Dopo le accuse (respinte al mittente) di non essersi mossa per tempo pur sapendo di attività di interferenza sulla sua piattaforma, Facebook rilancia e mostra i numeri del suo impegno rivolto al contrasto al fenomeno.
I NUMERI DEL REPORT
Secondo i dati contenuti nell’ultimo “Community standards report” – il documento con cui Menlo Park illustra ogni tre mesi l’azione contro notizie false, spam (prevalentemente per fini commerciali), hate speech e propaganda jihadista – solo nel periodo compreso tra luglio e settembre il social network fondato e guidato da Mark Zuckerberg avrebbe rimosso 754 milioni di falsi account. Un conto che dall’inizio dell’anno salirebbe in totale a oltre 2 miliardi. Una cifra elevatissima, soprattutto se si raffronta col numero degli utenti attivi ogni mese, pari a quasi 2,3 miliardi, e si tiene conto della difficoltà oggettiva nel monitorare una platea così ampia. Non solo. Il numero, si legge nello studio, riflette “gli account falsi che vengono creati e poi disabilitati” (per la maggior parte “entro pochi minuti”). Ma non contempla “i tentativi di creare account falsi bloccati” (anche grazie all’IA) dal principio. Ovvero gli utenti a cui il social network impedisce di aprire un profilo perché non riconosce la loro identità.
L’AMPIEZZA DEL FENOMENO
Si tratta di numeri giganteschi che, a detta degli esperti, confermano soprattutto quanto l’uso del Web per condurre attività di questo tipo per scopi economici ma anche politici più o meno coordinati stia crescendo in modo inarrestabile, soprattutto grazie all’uso di bot che amplificano i messaggi. Il colosso di Menlo Park stima che circa il 3%-4% degli utenti mensili sia rappresentato proprio da account falsi. Il Community standard report contiene dati aggiornati anche sui contenuti illeciti. Sarebbero quasi 3 miliardi da inizio anno quelli segnalati come spam, 14 milioni quelli che veicolerebbero propaganda terroristica, quasi 90 milioni quelli che conterrebbero immagini di nudo e sessualmente esplicite. Mentre ammonterebbero a 9 milioni i contenuti rimossi di incitamento all’odio, 2 milioni quelli bloccati per bullismo e quasi 9 milioni quelli riguardanti abusi sui minori. Numeri che, dichiara lo stesso Facebook, sono ancora imprecisi. Ma che rendono bene l’idea di quanto sia ampio il fenomeno.