Vittoria di Pirro o preludio a un inesorabile declino? Sono opposte le letture dei risultati delle Midterms che campeggiano sui siti di Fox News e Cnn. Da una parte la piattaforma che più ha dato slancio al trumpismo tanto nella campagna del 2016 quanto nei due anni alla Casa Bianca, dall’altra l’emittente più detestata dal presidente, la cassa di risonanza per eccellenza del caso Russiagate e dei più accaniti detrattori del Tycoon. “I democratici riprendono il controllo della Camera, i repubblicani mantengono la maggioranza al Senato mentre le midterms creano una divisione del potere a Washington”, è l’apertura di Fox News alla chiusura degli ultimi seggi. Il bilancio della tv fondata da Rupert Murdoch è chiaroscurale, e non potrebbe essere altrimenti. A differenza delle presidenziali, i risultati di queste midterms non danno alibi per giudizi tranchant. La prima (buona) notizia riguarda una categoria professionale messa alla berlina all’indomani dello shock Trump del novembre 2016: i sondaggisti. Tranne qualche corsa (è il caso del quotatissimo dem Beto O’Rourke, che ha perso al Senato in Texas contro Ted Cruz, ribattezzato da Trump “Lying Ted”) i macro-risultati sono stati ampiamente previsti dagli addetti ai lavori: i repubblicani hanno difeso il Senato aumentando la pattuglia di ben 3 senatori, ma i democratici hanno strappato al Gop la Camera confermando una tradizione delle midterms, dove quasi sempre il presidente in carica viene “azzoppato” in una delle due ale del Congresso (se non in tutte e due, come è successo a Obama nel 2014).
Diverse però le interpretazioni che si possono dare della “Blue wave” alla Camera e del “Red Wall” al Senato. Fox guarda al bicchiere mezzo pieno (per Trump): scendendo in campo in una campagna elettorale che fin dagli esordi si è profilata un duro test di prova per l’elefantino, il presidente “è riuscito ad evitare un ribaltone totale dei democratici alla Camera”. È questa convinzione che ha spinto il Tycoon a chiudere la nottata elettorale con un tweet di giubilo: “Un successo clamoroso questa notte. Grazie a tutti!”.
Tremendous success tonight. Thank you to all!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 7, 2018
La tenuta al Senato era tutto fuorché scontata, scrivono su Fox, e blinda le nomine dei giudici della Corte Suprema. Tra le vittorie più significative, oltre a quella dell’outsider Ted Cruz, sono da segnalare Josh Hawley in Missouri, Kevin Cramer in North Dakota, Rick Scott in Florida. C’è un “ma”, riconosce Fox News. Per quanto velleitaria sia la convinzione di poter avviare l’impeachment contro il presidente dagli scranni della Camera (procedimento per cui, a dire il vero, serve un’improbabile maggioranza dei 2/3 al Congresso), i dem potranno togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Tornerà al centro del dibattito parlamentare il caso Russiagate, e soprattutto Trump sarà costretto a procedere con i piedi di piombo su una nuova riforma fiscale, per non parlare della costruzione di un muro con il Messico e degli altri decreti per limitare l’immigrazione.
“L’ascesa dei democratici alla Camera pronti a controllare il potere di Trump”. È questo invece il titolo scelto da Cnn per aprire l’homepage ad urne chiuse. Il dato da rilevare per l’emittente h.24 è dunque la vittoria dei democratici alla Camera. Una vittoria che certo non è un trionfo, e deve fare i conti con una tenuta repubblicana al Senato che ha superato le più rosee aspettative. I segnali di una ripresa dell’asinello ci sono tutti. Il più promettente arriva dagli exit polls, che parlano di una notevole presa dei dem sulle fasce più giovani, aumentata significativamente dalle midterms del 2014. Tra le vittorie blu degne di nota Cnn annovera i seggi alla Camera strappati ai repubblicani in Michigan, Pennsylvania e Ohio. Brucia invece, oltre alla sconfitta di O’Rourke in Texas (che però, scrivono su Cnn, rimane un nome spendibile per le prossime presidenziali), quella di Andrew Gillum in Florida, sarebbe stato il primo governatore afroamericano dello Stato dell’East Coast. Anche qui, come su Fox, c’è un “ma”. Trump avrà anche dimostrato di non essere infallibile in prossimità del voto, ma ha altresì dato prova di quanto pesi alle urne il “fattore Trump”. “I repubblicani hanno avuto ottimi risultati negli Stati da sempre rossi dove Trump ha messo in piedi un frenetico blitz elettorale mostrando, a dispetto del suo basso tasso di apprezzamento, di rimanere una forza potente fra i conservatori”. In poche parole, concludono gli opinionisti della Cnn, ad oggi è impossibile concepire un Gop senza Donald Trump. Alla Casa Bianca rimane il rimpianto di un intervento tardivo del presidente nella campagna elettorale. La stessa esitazione aveva portato lo speaker uscente della Camera, il repubblicano Paul Ryan, a rinunciare a una ri-candidatura. Adesso, riferiscono fonti vicine alla Casa Bianca alla Cnn, “Trump è davvero su tutte le furie con lui”.