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Amazon si fa corriere (ma c’è chi ha dubbi)

Amazon entra nel mercato dei recapiti, ovvero nel novero degli oltre 4 mila operatori postali iscritti all’apposito elenco depositato presso il ministero dello Sviluppo Economico. L’azienda fondata da Jeff Bezos risolve così una partita aperta la scorsa estate con l’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, che aveva comminato al gigante dell’e-commerce una multa da 300 mila euro per aver esercitato in maniera abusiva l’attività postale di consegna completa dei pacchi.

Ma a partire da questa sera, proprio mentre Poste fa sapere di aver sfondato il muro del milione di pacchi al giorno grazie al black friday, Amazon diventa ufficialmente un operatore postale in Italia, entrando dunque a pieno diritto nel mercato della consegna pacchi, in concorrenza con gli altri operatori abilitati come Poste Italiane. Nei giorni scorsi le controllate Amazon Italia Logistic e Amazon Italia Transport sono entrate nell’elenco del ministero dello Sviluppo economico, aggiornato periodicamente, degli operatori postali. La multa comminata dal Garante per le comunicazioni aveva spinto il colosso americano a chiedere al dicastero di Via Veneto di essere inserito nell’elenco ufficiale degli operatori. Richiesta che, come si desume dal nuovo elenco del Mise, ha avuto il via libera. Le condotte illecite identificate dall’Autorità guidata da Angelo Marcello Cardani, che vigilerà sull’Amazon-corriere, riguardavano in particolare, “l’organizzazione di una rete unitaria per svolgere il servizio di consegna dei prodotti di venditori terzi e la gestione dei punti di recapito”.

Più nel dettaglio le due società che fanno capo ad Amazon hanno ottenuto la cosiddetta “autorizzazione generale”, vale a dire, come spiega il Mise, la possibilità di consegnare posta sopra i 2 kg e pacchi da 20 a 30 kg, pony express, raccomandate urgenti, consegna con data e ora certa e altri servizi a valore aggiunto. Non si tratta, quindi, della licenza individuale, con la quale si possono consegnare raccomandate, assicurate, posta fino a 2 kg (in pratica le lettere) e pacchi fino a 20 kg. Per ottenere la licenza, le due società Amazon hanno dovuto semplicemente compilare dei moduli e pagare le spese riguardanti l’istruttoria (312 euro) e un altro contributo annuo, sempre da 312 euro.

Qualche domanda di fondo comunque rimane, perché sul mercato dei recapiti ha fatto ingresso una delle società più grandi del mondo in termini di fatturato, dotata di una potenza di fuoco non indifferente. Che cosa ne sarà del mercato delle consegne e come reagirà Poste? A sollevare delle perplessità è stato il partito liberale che per bocca di Francesco Pasquali, membro della segreteria, ha sottolineato come “Poste Italiane con Amazon farà la fine della rana con lo scorpione. L’ingresso di Amazon è infatti il funerale di Poste e delle altre migliaia di vettori che operano sul nostro territorio. Amazon ha una posizione di mercato dominante. Inoltre, Poste Italiane per svolgere il servizio postale universale ha anche il limite fissato a due chili (per i pacchi fino a 5 chili occorre aspettare il 2020.). Credo sia illiberale e pericoloso lasciare che una sola multinazionale possa controllare un settore come quello dell’e-commerce che conta oltre 20 milioni di clienti”.

Anche i consumatori sono in allarme. Secondo il Codacons “Amazon indossa di fatto una nuova veste, trasformandosi da venditore a società postale, e affiancando ai servizi finora offerti sul web anche quello di consegna diretta dei prodotti acquistati dai consumatori e in tal senso vigileremo con la massima attenzione perché il colosso dell’e-commerce rispetti i diritti degli utenti e quelli dei lavoratori”.



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