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Una lettera a Bruxelles. Ingredienti: investimenti, reddito di cittadinanza e pensioni

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Oggi il Consiglio dei ministri (Cdm) si riunisce per varare il testo della lettera alla Commissione europea in risposta a quelle del 18 e del 30 ottobre in cui si facevano rilievi molto severi nei confronti del Documento programmatico di bilancio (Dpb) presentato il 15 ottobre. Il Cdm è stato preceduto da una serie di incontri tra il presidente del Consiglio, i vice presidenti del Consiglio, il ministro dell’Economia e delle Finanze ed altri esponenti del governo.

La lettera – a quel che si sa – manterrà il punto sulla strategia del Dpb, nonostante le critiche al disegno di legge di bilancio pronunciate in questi giorni sia da istituzioni internazionali sia nel corso di audizioni in Parlamento. È comprensibile che un governo che ha tanto travagliato nel proprio interno prima di partorire il documento voglia mantenere il punto, pur sostenendo che verrà fatto un severo monitoraggio sulla spesa e sulle entrate per tenere i saldi entro i limiti indicati nel Dpb. Tuttavia, sarebbe più efficace se nella lettera, venissero spiegati succintamente ma esaurientemente questi punti.

a) Il Dpb punta sugli investimenti pubblici per stimolare la crescita. Quindi, si dovrebbero elencare quelli di grande dimensione che nel 2019 verranno attuati. Oltre alla Tap, alla Tav, al Terzo Valico ed alla Pedemontana, di pronti ad essere cantierati ce ne sono davvero pochi. C’è forte esigenza di un vasto programma di manutenzione anche straordinaria delle infrastrutture nazionali, regionali, provinciali e comunali, la cui attuazione però richiederà almeno un anno con poca attivazione di spesa (e, quindi, con pochi effetti sugli aggregati macroeconomici) nel 2019.

b) Altro elemento cruciale nel programma di governo è il reddito di cittadinanza come strumento non solo per alleviare la povertà ma anche per aumentare la domanda aggregata e quindi la crescita. Un simile programma è stato quello degli 80 euro di renziana memoria. A riguardo, sarebbe utilissimo illustrare quali esiti macroeconomici  si sono avuti dal programma 80 euro. Ciò è tanto più essenziale a ragione della recentissima pubblicazione dei lavori di un simposio internazionale da cui si deduce che la spesa pubblica di parte corrente, soprattutto quella per trasferimenti a famiglie, ha effetti trascurabili sulla crescita (in quanto spiazza quella privata). Inoltre, sarebbe essenziale illustrare come si articola e dipana il programma per il reddito di cittadinanza.

c) Terzo punto da declinare in dettaglio è la riforma previdenziale, illustrando, sulla base di recenti sondaggi, quanti verosimilmente si avvarranno della quota cento e quale sarà l’onere sulle finanze previdenziale e se si prevedono misure (come divieti o limiti al cumolo con redditi da lavoro) per contenere i costi della misura.

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