Skip to main content

La manovra convincerà il mercato. Ma sulle banche il rischio è alto. Parla Scandizzo

Tutti contro l’Italia o l’Italia contro tutti? A dire il vero fa poca differenza. La sostanza è che tra Roma e il resto del Vecchio Continente si è ormai scavato un solco difficile da scavalcare perché quello che ha fatto l’Italia rappresenta qualcosa che finora, forse, in pochi avevano tentato. E cioè approntare una manovra che nei fatti mette in discussione l’intera architettura comunitaria in materia di contabilità pubblica. In poche parole, Maastricht (qui l’articolo di questa mattina).

Dunque, via al fuoco di fila dei Paesi membri che chiedono l’immediato avvio della procedura di infrazione. Eppure sulla manovra e i suoi guai il classico bicchiere mezzo pieno c’è, o almeno lo si può provare a vederlo. Anche per Pasquale Lucio Scandizzo, professore di Tor Vergata e consigliere del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervistato da Formiche.net a margine del convegno Investimenti pubblici, innovazione e sviluppo sostenibile, presso la scuola dell’Amministrazione.

L’Italia e l’Europa sono ormai in rotta di collisione e questo è un problema. Ora bisogna capire anche se i mercati lo sono. “Francamente io spero che reagiranno positivamente. Gli effetti sul sistema bancario, se ci saranno non ci saranno subito, dipende dalla struttura del portafoglio delle banche e l’incidenza che vi può avere lo spread. Certamente questo livello di spread (307, ndr) non fa bene così come non fa bene quando la borsa cade. Tuttavia l’alta volatilità fa parte della dinamica del mercato finanziario, sono sicuro che lo spread scenderà sotto i 300 punti base e se ci rimarrà per un po’ allora sì sarà possibile intraprendere una traiettoria discendente e costante”.

L’ottimismo di Scandizzo non impedisce tuttavia di leggere l’attuale momento con il dovuto realismo. “A lungo termine rischiamo una recessione a questi livelli, naturalmente. Il problema vero è però sulle banche e sul credito, perché più spread vuol dire interessi più cari sui prestiti. E se i prestiti aumentano allora diventa più costoso anche fare gli investimenti. Tutto questo non può che avere un effetto negativo sulla crescita. Paradossalmente con l’aumento dello spread aumenterebbe la propensione al risparmio perché diminuisce la spesa che diventa più cara. Ma non si vive di solo risparmio, bisogna investire”.

Il consigliere di Tria affronta anche il delicato tema delle privatizzazioni, visto che il governo nella manovra spedita a Bruxelles ieri sera, ha rispolverato il tema. “Abbiamo già privatizzato notevolmente in passato, ma oggi ci troviamo dinnanzi a un’operazione duale. Da una parte dobbiamo privatizzare dall’altra avviare delle operazioni di partenariato anche commerciale con le partecipate. Parlo di fare due cose insieme in un’unica strategia virtuosa. Da una parte alleggerire il portafoglio del governo, dall’altro migliorare le condizioni delle stesse partecipate attraverso forme di collaborazione con altre società”.

×

Iscriviti alla newsletter