Poliedrico artista, visionario, sperimentatore, innovatore, fra i più significativi protagonisti del Novecento musicale italiano e sempre più al centro d’interesse delle giovani generazioni. Giacinto Scelsi se ne andava trent’anni fa, l’8 agosto 1988, nella sua casa di via San Teodoro 8 al Palatino “linea ideale di demarcazione tra Oriente e occidente” come amava ricordarla, e oggi sede della Fondazione Isabella Scelsi, erede universale del lascito artistico e culturale del Maestro. Per la ricorrenza del trentennale della morte, la Fondazione, guidata dal presidente Irmela Heimbächer, organizza in questi mesi una serie di iniziative che avviate nel 2018 proseguiranno nel 2019: seminari, concerti, convegni, pubblicazioni, ma anche la valorizzazione dell’archivio storico inaugurato nel 2009 e recentemente arricchitosi di nuovi lasciti e preziosi documenti.
Chi era Giacinto Scelsi? Nato nel 1905 a La Spezia 1905 è morto a – Roma 1988, Scelsi ha attraversato tutto il Novecento, lasciando un marchio indelebile non solo nella cultura musicale ma nella vita artistica ed intellettuale più in generale. Rappresenta un caso a sé, ancora un enigma, nonostante la sua musica abbia influenzato intere generazioni in tutto il mondo. Di origine aristocratica, Scelsi ebbe una formazione scolastica e musicale inconsueta, con precettori privati e lezioni individuali. Nel corso della sua vita ha partecipato intensamente alle temperie -artistiche e culturali del proprio tempo, legandosi a figure come Jean Cocteau, Henri Michaux, Virginia Woolf, Walter Klein e grandi interpreti quali Nikita Magaloff e Pierre Monteux. Una delle sue prime composizioni Rotativa, in prima mondiale nella Sala Pleyel a Parigi, diretta da Monteux, il 21 dicembre 1931, lo impose all’attenzione internazionale.
Seguendo una peculiare ricerca musicale, non si è preoccupato delle estetiche e delle mode a lui contemporanee che – nel corso del Novecento – lo hanno circondato nel loro spesso molto rapido avvicendarsi. Fortemente influenzato dal pensiero orientale, Scelsi utilizzava tecniche compositive tradizionali, suscitando ed esplorando problematiche oggi molto attuali: la centralità del suono, lo spiritualismo, il rapporto della musica con l’esoterismo e lo spiritualismo, le nuove tecniche elettroacustiche di produzione sonora, il superamento della scrittura musicale tradizionale, la virtualità, il rapporto con lo spazio.
Alla fine degli Anni 30 organizzò a sue spese una serie di concerti di musica contemporanea per fare conoscere giovani musicisti italiani e stranieri, fra i quali Kodaly, Meyerowitz, Hindemith, Schoenberg, Stravinskij, Schostakovitch, Prokofief, Nielsen, Janàcek, Ibert. Si allontanò progressivamente dall’Italia, in seguito alle leggi razziali che rendevano difficili, ove non impossibili , i suoi contatti con i colleghi stranieri. All’inizio della guerra, si trovava in Svizzera, dove rimase per tutto il periodo del conflitto e dove si sposò con Dorothy-Kate Ramsden, cittadina inglese. Nonostante gli anni difficili, continuò una intensa attività culturale, sia poetica sia compositiva, iniziando un lavoro di tipo teorico fondamentale per gli sviluppi futuri della propria musica. Dedito anche alla produzione letteraria, si è intensamente interessato alle arti visive, in particolar modo all’arte informale, che ha attivamente sostenuto attraverso la creazione della Rome-New York Art Foundation. La sua opera è difficilmente classificabile, tesa ad esplorare e catturare un suono nuovo, al di fuori del tempo ma al tempo stesso vivo, presente, moderno; un suono da inseguire nelle sue infinite metamorfosi.
È stato anche uno straordinario collezionista: l’apertura al pubblico dell’Archivio Scelsi è un avvenimento di grande rilievo non solamente per il mondo della musica ma per tutto il mondo della cultura. Il lavoro di riordino, inventariazione e catalogazione, realizzato dalla Fondazione Isabella Scelsi in collaborazione con il ministero per i Beni e le Attività culturali, l’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio e l’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi (Discoteca di Stato), rende oggi accessibile oltre 16.000 documenti di estremo interesse tanto dal punto di vista musicale e musicologico quanto per l’approfondimento del panorama culturale italiano ed internazionale del Novecento.
