Sfilano i leader mondiali al G20 argentino, il primo a svolgersi in Sud America. E tra incontri previsti e poi annullati, aerei in panne e dossier pronti sul tavolo dei lavori, le ultime sulla tensione nel Mar d’Azov hanno visto la chiara presa di posizione dell’Ue e, in particolare, di Donald Tusk. “L’Europa è unita nel sostenere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Questo è il motivo per cui sono certo che l’Europa rinnoverà le sanzioni alla Russia a dicembre”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo. “L’escalation avvenuta nel Mar di Azov è per noi motivo di grande preoccupazione – ha continuato – l’aggressione russa è totalmente inaccettabile”.
Vladimir Putin, tuttavia, nel corso di una riunione dei leader Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) a margine del vertice di Buenos Aires, non ha perso occasione per lanciare il proprio monito sulla vicenda. “È impossibile non vedere che la concorrenza sleale sostituisce sempre più il dialogo intergovernativo onesto ed equo: si diffonde la feroce pratica dell’uso di sanzioni unilaterali illegali, di misure protezionistiche per eludere la Carta dell’Onu, le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e di altre norme del diritto generalmente accettate”, ha affermato il capo del Cremlino, che ha aggiunto anche come, secondo lui, i Paesi Brics dovrebbero unire gli sforzi per sostenere un giusto sistema di relazioni internazionali.
Giusto oggi, poi, sulle pagine del quotidiano tedesco Die Welt, il primo ministro ucraino Volodymyr Groysman aveva chiesto sanzioni più severe nei confronti di Mosca. “La Russia è un aggressore e un occupatore”, aveva sottolineato Groysman, aggiungendo che “quanto accaduto domenica nello stretto di Kerch lo ha dimostrato”. Tra le altre cose, poi, il primo ministro di Kiev, ha criticato il Nord Stream 2, il gasdotto progettato che collega la Russia e la Germania, aggiungendo come questo abbia spinto l’Europa verso una dipendenza da Mosca. Non è dannoso solo per l’Ucraina, ma per l’intero continente”, ha dichiarato il Groysman. Sulla questione però è arrivata la frenata del ministro dell’economia tedesco Peter Altmaier che ha avvertito come la questione dell’oleodotto non dovrebbe essere confusa con le tensioni della Crimea. “Queste sono due aree diverse”, ha specificato infatti Altmaier.
La posizione dell’Unione europea resta comunque chiara. Oltre alla presa di posizione di Tusk, la Commissione, proprio alla vigilia del G20 ha approvato un nuovo finanziamento di 500 milioni di euro all’Ucraina, nell’ambito del nuovo programma di assistenza macrofinanziaria. Un’operazione che raggiungerà i 3.3 miliardi di euro dal 2014. “Il programma – dichiara una nota – aiuta l’Ucraina a coprire le sue esigenze di finanziamento e sostiene l’attuazione di un ampio programma di riforme strutturali”. “Questo comportamento aggressivo non è accettabile nell’Europa di oggi” ha dichiarato Pierre Moscovici, responsabile per gli affari economici e finanziari. “L’Ucraina ha rispettato gli impegni politici concordati con l’Ue per il rilascio del primo pagamento nell’ambito del programma di assistenza macrofinanziaria, un aspetto importante e incoraggiante che segnala che l’Ucraina continua a realizzare riforme nonostante l’attuale contesto di sicurezza e il prossimo ciclo elettorale”, ha aggiunto.
Anche la Corte europea dei diritti umani, d’altronde, sollecitata proprio dall’Ucraina ha avanzato una richiesta di chiarimenti, con una data di scadenza concessa a Mosca per lunedì. Una vera e propria “procedura d’urgenza”, applicabile solo quando “c’è un rischio imminente di danno irreparabile”, secondo la Corte. “Il governo ucraino ha chiesto in particolare che la Russia fornisca assistenza sanitaria urgente ai marinai feriti e dia informazioni a proposito delle condizioni di salute degli equipaggi ucraini, del loro luogo di detenzione e delle cure mediche che sono loro somministrate”.