Dopo la cessione di Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei, controllata dal fondo americano Kkr per 6,2 miliardi, il nuovo ad di Fca, Mike Manley, starebbe già pensando alla seconda grande operazione dopo la scomparsa di Sergio Marchionne. Obiettivo? Concentrarsi sulle attività automobilistiche della multinazionale italo americana e racimolare quattrini per finanziare il piano di sviluppo. Ma per l’Italia i risvolti potrebbero essere altri. Il passaggio di controllo in mani straniere, con molta probabilità cinesi, di un asset dal grande valore tecnologico e industriale come Comau potrebbe non essere un buon affare per il nostro Paese in termini di sicurezza nazionale. E poi ci sono i risvolti a cascata, come quello sull’occupazione.
Intanto oggi a Mirafiori, a circa sei mesi dalla presentazione del piano industriale al 2022, toccherà al neo responsabile di Fca Emea, Pietro Gorlier, delineare il futuro degli impianti in Italia incontrando le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo applicato nel gruppo.
L’asset in questione è la torinese Comau, (Consorzio Macchine Utensili) controllata del gruppo che il 19 marzo scorso, Marchionne, parlando a margine dell’assemblea del gruppo svizzero SGS che lo riconfermò presidente, definì “bellissima”, dichiarandola pronta per un’operazione simile a quella di Magneti Marelli seppur con tempi più dilatati: “Comau è una bellissima azienda ed eventualmente potremo considerare uno scorporo, ma non entro il 2018 come avverrà per Magneti Marelli”, furono le parole dell’amministratore delegato del gruppo.
LE INDISCREZIONI
Nessuna fonte ufficiale al momento ma per l’agenzia Bloomberg la cessione della società di automazione e robotica industriale porterebbe nella casse di Fca una somma compresa tra 1,5 e 2 miliardi. Il processo di vendita dovrebbe cominciare all’inizio del prossimo anno e potrebbe trovare offerenti soprattutto dal mercato cinese. La valutazione dell’operazione, spiega Blomberg, sarebbe solo ad un fase preliminare.
LE PAROLE DEL CEO
Parlando della Cina, Mauro Fenzi, Ceo di Comau, ha detto in una intervista: “La Cina è una parte importante della nostra strategia di sviluppo e gioca un ruolo fondamentale per la nostra organizzazione. Abbiamo più di 1.000 persone e 4 stabilimenti in Cina (uno di questi è un innovation center). È probabile che nei prossimi tre anni venderemo più robot in Cina che nel resto del mondo”.
CHE COS’È E DI COSA SI OCCUPA
32 sedi, 12.600 dipendenti, 5 centri di ricerca, 14 stabilimenti produttivi, Comau spa è una società completamente controllata da Fiat Chrysler Automobiles, il gruppo dell’automotive quotato alla Borsa di New York (Nyse) e alla Borsa Italiana (Mta). A guidare la società con sede principale a Grugliasco è Mauro Fenzi. Comau offre soluzioni di automazione innovative in fabbrica, per soddisfare le nuove esigenze determinate dalla “rivoluzione digitale”. Esprime la sua innovativa idea di fabbrica attraverso il concetto HUMANufacturing (Human Manufacturing). La fabbrica di Comau è “intelligente, flessibile, connessa, dove l’uomo è al centro del processo produttivo e la sua interazione con gli altri elementi del processo di automazione è resa efficiente e sicura dai robot collaborativi e dalle tecnologie digitali”, si legge sul sito ufficiale. L’azienda torinese progetta nuove tecnologie per la manifattura digitale, da interfacce uomo-macchina (hmi) ad app per l’impiego di smartwatch, tablet e smartphone, all’IoT Box, strumento per la raccolta e l’analisi dei dati di processo nell’ottica dell’Internet of Things.
LA STORIA
L’ingresso nel gruppo del Lingotto, con il quale intratteneva già rapporti commerciali, risale al 1999, ma Comau nasce nel 1970 come Consorzio macchine utensili formato dagli stessi ingegneri e dalle imprese di Torino che contribuirono alla costruzione dell’impianto automobilistico Volga in Russia. Gli stessi che ritornati in Italia, decisero di unire le loro capacità per creare una nuova società, che sarebbe poi diventata nota con il nome Comau.
