“Corteggiando Jared Kushner: come i sauditi trovarono un amico alla Casa Bianca”. Con questo articolo il quotidiano americano The New York Times ha svelato domenica una serie di documenti (principalmente sms e email) che dimostrerebbero l’abile strategia della monarchia dell’Arabia Saudita per entrare in contatto con il governo di Donald Trump.
Secondo il Nyt, da più di due anni il principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs) è amico del giovane genero di Trump, l’imprenditore Jared Kushner. I motivi sarebbero due: consolidare il potere interno in Arabia Saudita e conquistare contemporaneamente il sostegno degli Stati Uniti per le politiche sul Medio Oriente, in modo da contenere il peso dell’Iran nella regione. Il quotidiano, inoltre, scrive che già dai primi mesi di governo molti funzionari della Casa Bianca avevano espresso preoccupazione perché “Kushner poteva essere manipolato dai sauditi”.
A causa dell’inesperienza di Kushner in politica estera, il Consiglio Nazionale di Sicurezza americano aveva imposto il controllo dei suoi contatti dopo la nomina a consigliere del governo per le questioni del Medio Oriente. Tuttavia, Kushner e Bin Salman avrebbero proseguito le loro comunicazioni in maniera indipendente. Soprattutto dopo l’uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi lo scorso 2 ottobre all’ambasciata dell’Arabia Saudita a Istanbul. Secondo fonti della Casa Bianca citate dal Nyt, infatti, Jared Kushner è diventato il difensore più importante del principe. E, di conseguenza lo è diventato il presidente Trump.
L’amicizia tra Kushner e il principe Mbs non è nata spontaneamente. Quando Trump ha vinto le elezioni a novembre del 2016, una delegazione saudita (composta da amici del principe) è arrivata negli Usa per elaborare un report. E dallo studio si era concluso che per avere un buon rapporto con Trump bisognava passare proprio attraverso il marito di Ivanka Trump. Kushner aveva poca conoscenza della situazione attuale in Medio Oriente, ma è uno spirito negoziatore. Sarebbe bastato fare un accordo sulla Palestina favorevole per Israele.
A marzo del 2017 Kushner, poi, è riuscito a coordinare un colloquio tra Trump e Mbs alla Casa Bianca, con un pranzo fuori protocollo. Il ricevimento è stato paragonato a quello riservato a capi di Stato. Martin Indyk , membro del Council of Foreign Relations, ha dichiarato al Nyt che “il rapporto tra Kushner e il principe saudita è la base fondamentale della politica estera di Trump in tutta la regione, non solo dell’Arabia Saudita”.
Sarebbe proprio da quel rapporto che è nata la fiducia dei sauditi nel processo di pace in Medio Oriente, il sostegno americano alla monarchia nel conflitto con il Qatar così come all’intervento saudita nello Yemen. Ad unirli sicuramente anche il confronto con l’Iran.