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Blockchain e Casaleggio, lo scontro (poco tecnologico) tra stampa, opposizione e governo

La Blockchain non è solo una delle tecnologie del momento, ma anche l’oggetto di una nuova polemica che vede contrapposti da un lato i pentastellati e Davide Casaleggio, anima della piattaforma Rousseau e figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Gianroberto, e dall’altro parte della stampa, e dell’opposizione al governo.
A scatenare il “fuoco” politico e mediatico è stata la concomitanza di due avvenimenti. Mentre l’esecutivo (e in particolare il Mise, guidato dal ministro e vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio) hanno annunciato l’inserimento in Finanziaria di 45 milioni di euro in un fondo dedicato a ‘interventi in nuove tecnologie, tra le quali la Blockchain, oggi la società di consulenza guidata da Davide, la Casaleggio Associati, ha presentato a Milano un report (sponsorizzato da Poste Italiane e Consulcesi Tech) che spiega alle aziende quali opportunità possono essere raccolte attraverso queste innovazione, che è alla base di una criptovaluta ben nota come il Bitcoin. Il mercato globale della blockchain nel 2017 ha raggiunto quota 339,5 milioni di dollari e si prevede che per 2021 raggiungerà quota 2,3 miliardi. Entro il 2027, il 10% del Pil mondiale sarà generato da prodotti e servizi erogati tramite questa tecnologia, soprattutto nel settore finanziario e manifatturiero, con un amenti in quello pubblico, delle comunicazioni e della sanità.

GLI ATTACCHI DELL’OPPOSIZIONE

Di Blockchain Casaleggio parla da molto tempo, tanto da aver più volte auspicato pubblicamente che questa tecnologia venga prima o poi utilizzata per operazioni di voto (ipotesi che registra posizioni critiche da parte di quasi tutti gli esperti di cyber security). Ma a scatenare le polemiche, cavalcate dal Pd, è in particolare la possibilità che la contemporanea esistenza dell’azione del governo e delle attività di consulenza di Casaleggio possano rappresentare un conflitto di interessi. “Fuori i nomi dei clienti della Casaleggio Associati”, ha tuonato il deputato dem Carmelo Miceli. “Le cronache oggi raccontano del Fondo Blockchain e Internet of things istituito dall’art. 19 della legge di bilancio. Quarantacinque milioni di euro nei prossimi tre anni. Denari gestiti dal Mise di Di Maio. Se è vero com’è vero che questo settore innovativo da tempo riscuote l’attenzione di Davide Casaleggio, che ne sta facendo un suo cavallo di battaglia, anche aziendale, è più che mai necessario conoscere, fin da subito, chi si sta avvalendo delle ‘competenze’ della Casaleggio Associati per meglio piazzarsi ai nastri di partenza in vista dell’assegnazione di questi fondi. In una democrazia seria e matura”, ha continuato Miceli, “non potrebbe essere tollerato che un soggetto sia contemporaneamente al vertice di un’azienda privata, della quale si disconoscono i clienti, e ‘dominus’ di fatto di un movimento politico che esprime parlamentari e ministri”. Del tema, con toni meno forti ma non per questo meno incisivi, si sono occupati anche alcuni quotidiani come Il Fatto Quotidiano e La Stampa, entrambi chiari nel porre in evidenza il potenziale confitto di interessi.

LA RISPOSTA DI CASALEGGIO

La risposta di Casaleggio, tuttavia, non si è fatta attendere. “Come Casaleggio Associati”, ha spiegato, “sicuramente non useremo quei 45 milioni di euro. Non so neanche come è definito questo bando”, ha replicato a margine della presentazione del report – perché non è ancora stato dettagliato a quanto mi risulta. Noi non ci stiamo focalizzando sulla costruzione di sistemi di Blockchain ma come sempre nei nostri convegni raccontiamo come singole tecnologie possano cambiare completamente il business dell’azienda in Italia”. Quanto allo stanziamento di fondi previsto in Finanziaria, il figlio del fondatore dei 5 stelle, si augura che “ce ne siamo molti altri, che ci siano molti incentivi per la quarta rivoluzione industriale che deve partire anche dall’Italia. Se non parte dal nostro Paese la subiremo, come avvenuto in parte nel settore dell’e-commerce nel quale abbiamo subito investimenti fatti all’estero”.

LA DIFESA DEL GOVERNO

Alle parole di Casaleggio hanno fatto eco quelle del governo, in particolare del guardasigilli, Alfonso Bonafede. “Quale sarebbe il conflitto di interessi?”, ha commentato. “C’è una piattaforma che dà la possibilità di consultare i propri iscritti in un rapporto costante tra M5S e Rousseau, tutto in piena trasparenza. L’importante è che tutto avvenga in piena trasparenza”, ha aggiunto ricordando che “nel Ddl anti corruzione affrontiamo finalmente la questione dei finanziamenti ai partiti”.



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