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Il diritto internazionale vale. Le elezioni nel Donbass no

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Allarme della comunità internazionale sul Donbass, che oggi è chiamato alle urne. “L’Ue condanna queste ‘elezioni’, che violano il diritto internazionale, minano gli impegni assunti nel quadro degli accordi di Minsk e violano la sovranità e il diritto dell’Ucraina”, ha affermato Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dopo aver appreso dell’appuntamento elettorale locale. Organizzate dalle autoproclamate repubbliche popolari di Luhansk e Dontesk, le votazioni si svolgono proprio nei territori che l’Ucraina considera occupati illegalmente, nella parte orientale del Paese.

“L’Unione europea ribadisce il suo pieno sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno delle sue frontiere internazionalmente riconosciute”, ha continuato Mogherini. A fare eco all’Alto rappresentante è intervenuto subito anche lo statunitense Kurt Volker, rappresentante speciale per le negoziazioni, da tempo impegnato sul fronte ucraino.

La condanna è comune, dunque, e comprende anche una nota dell’Alleanza Atlantica che specifica come questa resti ferma a sostegno della “sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti”. E ancora si legge nella nota della Nato: “Continuiamo a richiamare la Russia al ritiro delle sue forze e a cessare di sostenere i gruppi militanti nelle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk. Chiediamo una piena attuazione degli accordi di Minsk da tutte le parti, e il sostegno degli sforzi nel Formato Normandia (Russia, Ucraina, Germania e Francia) e nel gruppo trilaterale di contatto”.

Anche Mogherini ha sottolineato in questo senso che “ci aspettiamo che la Federazione russa faccia pieno uso della sua considerevole influenza sui separatisti che sostiene. Le disposizioni degli accordi di Minsk dovrebbero essere attuate pienamente e senza ulteriori ritardi, a partire da un cessate il fuoco globale e dal ritiro delle armi pesanti, in modo da creare le condizioni necessarie per la transizione politica attraverso le elezioni locali previste”.

Intanto, nonostante la condanna dell’Ucraina, dall’Ue, degli Usa e di buona parte della comunità internazionale, i seggi saranno aperti dalle otto di questa mattina fino alle otto di questa sera. Gli attuali leader uscenti delle zone interessate, rispettivamente Denis Pushilin e Leonid Pasechnik, restano i favoriti per la vittoria. Solo di ieri sera l’ultimo appello del presidente ucraino Petro Poroshenko, che oltre a sollecitare i leader internazionali ad una reazione decisa sulla faccenda, ha invitato i residenti del Donbass a non recarsi alle urne, sottolineando l’intenzione di Kiev a discuterne alla riunione di lunedì all’Osce.

“La Russia dovrebbe essere sottoposta a nuove sanzioni per le elezioni illegali che si svolgono domani nel Donbass”, ha inoltre dichiarato ieri il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Pavlo Klimkin. “La reazione alle elezioni false nei territori occupati dell’Ucraina sarà il rafforzamento delle sanzioni internazionali. Stiamo ià’ lavorando con i nostri partner”, ha continuat, parlando anche delle elezioni come di “un crimine contro l’Ucraina”.

E se il sostegno dell’Unione europea e degli Stati Uniti a Kiev non è in discussione, altrettanto dure sono state proprio le parole di Klimkin nei confronti della Federazione russa, secondo cui Mosca continua ad ignorare le condanne internazionali, avallando le “vergognose elezioni” di oggi.

Secondo la nota diffusa dal ministero degli Esteri, quindi, i tentativi della Russia “di giustificare, organizzare e poi legittimare processi di voto falsi” nel Donbass rappresentano “una fragrante violazione delle norme e dei principi del diritto internazionale e della legislazione Ucraina, e costituiscono una grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.

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