I cyber attacchi tolgono sempre più il sonno ai manager, che nelle aree economicamente più sviluppate del pianeta li considerano ormai il rischio numero uno per le loro imprese.
IL REPORT
È quanto emerge dal report Regional Risks for Doing Business, realizzato dal World Economic Forum intervistando 12mila manager in 8 principali aree regionali del mondo.
CHE COSA EMERGE
L’indagine mette in luce come i rischi percepiti cambino tanto a seconda delle zone considerate. Le offensive informatiche sono il primo rischio percepito dalle aziende in Nord America, Europa e Estremo Oriente (mercati che rappresentano una grossa fetta del Pil mondiale), e, in generale, si posizionano al quinto posto a livello mondiale (erano all’ottavo l’anno scorso). Ma la situazione è variegata se si guarda al dettaglio nazionale.
In particolare, i cyber attacchi sono considerati il pericolo numero in Regno Unito e Germania (dei 19 Paesi che fanno altrettanto, 14 sono nel Vecchio Continente – dove i cyber attacchi sono cresciuti di un terzo nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – e Nord America; gli altri sono India, Indonesia, Giappone, Singapore e Emirati Arabi Uniti). Sono, invece, al terzo posto in Francia. Mentre in Italia non rientrano nei primi cinque rischi percepiti.
LO SCENARIO
Ad ogni modo, questo generalizzato incremento del timore di subire offensive informatiche, rileva ancora lo studio del Wef, non è una sorpresa.
Nel 2017, ricorda il report, hanno avuto luogo diversi hack devastanti – tra i quali WannaCry e NotPetya – che mostrato con chiarezza al mondo la necessità di prendere seriamente i danni che un cyber attacco potente può arrecare anche a livello economico.