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Ecco Cimon, il primo robot assistente spaziale che supera i test

Cimon, il sistema di intelligenza artificiale, che riporta la memoria ad Hal 9000 di “2001: Odissea nello spazio”, supera i primi test nello spazio. Il sistema di aiuto agli astronauti, (Crew Interactive Mobile CompanioN), progettato e costruito da Airbus per conto dell’Agenzia spaziale tedesca Dlr, ha lavorato insieme all’astronauta tedesco dell’Esa, Alexander Gerst, nel modulo Columbus della Stazione spaziale internazionale (Iss) per circa 90 minuti. Questa sfera di plastica, delle dimensioni di una palla medica e del peso di cinque chili, è stata creata utilizzando la stampa 3D ed è il primo assistente per gli astronauti dotato di intelligenza artificiale. Si tratta di una tecnologia sperimentale che studia l’interazione uomo-macchina nello spazio.

LA PREPARAZIONE DEL ROBOT

Dopo il caricamento del software sulla Iss e un aggiornamento software per Cimon, un controllo audio e un test della telecamera di navigazione, Alexander Gerst, sulla Iss dall’8 giugno scorso, nell’ambito della missione Horizons, si è finalmente trovato faccia a faccia con il suo nuovo coinquilino artificiale, attivandolo per la prima volta. Il robot è stato in grado di riconoscere il volto di Gerst e di stabilire un “contatto visivo”. A dimostrazione delle sue capacità di assistenza, Cimon ha mostrato sul suo “viso”, uno schermo situato al centro della sfera, prima le istruzioni per un esperimento scolastico di scienze sulla cristallizzazione, e poi un video del cubo di Rubik, dopodiché ha suonato un brano musicale. Ha quindi testato i suoi sensori a ultrasuoni, che hanno una funzione simile ai sensori di parcheggio di un’auto, ha scattato una foto e girato un video di Gerst usando le sue telecamere integrate.

UN PASSO AVANTI PER IL VOLO UMANO

“Cimon rappresenta la realizzazione di una visione. Rappresenta un enorme passo in avanti per il volo spaziale umano. Con Cimon abbiamo gettato le basi per lo sviluppo di sistemi di assistenza sociale progettati per essere utilizzati in condizioni estreme”, ha dichiarato Till Eisenberg, project manager di Cimon di Airbus. “È una sensazione straordinaria e una gioia incredibile poter constatare che Cimon è in grado di vedere, ascoltare, capire e parlare. Questa prima missione nello spazio rappresenta per noi un momento storico per l’esplorazione spaziale e segna l’inizio di quella che si spera sarà una lunga avventura sulla Iss”, ha affermato Christian Karrasch, project manager del programma in Dlr. “Sono affascinato dalle interazioni con l’intelligenza artificiale. Il sistema è unico nel suo genere ed è stato progettato specificamente per l’utilizzo sulla Iss. Stiamo entrando in un territorio inesplorato, allargando i confini delle competenze tecnologiche in Germania”.

COME FUNZIONA

Per la trasmissione dei dati, Cimon utilizza il wi-fi della Iss, facendo uso di una rete satellitare in grado di stabilire una connessione Internet con Ibm Cloud. Quando si pone una domanda a Cimon o ci si rivolge a lui, il sistema di Ia Watson converte questo segnale audio in testo, che può essere compreso e interpretato dall’intelligenza artificiale. Ibm Watson non è solo in grado di comprendere il contenuto nel suo contesto, ma può anche comprendere l’intenzione ad esso associata. Il risultato è una risposta su misura, che viene convertita in parola e quindi inviata alla Iss, consentendo un dialogo parlato, naturale e dinamico.

I SITI COINVOLTI

Il collegamento dati con la Terra è stabilito via satellite con la Nasa/Esa e con il centro di controllo Columbus Dlr a Oberpfaffenhofen, ha spiegato Bernd Rattenbacher, team leader presso il centro di controllo a terra dell’Università di Lucerna. “Da lì, il segnale viene trasmesso a noi, alla stazione terrestre di Biotesc a Lucerna, il centro svizzero di supporto operativo per gli operatori di Cimon che è collegato tramite internet a Ibm Cloud, a Francoforte. Il tempo necessario per trasmettere il segnale via satellite è di 0,4 secondi in ciascuna direzione. Una serie di firewall e tunnel Vpn garantiscono la sicurezza dei dati”. Cimon ha anche una componente scientifica, progettata e seguita dal dipartimento di anestesiologia dell’Ospedale universitario Ludwig-Maximilian di Monaco. In qualità di assistente dell’equipaggio, Cimon potrebbe infatti supportare gli astronauti nei loro numerosi esperimenti e lavori di manutenzione e riparazione, riducendo così la loro esposizione allo stress.

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