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Conte e Tria inaugurano la strategia della distensione. Con l’Europa

Una porta socchiusa per lasciare uno spazio di dialogo con l’Europa. C’è un asse Tria-Conte per provare a cambiare qualcosa in quella manovra della discordia che ha portato governo italiano ed Europa a un livello di tensione mai visto prima. Il che rischia di costare caro all’Italia in termini di fiducia sui mercati, dunque di sostenibilità del nostro debito (qui l’approfondimento sulle prossime aste di titoli pubblici).

Gli indizi sono tutti racchiusi tra l’Aula di Montecitorio e quella del Senato. Prima il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, al question time e poi il premier Giuseppe Conte nell’informativa urgente all’indomani della bocciatura europea, hanno fatto capire abbastanza bene una cosa. La manovra non è un totem intoccabile, qualche piccola modifica, forse nemmeno troppo piccola si può fare. Naturalmente bisognerà capire che cosa ne pensano i due soci di maggioranza del governo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Se non altro per non buttare a mare sessant’anni di ottimi rapporti con l’Europa oltre che rischiare una fuga in massa degli investitori dal mercato del debito. La filosofia che ispira la manovra non è in discussione, questo è chiaro. Ma forse continuare a prendersi a testate comincia ad avere poco senso. “Ritengo che la drammatizzazione del dissenso tra Italia e commissione europea danneggi l’economia italiana e di conseguenza l’economia europea. Questa considerazione è alla base del nostro impegno a continuare il dialogo con la Commissione alla ricerca di una soluzione condivisibile nell’interesse reciproco”, ha detto Tria in una delle sue risposte.

Il responsabile dell’Economia d’altronde è consapevole dei rischi che una guerra di logoramento può comportare. “Se l’aumento dello spread persistesse nel tempo la traslazione sui tassi praticati dalle banche sui mutui potrebbe risultare più significativa. Secondo i dati della Banca d’Italia, l’andamento dello spread non ha influenzato in modo avverso i tassi sui mutui mentre gli ultimi dati Abi indicano un aumento del tasso medio a ottobre sui mutui di nuova erogazione”. Il conto del muro contro muro, è il senso, lo pagherebbero famiglie e imprenditori.

Conte, intervenuto due ore dopo Tria e a mezzo chilometro di distanza, ha invece usato un’altra parolina magica, che però esprime più o meno lo stesso senso di Tria: trattiamo nei limiti del possibile. “Nella risposta all’Ue (sabato Conte vedrà Jean Claude Juncker, ndr) ribadiremo e puntualizzeremo gli effetti della manovra sulla crescita: ci sarà un’accelerazione degli investimenti e una rimodulazione in Parlamento di alcuni interventi se possono accrescere gli effetti positivi sulla crescita senza alterare ratio e contenuti”. Forse, alla fine, le parole di Tria nel lasciare il Parlamento, valgono qualcosa di più di una semplice rassicurazione. “Novità? Ci saranno quando ci sarà la trattativa”. Sì, nel governo c’è un partito della trattativa.

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