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Vecchione al Dis e Carta all’Aise. Ecco chi sono i nuovi vertici dell’Intelligence

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Due finanzieri al vertice dei Servizi segreti: il generale Gennaro Vecchione è il nuovo direttore del Dis e il generale Luciano Carta, 61 anni, è il nuovo direttore dell’Aise. Il Cisr, Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, li ha nominati nella tarda serata sbloccando una situazione di incertezza dopo la proroga di un anno per Alessandro Pansa, 67 anni, e Alberto Manenti, 66 anni, decisa dal governo Gentiloni, proroga che l’allora opposizione non condivideva.

Il generale Vecchione era il direttore della Scuola di perfezionamento per le forze di Polizia e in precedenza aveva comandato le unità speciali della Finanza. Il suo nome era stato fatto nei giorni scorsi, ma secondo gli ultimi rumors non sembrava favorito rispetto a Enrico Savio, attuale vicedirettore vicario del Dis. Al Dipartimento che coordina le agenzie di intelligence Vecchione prende il posto del prefetto Pansa per il quale non si esclude una consulenza con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha mantenuto la delega ai Servizi.

Il generale Carta era vicedirettore dell’Aise (i servizi esterni) dalla fine del 2017 dopo essere stato in corsa l’anno precedente per la carica di comandante delle Fiamme gialle per la quale gli fu preferito il generale Giorgio Toschi. Alla Finanza Carta è stato, tra l’altro, capo di Stato maggiore e comandante dei reparti speciali da dove fu spostato al comando degli istituti di istruzione del Corpo. All’Aise sostituisce Manenti mentre all’Aisi resta il generale dei Carabinieri Mario Parente, prefetto dal momento del passaggio ai Servizi, che nella scorsa primavera ha avuto una proroga biennale.

Le nomine arrivano dopo un periodo nel quale nel governo non c’è stata identità di vedute, tanto che nelle settimane scorse Manenti aveva presentato le proprie dimissioni. La preparazione della conferenza di Palermo sulla Libia era stato uno dei motivi per i quali il governo aveva deciso di attendere e ora il comparto ritrova certezze nella continuità di comando in un periodo sempre delicatissimo sul fronte del terrorismo.

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