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Washington risponde a Mosca. Gli F-35 protagonisti della maxi esercitazione Usaf

Trentacinque F-35 che decollano a intervalli di circa 20 secondi simulando la reazione rapida a una minaccia cospicua in terra e in cielo. È questa, in estrema sintesi, la natura dell’esercitazione di combattimento aereo che l’Aeronautica militare degli Stati Uniti ha messo in atto nei cieli dello Utah, mandando tra le righe un messaggio al Cremlino, che nel frattempo faceva circolare le foto del nuovo caccia SU-57 testato in Siria.

L’ELEPHANT WALK

Dalla base aerea di Hill, i Joint Strike Fighter in dotazione al 388° e 419° Fighter Wing dell’Usaf hanno preso il volo quasi simultaneamente, eseguendo dalle 30 alle 60 sortite per testare la risposta rapida a una molteplicità di risposte. “Siamo pronti a combattere stanotte, e l’esercitazione con squadroni multipli di F-35 dimostra la capacità di difenderci dagli avversari, ovunque essi si presentino”, ha spiegato il maggiore Caleb Guthmann, assistant director per le operazioni del 34° Squadrone caccia degli Stati Uniti. Il video delle manovre ha fatto il giro del mondo, mostrando come gli Usa siano già in grado di dispiegare un gran numero di velivoli di quinta generazione tutti insieme. “Far decollare simultaneamente velivoli di diversi squadroni presenta varie sfide e permette ai Wing di valutare le capacità di mantenere i piloti, così come i team di comando e controllo”, ha spiegato l’Aeronautica americana. Entro la fine del 2019, la base di Hill ospiterà tre fighter squadron di F-35, con un numero totale di 78 velivoli.

UNA RISPOSTA ALLA RUSSIA?

Nel frattempo però, i media del Cremlino (compresi i canali a diffusione mondiale come Russia Today e Sputnik) rilanciavano a gran voce il volo dei nuovi SU-57 nei cieli della Siria. Le foto sono state pubblicate direttamente dal ministero della Difesa di Mosca, tutt’altro che imbarazzato nel mostrare i test di un velivolo ancora in fase di sviluppo in scenari operativi. Si tratta del nuovissimo caccia di Putin, velivolo di quinta generazione considerata la risposta russa agli F-35. Stando a quanto affermato a metà ottobre dal vice ministro della Difesa Alexei Krivoruchko, i primi esemplari dovrebbero essere consegnati all’Aeronautica nell’ultima parte del 2019. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, il SU-57 è un caccia multiruolo monoposto e bimotore. Progettato per funzioni di superiorità aerea e supporto aereo, presenta le caratteristiche di un velivolo stealth per la bassa osservabilità. Il caccia avrebbe compiuto almeno dieci sortite sui cieli siriani, utilizzati dalla Russia esplicitamente per testare il velivolo in scenari combat. “Durante i voli – si legge sulla nota della Difesa russa – i piloti hanno verificato le performance del velivolo, il sistema di smart data management, e l’operatività dei sistemi di bordo, compresi armamenti ad alta temperatura”.

I DEBUTTI DELL’F-35

La stessa Siria aveva tra l’altro ospitato il debutto combat dell’F-35. A maggio di quest’anno, era stata l’Aeronautica di Israele a confermare quanto annunciato da alcuni organi di stampa: il ricorso a velivoli Adir (nomenclatura israeliana per i JSF) per almeno due bombardamenti nel territorio siriano. Per gli Stati Uniti, il debutto operativo è invece arrivato a settembre. Protagonisti gli F-35 B (versione a decollo corto e atterraggio verticale) in dotazione al Corpo dei Marines, utilizzati per il supporto alle operazioni di terra in Afghanistan.

IL FLYING COURSE AD AMENDOLA

In Italia, invece, gli F-35 sono per la prima volta protagonisti delle attività di volo del 4° Flying Course, che ha preso il via ieri ad Amendola, in provincia di Foggia. È organizzato dal Tactical Leadership Programme di Albacete, organismo militare internazionale a cui aderiscono dieci Paesi – compresi gli Stati Uniti e i maggiori alleati europei – che rappresenta oggi il polo di riferimento in ambito Nato nel settore dell’addestramento aero-tattico congiunto e nello sviluppo delle competenze di leadership. Il corso (se ne tengo quattro all’anno) è difatti rivolo in particolare ai futuri comandanti di missioni, chiamati a esercitarsi su operazioni aeree complesse. La sessione attuale, che si svolge nel nostro Paese, vede per la prima volta la partecipazione degli F-35, dispiegati dalla nostra Aeronautica insieme a tanti altri assetti, compresi i tanker KC-767°, i pattugliatori P-72A e gli elicotteri HH-101 e HH-212. Il Joint Strike Fighter, spiega la Forza armata italiana, “con le sue elevata capacità, che ne fanno un incredibile moltiplicatore di forze, è un esempio di come le tecnologie di quinta generazione riescono a conferire una rinnovata attualità agli altri sistemi attualmente disponibili nelle Forze armate.

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