetti altamente specializzati e dalle alte capacita’ professionali che risultano indispensabili per mandare avanti, affiancando i lavoratori contrattualizzati a tempo indeterminato, le attività della società stessa. Ecco, perché, per il bene di Sogin e della sicurezza del Paese chiediamo al governo di individuare al più presto un nuovo manager che sia in grado di offrire certezze e competenze e che sostituisca l’attuale Amministratore delegato.

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