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Chi raccoglierà il testimone della Grande Coalizione in Germania?

Israele,GERMANIA

Se alla fine del 2018 o ad inizio anno nuovo poco cambia. Dopo la cancelliera Angela Merkel, anche il ministro dell’Interno Horst Seehofer (Csu) imbocca l’ultima curva della sua carriera politica e annuncia il ritiro. Quindi, dopo l’addio al partito socialdemocratico di Martin Schultz nel febbraio scorso, ecco che si chiude il cerchio di una lunga fase della politica tedesca e di fatto escono di scena i protagonisti della Grande Coalizione. Ecco a chi toccherà adesso raccoglierne il testimone.

CSU

“Che flagello”, titola la Suddeutsche Zeitung sul caso Seehofer, mettendo l’accento sul fatto che tutti sanno che un politico deve dimettersi, ma solo il politico stesso non vuole saperlo. Per cui come capo del partito è chiamato a rispondere della debacle alle elezioni statali, con la caduta dal 47 al 37%. Le nuove aspettative del partito portano la firma di uno dei volti più critici di Seehofer: Markus Ferber, eurodeputato e attuale vicepresidente del Parlamento europeo, che negli ultimi giorni ha ribadito l’utilità della mossa merkeliana di voler andare in pensione. Quindi con un chiaro riferimento a un “processo ormai iniziato” riguardo anche il vertice della Csu. Ferber si è reso protagonista di un attacco frontale a Seehofer, chiedendo una riorganizzazione rapida del partito, definendolo “non più il corpo in cui si decide la politica, ma solo un corpo in cui si proclama la politica”.

SODER

La sua sfera di influenza tra gli alti dirigenti dovrebbe spingerlo a lavorare per la candidatura del primo ministro bavarese Markus Söder come nuovo vertice dela Csu. Quest’ultimo, già Segretario Generale della Csu, dovrebbe essere il candidato favorito, seguito da Manfred Weber che però è destinato a prendere il posto di Juncker alla Commissione Ue.

Soder ha uno stile politico molto diverso da Seehofer: in passato ha criticato Angela Merkel e la Cdu per le aperture all’ingegneria genetica, ha poi dialogato con i Verdi, ma si è espresso contro l’ingresso della Turchia nell’Ue e contro l’uso di qualsiasi velo su suolo tedesco. È nel 2015 che si consuma lo scontro di merito con la Cancelliera nel bel mezzo della crisi dei rifugiati: Söder critica fortemente il diritto di asilo dopo gli arrivi in massa in Germania, e da allora chiede maggiore protezione per le frontiere esterne dell’Europa. Tra l’altro Söder, avendo previsto in anticipo i deludenti risultati elettorali delle regionali, è considerato dalla base come il naturale erede di Seehofer perché pragmatico e realista.

SPD

Non va meglio tra i socialdemocratici: il passaggio Schultz-Nehel non ha prodotto il cambiamnto auspicato dalla base che adesso si chiede quanto durerà il “rodaggio” del nuovo vertice con il partito incollato al 14%. Sei mesi per i tedeschi sono già troppi per non comprendere a fondo potenzialità e progettualità, per cui si susseguono le voci su un clamoroso cambio al vertice. Andrea Nahles è stata aspramente criticata anche dal ministro dell’Interno della Spd in Turingia, Georg Maier, che ha invocato le dimissioni.

Un assist insperato potrebbe giungerle da Friedrich Merz: se diventasse presidente della Cdu allora la Spd avrebbe un nuovo nemico “liberale” con cui confrontarsi e scontrarsi, per la gioia della sua base molto indispettiva dal fatto che i centristi negli ultimi due anni hanno preso a prestito dalla Spd temi classici della sinistra, come immigrazione e welfare.

Proprio sui temi sta puntando Nahles: lo scorso fine settimana ha dato vita a Berlino ad una serie di dibattiti animati da circa 2500 persone. Il suo obiettivo è tornare tra la gente, promuovere il proprio processo di rinnovamento e trovare nuove vie di dialogo con i cittadini a cui sono stati dedicati 60 forum in 48 ore su Europa, ambiente, migrazione, trasporti e welfare.

CDU

Chi sarà l’erede di Angela Merkel? Già detto di Kramp-Karrenbauer, naturale prosecuzione di frau Angela e da lei supportata tra i massimi dirigenti della Cdu, ecco che però alla base non dispiacerebbe un altro nome. Friedrich Merz, mai davvero in sintonia con la Cancelliera uscente, ma molto stimato da Schäuble. Tra l’altro pochi giorni fa una perquisizione della sede tedesca di BlackRock lo ha riguardato perché, nell’ambito di un’indagine su vendite illegali di partecipazioni azionarie, Merz vi sarebbe coinvolto in quando al vertice del consiglio di sorveglianza.

Rispetto a Kramp-Karrenbauer, Merz punta molto sugli spunti conservatori che Merkel ha messo da parte dal 2015 in poi, quando ad esempio ha gestito l’accoglienza dei migranti in modo globale. Merz invece resta ancorato a valori più liberali e meno centristi, in chiave fortemente europea come ha vergato con il filosofo con Jürgen Habermas in una lettera aperta pro Ue. Dalla sua i valori della sicurezza e della stabilità, accanto al ritornello di meno presenza dello Stato in economia.

twitter@FDepalo

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