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Cdu, avanti il ricco Merz (tra le ansie merkeliane)

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Migranti, diesel-gate, economia e welfare: quali sono le ricette dei tre candidati alla guida della Cdu tedesca? Da un lato i tre candidati sembrano smarcarsi dal passato merkeliano, ma dall’altro due su tre ne rappresentano la naturale prosecuzione, Kramp-Karrenbauer su tutti, che però parla anche di asma infantile e inquinamento atmosferico per provare a togliere voti ai Verdi.

Il più applaudito ieri sera in Renania però è stato Merz dopo la frase: “Avremo successo solo se resteremo fermamente nel mezzo, non ci spostiamo a sinistra e certamente non ci sposteremo a destra”. Ovvero in discontinuità con le strategie della Grande Coalizione fin qui attuata.

VERSO LE URNE

Gli “eredi democristiani” di Angela Merkel sono in piena campagna elettorale in vista delle urne di dicembre, condita da incontri e presidi del territorio. L’occasione è ghiotta per tastare il polso alla base, carpirne umori e obiettivi, nella consapevolezza che per tornare ai fasti elettorali di un lustro fa servirà parecchio lavoro.

Il colpo subìto in occasione delle regionali si fa sentire, anche sui media, che sono concentrati a dare spazio alle rimostranze dei grandi elettori. I tre candidati, Kramp-Karrenbauer, Merz e Spahn scelgono strategie e posizionamenti. Fino a ieri la favorita era la “merkeliana” di stretta osservanza Kramp-Karrenbauer (indicata esplicitamente dalla Cancelliera): ieri sera in occasione di un incontro in Renania ha ricevuto un forte applauso quando ha puntato il dito contro gli alleati storici della Csu.

Ha detto che se la Cdu non avesse dovuto discutere così tanto con i bavaresi “non staremmo al 26%”. Ma è chiaro che il tutto è dipeso dall scelta nazionale della Grande Coalizione. La 56enne deve però guardarsi le spalle dal vivace Merz che promette di riportare il partito “al centro” (e lontano dalla GroKo?).

DRITTI AL CENTRO

Uno dei maggiori punti critici che hanno fatto perdere voti alla Cdu è stato quello relativo all’alleanza nazionale al governo. Un passaggio che molti elettori hanno valutato come fumo negli occhi, di qui la virata al centro di Merz che promette mai più sbandamenti a destra o a sinistra. Un ancoraggio, quello ai valori centristi di sempre, ribadito anche da un vecchio saggio della politica tedesca come l’ex deputato Cdu Wolfgang Bosbach.

Il 62enne Merz, che sta scalando parecchie posizioni nella silenziosa classifica dei consensi, ha però un problema: le rivelazioni sulle sue ricchezze potrebbero rappresentare una minaccia alla sua vittoria. Fino ad oggi ha promesso come un mantra di poter salvare la Germania dalla stagnazione, mentre nelle stesse ore circolavano i dettagli sul suo reddito (almeno 890.000 sterline), che pongono un tema soprattutto tra le fasce più economicamente deboli e più suscettibili su questo aspetto, sempre ultrasensibili sulla diseguaglianza sociale, che però in questo caso è frutto di una professione

CHI HA PAURA DEL RICCO MERZ?

Negli ultimi sette anni Merz ha avuto come clienti nomi significativi del panorama internazionale, come la società di investimenti statunitense BlackRock, lo studio legale statunitense Mayer Brown, Wepa Industrieholding e Hsbc Trinkaus.

Oggi intende tornare alla politica attiva ergendosi, anche da un punto di vista comunicativo e sociale, come l’anti Merkel: alla sua età è consapevole di dover assolutamente centrale l’obiettivo adesso.

E osserva: “Per me, il centro sociale non è una dimensione puramente economica. Ho ricevuto dai miei genitori i valori che modellano la classe media, compresa la diligenza, la disciplina, il rispetto e la conoscenza che puoi dare alla società se te la puoi permettere “. Dalla sua parte ha il fatto di essere un brillante speaker e un esperto politico economico.

SPAHN

Di altro tenore la strada intrapresa da Jens Spahn, attuale ministro della salute, di destra ma progressista, in quanto sposato con un uomo. Al momento riveste il ruolo di terzo incomodo tra i primi due maggiormente lanciati, ma spesso sono gli outisiders a cambiare le carte in tavola. A 38 anni è consapevole che ci saranno senza dubbio altre occasioni per fare carriera nel partito, anche se il piglio rinunciatario sino ad oggi non si è visto. Si dice possa convergere all’ultimo momento con Kramp-Karrenbauer in caso di accordo-ticket ma fintanto che saranno più chiare le sue intenzioni circa un possibile ritiro della candidatura, si concentra sul dossier migranti, uno dei punti nevralgici che hanno fatto perdere consenso alla Merkel.

“Andare anche controvento” va ripetendo dai primi giorni in cui l’uscita di scena della Cancelliera è stata evidente, definendo l’immigrazione “un elefante in una stanza” proprio per sottolinearne la delicatezza. E mette l’accento su un nuovo e moderno conservatorismo che non si pieghi a logiche troppo estreme, ma punti tutte le sue fiches su “buon senso, valori borghesi e soluzioni realistiche”.

twitter@FDepalo

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