La documentazione, reperita all’indomani della morte di Giacinto Scelsi tanto nella casa di Via S. Teodoro quanto nell’appartamento di Viale Mazzini, è stata salvata da rischi di dispersione e distruzione, raccogliendola in casse e valigie e redigendone un sommario elenco di consistenza. Dichiarato “di notevole interesse storico” dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio nel luglio 2000, l’Archivio è stato oggetto di una complessa attività di riordinamento e inventariazione in cui le carte di carattere personale sono state raggruppate a formare un archivio privato, mentre le partiture e la documentazione sonora hanno dato vita a un archivio musicale. È stata aggiunta una sezione bibliografica in cui si sono raccolti saggi, studi, articoli concernenti Scelsi. Tra le serie dell’Archivio privato, di particolare rilievo sono la Corrispondenza che documenta l’ampiezza dei contatti scelsiani con personalità del mondo musicale e artistico; la Rassegna stampa che riflette l’accoglienza riservata dalla critica alle partiture del compositore; gli Scritti filosofici e poetici che raccolgono appunti, abbozzi, riflessioni sulla musica, nonché le prime stesure manoscritte e dattiloscritte della produzione poetica del maestro, svolta con continuità parallelamente a quella compositiva.
L’archivio musicale è invece soprattutto incentrato sulle partiture di Scelsi, che comprendono manoscritti, edizioni a stampa, copie eliografiche, versioni preparatorie con annotazioni autografe, lucidi: uno straordinario complesso di 1.177 pezzi, in buona parte ancora inediti. L’archivio musicale include anche un gran numero di Nastri magnetici, di cui 270 contengono le improvvisazioni di Scelsi all’ondiola o al pianoforte e circa 300 le registrazioni da lui effettuate da dischi o dalla radio. È presente anche una Raccolta di CD comprendenti incisioni discografiche di musiche
Di Scelsi, effettuate non solo in studio, ma anche dal vivo, per lo più nel corso del Festival Scelsi, tenutosi nel 2005 in occasione del centenario della nascita del compositore. Tra i Cd un ruolo di particolare rilevanza spetta alla Scelsi Collection, la collana promossa dalla Fondazione Scelsi in collaborazione con la Casa discografica Stradivarius, che si propone di realizzare l’incisione integrale delle composizioni del maestro e già arrivata al quarto numero.
Tutto questo materiale risulta accessibile tramite un software open source appositamente creato e che presenta un’interfaccia amichevole con la possibilità di effettuare una ricerca secondo due distinte modalità: una di tipo generale, estesa a tutte le serie archivistiche, un’altra più mirata, ristretta a una o più sezioni dell’archivio stesso.
Molto resta però ancora da fare, non solamente sotto il profilo musicologico. Ad esempio occorre riordinare e catalogare l’archivio fotografico: 7.000 pezzi tra lastre, negativi, stampe, diapositive, album. Si dovrà, poi, catalogare la biblioteca personale di Giacinto Scelsi che costituisce una fonte di particolare interesse per la presenza su molti volumi di annotazioni autografe e per l’influsso che tali testi, specie quelli legati alle filosofie orientali, hanno avuto sulla propria attività creativa.
Di tre nuovi Fondi acquisiti di cui si sta provvedendo alla catalogazione, tutti lasciti provenienti da figure artistiche di primissimo piano del Novecento musicale Italiano e legate a Giacinto Scelsi. Sono il soprano giapponese Michiko Hirayama, una delle voci più particolari del ventesimo secolo, scomparsa lo scorso aprile, votata al repertorio contemporaneo e in particolare proprio alla musica di Scelsi di cui fu interprete prediletta (basti pensare alle esecuzioni del ciclo dei Canti del Capricorno), il compositore e violinista Massimo Coen collaboratore di Scelsi e anche lui interprete di tanta sua musica, e Franco Evangelisti fra i fondatori del Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza, fra i primi sperimentatori in Italia per la musica elettroacustica, che si confrontò più volte con Scelsi in campo compositivo.
Si tratta per tutti e tre di materiale archivistico, carteggi, materiale librario e partiture, edite e inedite, alcune delle quali con interessanti e preziose annotazioni manoscritte. Tutto materiale che va ad arricchire l’Archivio della Fondazione e la Biblioteca, che ogni anno richiamano un numero sempre crescente di studiosi internazionali e appassionati, accolti oggi in nuovi e più ampi spazi grazie ai recenti lavori di ristrutturazione.
Fra le recenti novità si segnala anche quella della biblioteca di Giacinto Scelsi, circa 1300 volumi ora catalogati in Opac-Sbn con agevole consultazione da remoto, appartenuti a Scelsi e alla famiglia, di argomento molto eterogeneo con un consistente nucleo su filosofie orientali, buddismo, induismo, teosofia, spiritualità, yoga, di cui spicca la varietà linguistica (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e svedese).
