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Decreto Sicurezza. Il pugno duro di Salvini piace, ma sull’immigrazione…

global compact, Salvini

Saranno i prossimi mesi a farci capire l’efficacia o meno del decreto sicurezza, il progetto cardine della politica del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il provvedimento comprende diverse norme, anche se l’attenzione è rivolta soprattutto all’immigrazione.

GLI INTERROGATIVI

Non c’è dubbio che la protezione umanitaria avesse numeri molto alti, ma allo stesso tempo la sua abolizione comporterà un maggior numero di immigrati irregolari che, pur avendo un foglio di via, certo non torneranno nel loro Paese. Quella protezione è stata sostituita da “permessi speciali” previsti per sei fattispecie, da particolari motivi di salute alla violenza domestica. A questo si aggiunge la novità che i richiedenti asilo non saranno più accolti dai comuni del sistema Sprar, destinati ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati. Gli altri (in futuro perché la novità non riguarda chi attualmente è nel sistema) finiranno nei centri di accoglienza. Il rischio, dunque, è che aumenti la manovalanza per le organizzazioni criminali.

Il pugno duro di Salvini, stando ai sondaggi, piace molto, pur senza dimenticare che l’unico motivo per il quale ha avuto successo alle elezioni è l’aver promesso di cacciare 500mila immigrati irregolari, cosa impossibile in assenza di tanti ed efficaci accordi di riammissione. Su questo il titolare del Viminale sta lavorando, ma non è facile per lui come non lo è stato in passato. Il decreto sicurezza, tra l’altro, raddoppia la permanenza nei Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio) da 90 a 180 giorni al termine dei quali l’immigrato non “riconosciuto” dal Paese di provenienza tornerà comunque in libertà. Il rischio che corre Salvini, in sostanza, è che nei prossimi mesi i cittadini si accorgano che l’immigrazione irregolare non è diminuita a causa delle rare espulsioni e, anzi, che potrebbe aumentare, eventualità difficile da spiegare.

Infine, è opportuno che la cittadinanza italiana sia concessa a chi conosce l’italiano, ma allungare i tempi da 2 a 4 anni forse non aiuta chi è già regolare, paga le tasse e sta aspettando da tempo.

SICUREZZA NELLE CITTÀ

La maggiore severità per l’accattonaggio molesto e i parcheggiatori abusi, se applicata seriamente, potrebbe dare sollievo a molti cittadini. Il nuovo reato di “esercizio di accattonaggio molesto”, dietro il quale spesso c’è un vero racket, prevede una pena fino a 6 mesi che può toccare i 3 anni in caso di impiego di minori. Altro tema sensibile, per il quale occorre un’intensa collaborazione tra prefetture e Comuni, riguarda l’occupazione di immobili con pene più severe e l’uso di intercettazioni. Il braccialetto elettronico per gli stalker si spera dia maggiore sicurezza alle donne e la sperimentazione della pistola elettrica Taser nelle polizie locali dei capoluoghi di provincia comporterà un maggiore impegno anche dei vigili urbani sul fronte della sicurezza.

ANTITERRORISMO

La già eccellente prevenzione dell’intero comparto della sicurezza è rafforzata dalla norma che prevede la comunicazione alle forze dell’ordine dei contratti di noleggio di automobili e camion. Giusta anche la revoca della cittadinanza italiana a chi è condannato per terrorismo e si prevede l’ampliamento del Daspo urbano oggi previsto per le manifestazioni sportive anche agli indiziati di terrorismo.

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