Nel 1980 segue l’espansione negli Stati Uniti e lo sviluppo dei primi robot laser, impiegati subito in GM. Da qui avviene la sua espansione a livello globale. Nel 1990 vengono aperti vari centri operativi e stabilimenti di produzione in Sud America, Europa, Nord America e Asia. Nel 2000 Comau si espande in Cina, Russia e Romania dopo avere rilevato Renault Automation in Francia e Pico negli Stati Uniti, in Messico, Germania e nel Regno Unito. Nel 2010 Comau lancia nuove linee di prodotti: Comau lancia Comau Aerospace, eComau e Comau Adaptive Solutions. È tempo per l’avvio dell’attività del gruppo in settori diversi da quello automotive, e Comau per rispondere meglio alle esigenze del mercato costituisce nuove business unit – Comau Aerospace, eComau e Comau Adaptive Solutions – e continua a creare soluzioni che migliorano l’efficienza operativa nei vari settori in cui opera il gruppo: settore aerospaziale, veicoli commerciali e mezzi pesanti, ferrovie ed energie rinnovabili. Nel frattempo Comau continua la propria espansione territoriale: in Asia, con tre nuovi stabilimenti in Cina, e in Europa, con l’apertura di Comau Repubblica Ceca, Turchia e una nuova sede in Germania. Viene inoltre ampliato lo stabilimento di Comau Messico e vengono inaugurate le sedi di Comau Thailandia e Brasile, inaugurato lo HUMANufacturing Innovation Center di Pisa (Italia) e aperte due nuove sedi, in UK e USA (California).
I SETTORI INDUSTRIALI
Comau abbraccia sette settori industriali: automazione e controllo processi per l’automotive; automazione e gestione processi per l’industria aerospaziale (attraverso una stretta collaborazione con le società aerospaziali nel mondo per rispondere alle specifiche esigenze del settore dell’aviazione civile e militare); veicoli commerciali (automazione e gestione processi produttivi per veicoli commerciali); automazione per l’industria pesante; automazione per l’industria ferroviaria (gestione e controllo dei processi produttivi); energie rinnovabili (automazione industriale per il settore energie rinnovabili); industria generale (gestione processi aziendali e sistemi di automazione).
QUANTO VALE
In attivo da oltre sette anni, nel 2017 Comau ha registrato ricavi per 1,8 miliardi con un ebitda di 80 milioni nel 2017. Gli analisti di Banca Akros valutano la divisione di robotica 0,5 miliardi di euro, stimando ricavi pari a 1,7 miliardi di euro, un ebitda di 80 milioni e un ebit di 60 milioni quest’anno.
“Non conosciamo quanto hanno contribuito le diverse parti della società. Diamo una valutazione prudenziale a Comau di 500 milioni di euro”, scrivevano a febbraio in una nota gli esperti di Banca Akros, secondo i quali, Comau, con il sua attuale perimetro di business, “pone serie questioni in termini di strategia”. In particolare, gli esperti ricordavano che “il business della robotica appare interessante e i suoi competitor (Kuka, Fanuc e Abb) contano su alte valutazioni, ma Comau appare troppo piccola e non abbastanza redditizia per stare al passo coi concorrenti”.
“Giudichiamo positivamente lo spin-off di Comau perché permetterà a FCA di valorizzare meglio questo asset che valutiamo attorno al miliardo di euro, il che implica un rapporto EV/EBIT 2018 di 7,5 sulla base di uno sconto del 35% rispetto ai suoi principali concorrenti indipendenti”, hanno detto lo scorso marzo gli esperti di Banca Imi.
CHI È INTERESSATO
Tra le società cinesi che in passato (2016) hanno mostrato interesse nei confronti della società di robotica del Lingotto figurano Shanghai Electric. Tra i potenziali compratori di Comau che al tempo avevano sondato il management sulla possibilità di dismissione c’erano anche Sinomach e lo Shanghai Institute of Mechanical and Electrical Engineering.