Industria 4.0? Bene, bravi, bis. Ma le imprese italiane sono davvero pronte ad abbracciare la rivoluzione che punta a riscrivere i rapporti uomo-lavoro-reddito? La risposta è: insomma. La risposta la dà Confindustria e il suo Centro studi diretto da Andrea Montanino. I dati diffusi questa mattina da Viale dell’Astronomia (qui il link) raccontano una realtà un po’ grigia. Della serie le aziende italiane pronte a diventare definitivamente 4.0 sono ancora troppo poche.
Per esempio ad oggi il 46% delle imprese manifatturiere italiane ha una natura analogica, cioè antiquata. Il 37% invece sono “digitali incompiute” cioè devono ancora cercare valide soluzioni 4.0. Solo il 9% secondo Confindustria sono aziende potenzialmente avanzate dal punto di vista del 4.0, mentre quelle che già lo sono sono solo il 4%. Troppo poco. Tutta colpa di alcuni punti di debolezza che le imprese: e dunque filiere molto frammentate, deboli rapporti con università e centri di ricerca, scarsa alfabetizzazione digitale e bassa diffusione della cultura manageriale.
“La sfida di industria 4.0 per la manifattura italiana è duplice”, scrive il Centro studi di Confindustria. “Da una parte rafforzare la leadership nella produzione di beni strumentali per la trasformazione digitale e puntare alla loro diffusione capillare al resto del sistema per accrescerne la competitività. Si tratta di una sfida complessa che vede le imprese italiane, anche in uno stesso comparto, partire da posizioni molto eterogenee”. Il riferimento è tra l’altro il numero di imprese ancora analogiche presenti al sud e quelle invece site, in minor numero, al nord.
“Per una crescita strutturale e inclusiva serve pertanto una politica industriale articolata e di lungo periodo. Nel disegno di Legge di bilancio 2019 sono state prorogate solo alcune delle attuali misure di sostegno agli investimenti 4.0. Preoccupa in particolare la mancata riconferma del credito d’imposta per la formazione sulle tecnologie 4.0. Positiva invece l’introduzione di sgravi per l’assunzione di innovation manager”. Insomma, se la parola chiave è Industria 4.0, la manovra non aiuta.