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A Torino il M5S ha un problema. La Tav

I segnali per la verità già c’erano tutti. La Tav sta diventando ogni giorno che passa un autentico campo di battaglia. Da una parte gli imprenditori, stufi di assistere a continui ripensamenti sulle grandi opere e che ora passano dagli annunci alla piazza, baionette alla mano. Dall’altra un governo che tentenna e rimanda ogni decisione su quella che è a tutti gli effetti una delle infrastrutture più strategiche del Nord Italia (qui l’intervista a Costanzo Jannotti Pecci, sponda Confindustria).

L’ultima testimonianza arriva oggi, da Torino. Tra i 500 e i 600 imprenditori riuniti nell’Amma, l’associazione delle imprese metalmeccaniche del torinese, si sono riunite in piazza per protestare contro i tentativi di blocco della Tav. Il motivo è presto detto. Il settore metalmeccanico è il primo indotto dell’opera visto che si tratta di imprese direttamente fornitrici. E così, come non si vedeva da tempo, le imprese hanno dato un altro segnale di frattura col governo. Per giunta nello stesso giorno in cui Luigi Di Maio, intervistato dal CorSera ha definito la Tav opera non strategica.

“Mi sembra straordinario che ci sia questa reazione della città, è la città che si muove”, ha affermato il presidente di Amma, Giorgio Marsiaj.“Torino deve giocare tutte le carte  non si può dire no Tav, ma si alla metro o alle buche riparate, ci vuole tutto. Torino dice basta, qualcuno dovra’ pur sentire e rispondere”.

D’altronde dopo il no del Consiglio comunale alla Torino-Lione, messo nero su bianco in un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle che chiede al governo di fermare ogni attività al cantiere di Chiomonte, si sono mosse tutte le associazioni di categoria, insieme per la prima volta. E quella di oggi, contro i no dell’amministrazione pentastellata di Chiara Appendino, è soltanto la prima di una serie di manifestazioni. Per sabato prossimo, sempre in piazza Castello, è stata annunciata quella di ‘Si’, Torino va avanti’, una associazione nata dall’iniziativa di quattro donne manager.

Non meno diretto Dario Gallina, presidente dell’Unione industriale di Torino “la Tav è fondamentale per una città internazionale come vogliamo che sia Torino, che deve essere capace di collegarsi al mondo. Sarebbe un controsenso avere una bellissima metro per una città che non cresce. Non capisco il ragionamento, non è detto che le risorse spostate dalla Tav possano andare per infrastrutture torinesi”.

A voler essere sinceri però l’unica frattura con il M5S non è quella con gli imprenditori piemontesi. C’è qualche problemino anche con la Lega. Pochi giorni fa il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha criticato l’ipotesi di un blocco della Tav.  “Se non facciamo la Tav, perdiamo, letteralmente, un treno. E poi noi veneti saremmo doppiamente penalizzati. Le opere infrastrutturali dell’Alta velocità arrivano fino a Brescia con il quadruplicamento dei binari. Poi, da Brescia a Venezia, si torna a due binari, con treni merci e passeggeri che utilizzano lo stesso percorso. Assurdo. Insomma, io sono favorevole alla Tav anche per queste ragioni”. Stessa sponda di Attilio Fontana, governatore della Lombardia. La Tav? “Fondamentale”.



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