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La road map delle carovane honduregne. Chi sono, dove sono e chi le sostiene

Non è la prima volta che una carovana di persone tenta di arrivare negli Stati Uniti. Nel corso degli anni, ce ne sono state tante. Ma due settimane fa è partita dall’Honduras quella che forse è la più grande della storia.

A differenza delle altre, organizzate principalmente in Messico, questa è cominciata in Honduras con circa 160 persone. Volevano semplicemente scappare dalla violenza della città di San Pedro Sula. Le cifre ufficiali indicano che ora ci sono circa di 7000 persone, tra cui bambini, donne, uomini e anziani.

PRIMA CAROVANA

La carovana di migranti che sta attraversando l’America centrale si è frammentata in Messico. Centinaia di persone della prima carovana che è partita da ottobre verso gli Stati Uniti si sono divisi dal gruppo principale per restare in alcuni alberghi in Città del Messico e nello stato Puebla, mentre altri hanno proseguito il viaggio verso il nord, sperando di attraversare lo stato di Veracruz, uno dei più pericolosi del Messico. Sono arrivati in Messico il 19 ottobre e qualche giorno fa si trovavano nella località di Matías Romero, nello stato Oaxaca. Molti volevano arrivare a Città del Messico, ma la difficoltà per trovare mezzi di trasporto ha fatto cambiar loro percorso e facendoli arrivare a Veracruz attraverso l’istmo di  Tehuantepec, nonostante lì a comandare sia il crimine organizzato. Nei 20 giorni di viaggio molte persone si sono ammalate e hanno dovuto essere assistite dai medici.

SECONDA CAROVANA

Questo secondo gruppo è riuscito ad attraversare la frontiera tra Guatemala e il Messico. domenica 4 novembre era a Tapachula, nello stato di Chiapas. Alcune persone che avevano deciso di proseguire da soli sono state arrestate dalla polizia messicana; altri sono rimasti indietro nell’attraversamento del fiume Suchiate, al confine tra Guatemala e México. Secondo la Direzione di Migrazione de Guatemala, 1351 cittadini salvadoregni sono entrati al Paese in questa seconda carovana di migranti. Altri 630 l’hanno fatto attraverso la frontiera La Hachadura e 721 via San Cristóbal.

TERZA CAROVANA

Un terzo gruppo di persone è partito da El Salvador verso gli Stati Uniti. Sono circa 50 persone – tra cui otto bambini – e si sono incontrati nella piazza Salvador del Mundo per cominciare il pellegrinaggio. Seguiti da ufficiali della polizia, sostengono che all’arrivo hanno amici e famigliari che li aiuteranno all’inserimento negli Usa. Questa è la terza carovana di migranti partita verso in meno di 15 giorni. Di dimensioni molto più piccole rispetto alla prima, si prevede che aumenterà durante il viaggio: altre persone li raggiungeranno nella frontiera di Ahuachapán, nella frontiera con il Guatemala.

La modalità di questa carovana è diversa dalle altre: hanno scelto di cominciare il viaggio a piede fino alla stazione e da lì proseguiranno in autobus alla zona limitrofe Las Chinamas. Si stima che al confine con il Messico saranno circa 240 persone.

I media locali sostengono che questa terza carovana è stata organizzata sui social network promuovendo “la ricerca di un futuro migliore”. Perché secondo i salvadoregni El Salvador non offre più opportunità di lavoro.

CHI LE FINANZIA?

Tuttavia, ci sono analisti che credono sia finanziata da organizzazioni politiche che cercano di influire sulle elezioni legislative del 6 novembre. I volontari dell’organizzazione civile Pueblo Sin Fronteras insistono che non c’è un’agenda politica dietro che guida la carovana, ma le necessità economiche della popolazione centroamericana. “Nessuno può avere la capacità di organizzare tante gente – ha dichiarato al sito messicano Sin Embargo Irineo Mujica di Pueblo Sin Fronteras -. Questo è un vero esodo”. Organizzazioni religiosi, municipali e persone comune sostengono i migranti con cibo, vestiti e assistenza medica.

UN ALTRO “ESERCITO” AMERICANO

Donald Trump ha criticato duramente i governi centroamericani per non essere riusciti ad impedire l’uscita di queste persone. Ha mobilitato circa 5200 soldati nella frontiera con il Messico per respingere l’arrivo. I presidenti di Guatemala e Honduras, coinvolti e accusati entrambi di corruzione, hanno ordinato alle forze di sicurezza di bloccare l’esodo ma senza successo.

Ma c’è un altro esercito si sta formando per repellere le carovane negli Usa. L’insistenza di Trump sui pericoli delle carovane di migranti centroamericani verso il nord sta colpendo particolarmente alcuni settori della società americana. E ha provocato la nascita di nuovi gruppi come Texas Minutemen o Texas Border Volunteers, che reclutano volontari per sostenere i militari americani nel confine. “Siamo pronti ad aiutare la Pattuglia di frontiera. La carovana è un’invasione”, ha dichiarato alla Bbc Shannon McGauley, presidente di Texas Minutemen. Questa organizzazione con sede a Arlington, Texas, è di circa 200 ma si spera che aumenterà a 1000. Hanno armi, droni, giubbotti anti-proiettili e camere di visione notturna.

Il governo del Messico invece è contraddittorio. Sembra essere sensibile al fenomeno della migrazione ma vuole mantenere buoni rapporti con la Casa Bianca. Alfonso Navarrete, segretario di governo messicano, ha dichiarato che “il Messico non criminalizza la migrazione senza documenti. Questa è una popolazione vulnerabile”, per cui ha invitato ai migranti a fare richiesta di asilo. Al 30 ottobre erano state accettate circa 1700.

Secondo il New York Times, il fatto che la prima di queste carovane sia riuscita ad arriva da Honduras al Guatemala e poi in Messico ha ispirato altri migranti a partire: “Questo capovolge la logica di molti anni della migrazione centroamericana negli Stati Uniti: invece di muoversi senza essere individuati, alcuni migranti sacrificano l’invisibilità per la sicurezza di viaggiare in gruppo”.

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