In continua evoluzione anche l’attività scientifica della Fondazione con pubblicazioni, borse di studio, supporto a studiosi e istituzioni a vario titolo interessate a Scelsi, e a momenti di approfondimento quali seminari, workshop e giornate di studio, organizzati in sede o in altre realtà culturali grazie alla collaborazione e l’interesse di istituti internazionali. Fra questi si segnala il workshop tenutosi nel febbraio 2018 presso la Fondazione in collaborazione con la Cattedra di Composizione del Conservatoire national supérieur de musique de Paris, le iniziative dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles che organizza tre giorni di manifestazioni per il trentennale della scomparsa, fra attività di studio, novità discografiche e concerti nella capitale belga e al Royal Conservatoire di Anversa (5 e 11 dicembre 2018, 17 gennaio 2019) e l’annuale Festival Giacinto Scelsi a Basilea, ideato e promosso da Marianne Schroeder, che giunto alla sua quinta edizione si terrà il prossimo anno dal 9 all’11 gennaio.
In programma per novembre 2019 a Roma, dislocato in diverse sedi, anche il convegno internazionale organizzato e promosso dalla Fondazione Isabella Scelsi, che accoglierà le più recenti ricerche sulla figura e l’opera di Giacinto Scelsi, in relazione ai documenti recentemente acquisiti nei tre nuovi fondi (Evangelisti, Hirayama, Coen) e alle sinergie emerse dall’esame del suo esteso carteggio con musicisti ed intellettuali (fra cui Jani Christou, John Cage, Henri Michaux, il Quartetto Arditti e molti altri). Il convegno sarà accompagnato da una mostra documentaria e da due momenti musicali.
Iscritta all’Associazione nazionale Case della Memoria, che mette in rete 63 case museo di personaggi illustri di rilievo internazionale d’Italia, la Casa Museo di Giacinto Scelsi è un piccolo gioiello che affaccia sullo scenario – davvero unico – dei Fori, dove ogni oggetto, ogni quadro, ogni strumento musicale, ogni libro ha la sua storia che riconduce alla vita e all’arte di Scelsi. Qui si trovano il suo pianoforte, le leggendarie ondiole con cui poteva esprimere e modellare il suo concetto di suono, i raffinati oggetti orientali, le antiche trombe tibetane, ricordo dei suoi viaggi in Oriente negli anni giovanili. Inoltre le fotografie della sua infanzia, alcune con l’amata sorella Isabella a cui dedicherà poi la Fondazione. La Casa è oggi visitabile al pubblico tutti i giorni dal lunedì al venerdì, su prenotazione, e accoglie alcuni appuntamenti musicali organizzati dalla Fondazione nel 2019; concerti in cui la musica di Scelsi dialoga e si incontra con quella di altri autori del Novecento e dei giorni nostri affidati a giovani interpreti. L’8 gennaio suonerà la pianista Agnese Toniutti, seguita poi nei mesi successivi da Silvia D’Augello, Rossella Spinosa, Marco Simonacci e molto altri.
La Fondazione Isabella Scelsi si arricchisce anche di due lavori di Isabella Ducrot conosciuta soprattutto per le sue opere realizzate con vari materiali con la tecnica del collage, attratta dalla forza delle tradizioni popolari. La Ducrot fra il 2006 e il 2007 ha realizzato Variazioni, 24 pannelli di olio e pastello su carta intelata, collage di carta, plastica e tessuti turchi ricamati, esposti poi nel 2008 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Vi sono ritratti famosi musicisti, generalmente di cultura russa, ma anche italiani come Marcello Panni e Giacinto Scelsi, che dal patrimonio musicale della propria terra hanno attinto ispirazione e hanno convertito vecchie canzoni contadine e nenie religiose in “musica colta”. Accanto ai ritratti dei compositori, ritroviamo esemplari di tele ricamate da alcune donne provenienti da zone limitrofe fra Turchia e Russia. Così musicisti famosi e donne senza nome compiono un lavoro di conservazione delle memorie musicali e delle arti decorative di culture antichissime. Di questi 24 pannelli, l’Architetto Donatello Cecchini ha voluto donare alla Fondazione il ritratto di Giacinto Scelsi, che aveva precedentemente acquistato. In un secondo momento Isabella Ducrot ha donato alla Fondazione un’opera della serie Paesaggi afgani dal titolo Alba. Entrambi i quadri sono esposti negli ambienti della Fondazione.