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Il cantiere della destra italiana (in salsa leghista)

È possibile declinare un sovranismo responsabile che preveda l’unione di tutte le forze disponibili a difendere l’interesse nazionale? Questo uno dei quesiti al centro di “Cantiere Italia”, la due giorni di dibattiti e seminari che “i figli di Alleanza Nazionale” hanno promosso alle Officine Farneto di Roma per ragionare su quanta e quale destra serva all’Italia, sui valori che oggi sono alla base del possibile polo sovranista a trazione salviniana, e con una Lega che sta facendo registrare percentuali di adesione molto alte anche nel Mezzogiorno d’Italia, un tempo il granaio di voti di AN.

CONCLAVE

Una due giorni fitta di tavole rotonde e approfondimenti con amministratori, intellettuali e giornalisti come Guido Bertolaso, Luciano Barra Caracciolo (sottosegretario per gli Affari Europei), Gian Maria Fara (presidente Eurispes), Giuseppe Mazzullo (direttore generale Cicas), Antonio Rinaldi (Link Campus University), Marco Rocco (Scenari economici.it), Ettore Prandini (presidente Coldiretti), Salvatore Santangelo, Massimo Magliaro (già direttore di Rai Internazional), Gennaro Malgieri (giornalista, saggista ed ex parlamentare), Alessandro Meluzzi, Edoardo Sylos Labini (animatore di Cultura&Identità).

Il riferimento è alla crisi economica patita da un’Italia “che vuol riprendersi le chiavi di casa”, ad una nuova legge sui reati agroalimentari, alla risposta sovranista vista dalla Francia con la testimonianza di Philippe Vardon, dirigente del Rassemblement National.

Mentre a tirare le somme delle analisi ci penseranno domenica Claudio Barbaro, Cinzia Bonfrisco, Maurizio Gasparri, Gabriella Giammanco, Mario Mauro, Adolfo Urso e Francesco Zicchieri.

Ad animare Cantiere Destra esponenti di diversi partiti e associazioni, come Silvano Moffa, Gianni Alemanno, Claudio Barbaro, Marco Cerreto, Elena Donazzan, Massimo Giorgetti, Alfredo Iorio, Mario Landolfi, Marco Martinelli, Roberto Menia, Vittorio Pesato, Paola Pincardini, Livio Proietti, Daniele Toto e Pasquale Viespoli.

QUALE SOVRANISMO?

“Il sovranismo è profondamente radicato nella cultura di destra, anche se non si esaurisce solo in essa – ragiona con Formiche.net Gianni Alemanno, segretario del Movimento Nazionale per la Sovranità – . Sarebbe impossibile parlare di sovranismo senza l’elaborazione di Carl Schmitt e senza la concezione comunitaria della Nazione, tipica della cultura di destra. Ma il sovranismo parla anche a tutti coloro che credono nella giustizia sociale, perché non è possibile difendere i diritti dei lavoratori e quelli sociali senza recuperare la sovranità nazionale. Quindi anche chi si sente autenticamente di sinistra deve riflettere seriamente sul sovranismo”.

Un passaggio, quello sulla nuova contrapposizione tra sovranisti e ultrauropeisti, anziché con destra e sinistra, così come teorizzato da Pietrangelo Buttafuoco che secondo l’ex sindaco di Roma anima lo scontro politico prevalente.

OLTRE DESTRA E SINISTRA

Ovvero “tra chi vuole governare la globalizzazione ridando forza alle sovranità nazionali e chi invece pensa ad un governo mondiale (di cui la UE vuole solo essere la prima applicazione a livello continentale) che metta definitivamente sotto contro ogni popolo della Terra”.

E aggiunge: “È ovvio che chi pensa al governo mondiale in realtà apre soltanto la porta al dominio della multinazionali e della finanza internazionale. Per cui Buttafuoco ha ragione, anche le divergenze tra destra e sinistra non scompaiono definitivamente, come stiamo vedendo nelle traversie del governo giallo-verde. Diciamo che la Destra confluisce nel Polo Sovranista portando una propria originalità che non viene meno”.

ACERRA

In Campania “basta barzellette” dice l’ex numero uno della protezione civile Guido Bertolaso a margine del suo panel citando il caso di Acerra. E osserva: “Il termovalorizzatore di Acerra è la più grande opera pubblica che sia stata realizzata nel corso degli ultimi 20 anni nel Centro Sud Italia. Un impianto che funziona perfettamente, nell’ultimo anno 56 visite da parte di ASL e Agenzie per l’ambiente e funziona tutto alla perfezione. Tutti i valori di emissione di gas sono largamente al di sotto del minimo richiesto dalla Commissione europea in materia di salute ambientale. Sono valori inferiori a quelli emessi dai tubi di scarico dei camion che percorrono la Roma Napoli a 5 km di distanza. Quello che inquina in Campania non è certo il termovalorizzatore di Acerra ma tutto il resto. Questo bisogna dirlo forte chiaro e se c’è qualcuno che ha dei dati per dimostrare il contrario di ciò che ho detto le tiri fuori anziché parlare di barzellette. Qui non si tratta solo di Campania, sono in emergenza anche Lazio, Puglia, Calabra e Sicilia. Nei prossimi quattro/cinque anni i tre quarti del paese sarà in emergenza e non sapremo dove mettere la spazzatura che produciamo ogni giorno”.

twitter@FDepalo

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