“Il governo andrà avanti almeno fino alle europee quando si arriverà al primo vero redde rationem tra Lega e MoViMento 5 Stelle. Certo, nel frattempo bisognerà vedere cosa accadrà: se i conti pubblici terranno e se la tensione tra gli alleati crescerà ulteriormente“. Gaetano Quagliariello è il presidente del movimento IDeA – che tra pochi giorni festeggerà i tre anni di vita – e senatore iscritto al gruppo di Forza Italia: in questa conversazione con Formiche.net l’ex ministro per le Riforme costituzionali ha fatto il punto della situazione sugli equilibri interni alla maggioranza e sul dibattito in corso nel centrodestra, dalle parti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, per arrivare alla creazione di un nuovo soggetto politico di stampo liberale e conservatore. “Questo non è neppure un governo di coalizione ma di necessità: l’unica alternativa sarebbe stata il ritorno a elezioni“, ha commentato Quagliariello. Che poi ha aggiunto: “Per recuperare il terreno perso rispetto a Matteo Salvini, i cinquestelle stanno puntando su battaglie fortemente identitarie come la riforma della prescrizione e il no alle infrastrutture e agli inceneritori. E la conseguenza inevitabile è il clima di scontro che si respira in queste settimane nella maggioranza“.
Quagliariello, ritiene che Salvini potrebbe prima o poi stancarsi e decidere di staccare la spina al governo?
Salvini sta giocando bene la sua partita. Penso che il leader della Lega nei prossimi mesi cercherà di gestire le polemiche e di tenerle sotto il livello di guardia in modo da non mettere a rischio la tenuta del governo. In fondo, da questa situazione ha molto da guadagnare: innanzitutto perché governa l’Italia e poi perché si sta facendo apprezzare come il soggetto più responsabile e serio della maggioranza. Poi alle europee si vedrà, al netto degli elementi endogeni ed esogeni che potrebbero minare ulteriormente l’attuale equilibrio.
Però, come ha osservato lei, il clima di scontro tra gli alleati è sempre più pesante. Fino a che punto la situazione potrà reggere?
È chiaro che Salvini non possa cedere rispetto alle battaglie tutte identitarie condotte in questa fase dal MoVimento 5 Stelle. D’altronde si tratta di rivendicazioni che in molti casi sono in netta contraddizione con la base elettorale della Lega, che coincide almeno in parte con la piazza di Torino della scorsa settimana. Ma non sono meravigliato: su molte questioni i cinquestelle e i leghisti sono agli antipodi. Questa è la sfida che attende Salvini nei prossimi mesi: trovare una sintesi che consenta al governo di continuare a lavorare ancora per un po’ di tempo.
E intanto nel centrodestra di matrice liberale e conservatrice qualcosa ha iniziato a muoversi. Ma per fare cosa?
Lo spazio politico c’è ma occorre un progetto vero che riparta dalle idee per poterlo rappresentare. Non può e non deve trattarsi di un’operazione di natura unicamente tattica per cercare di superare indenni le europee di primavera. Altrimenti il pericolo è che una parte dell’elettorato che non si riconosce nell’attuale governo finisca per essere attratta altrove.
Dove?
Il rischio è che alla lunga vi sia chi pensi di poter rivolgere lo sguardo verso un centrosinistra moderato. Peraltro, l’elettorato liberale e conservatore – che in Italia è ancora forte – ha sempre dimostrato di essere il più volatile, come conferma la parabola di Matteo Renzi.
Quindi un vero partito di centrodestra potrebbe ancora nascere, a suo avviso, a patto però di fare sul serio. È così?
Il centrodestra liberale e conservatore può tornare grande solo a condizione di ragionare in profondità su quanto accaduto in questi anni e sulla direzione da seguire da qui in avanti. Prima dei nomi, vengono i contenuti e le idee. Dobbiamo affrontare i tanti nodi che l’attualità ci pone di fronte: dall’immigrazione alla sicurezza fino alla questione antropologica.
Questo soggetto, eventualmente, che tipo di rapporto dovrebbe avere con la Lega di Salvini?
Dovrebbe esserne un alleato pur mantenendo la sua diversità, che c’è ed è evidente. Peraltro Salvini, dopo le elezioni del 4 marzo, avrebbe potuto innescare un processo simile a quello che condusse alla creazione del Popolo della Libertà, ma non lo ha fatto. A conferma che lo spazio politico per un soggetto di centrodestra, alleato ma distinto dalla Lega, esiste.
In questo senso come procede l’interlocuzione? A che punto siete?
Il dibattito ovviamente si è fatto più intenso in virtù dell’avvicinarsi delle europee che però – lo ripeto – non possono rappresentare l’unico obiettivo di un’operazione di questo tipo. Forza Italia ha sollecitato in tal senso una costruttiva interlocuzione. Delle strategie di Fratelli d’Italia, con cui a livello territoriale ci si confronta molto, leggo sui giornali.