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Dove sono gli interessi del patrimonio di Gheddafi? I dubbi di Mosca e la smentita della Lia

gheddafi

“Gli interessi sui fondi congelati di Muammar Gheddafi nelle banche belghe non sono soggetti alle sanzioni dell’Onu e non sono stati utilizzati in modo improprio o sottratti”, ha dichiarato la Libyan Investment Authority (Lia), il fondo sovrano del Paese fondato nel 2006, smentendo dichiarazioni precedenti, riportate tra gli altri dall’emittente Russia Today, che mettevano in luce possibili violazioni.

Alla fine di ottobre, l’emittente pubblica Rtbf con sede Bruxelles, aveva riferito dell’avviamento da parte dei pubblici ministeri belgi, di un’indagine per verificare se le banche belghe avessero pagato interessi e dividendi su conti congelati sotto le sanzioni dell’Onu nel 2011.

I beni di Gheddafi, un patrimonio immenso che ammonta intorno ai 200 miliardi di dollari, è stato congelato nel 2011, quando la Nato è intervenuta nella regione libica per rovesciare il leader. Citando proprio i documenti legali britannici e belgi, la Lia ha voluto chiarire la questione, dichiarando invece che “gli interessi sui beni congelati non sono soggetti alle sanzioni e sono stati regolarmente versati sui loro conti”. Anche se, ad oggi, secondo una dichiarazione rilasciata a Rt, l’agenzia libica ha dichiarato che l’indagine su dove sono andati a finire esattamente i fondi è ancora in corso.

D’altra parte, ha continuato la Lia, il pagamento degli interessi per quasi 5 miliardi di euro sono stati depositati su “conti speciali all’estero”, fino alla fine di ottobre 2017, quando i pagamenti sono poi cessati. Dunque, ha precisato: “Siamo fiduciosi che la Lia sia rimasta pienamente conforme al regime sanzionatorio e che nessun denaro proveniente dai conti belgi sia stato utilizzato in modo improprio”. E ancora: “Vogliamo assicurare ai libici che tutti i beni congelati della Lia sono sicuri e protetti”.

“I documenti delle Nazioni Unite confermano che il Belgio non ha rispettato una risoluzione delle Nazioni Unite sul congelamento dei beni libici”, aveva riferito George Gilkinet a Rtbf, aggiungendo però di aver ricevuto solo informazioni frammentarie dalle autorità belghe. Il politico aveva poi specificato come fosse necessario “chiarire la situazione, a maggior ragione perché poteva esserci la possibilità che il denaro fosse stato consegnato a terroristi e a gruppi armati.

Anche a questo proposito, però, la Lia, rispondendo direttamente al media belga, ha affermato che le informazioni sul ritiro degli interessi dei fondi libici congelati dell’Onu rappresentano “semplici accuse” e che “non c’è alcuna prova che i fondi siano stati utilizzati per finanziare gruppi armati”.

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