I fantasmi si possono allontanare. Basta non confondere una crisi bancaria con un’altra. Quella di Carige, per esempio (qui l’approfondimento di ieri) è ben diversa da quella di Mps o delle popolari venete. Ogni storia bancaria, ammette Corrado Sforza Fogliani, è cosa a sé stante. Diversi equilibri, diverse scelte. Il banchiere piacentino, alla guida dell’associazione delle banche popolari, approfitta delle feste natalizie per fare insieme a Formiche.net un punto della situazione sulle banche italiane e su certe distorsioni della vigilanza europea, che non mancano. Prima però, un po’ di storia (recente).
EFFETTO BCE SU CARIGE
La banca genovese si è vista affossare la ricapitalizzazione da 400 milioni necessaria dopo la crisi patrimoniale che ha colpito la banca. Ma il primo azionista, la famiglia Malacalza, non se l’è sentita di appoggiare l’operazione, astenendosi. Risultato, titolo in crollo verticale (ieri) e Bce irritata. Oggi però Carige ha rimbalzato con un sonoro +15%, anche grazie alla stessa vigilanza Ue, che ha deciso di aumentare il pressing sui soci affinché varino al più presto l’aumento per mettere in sicurezza la banca.
STORIE DIVERSE
Per Sforza Fogliani non c’è da fare confusione, guai a farlo. “Nel mondo bancario è sbagliato generalizzare, perché ogni istituto ha una sua storia, di successi e di errori. C’è una compagine societaria e ci sono degli amministratori, come nel caso di Genova. Sul quale farei due annotazioni. Punto primo, ci sono state delle scelte che hanno reso più difficile il cammino della banca. Secondo, è vero che la vigilanza Ue si è mossa per tempo, ma non è questo il punto”. Per il banchiere, la questione è un’altra. “Mi pare che ci siano divergenze evidenti tra gli azionisti e gli amministratori, questo sta creando dei problemi. L’aspetto tecnico, ovvero l’intervento della vigilanza, è marginale dinnanzi alla frattura management-soci”.
PIANO CON LA BORSA
Sforza Fogliani fa una riflessione anche sull’andamento schizofrenico della Borsa. “Il titolo Carige oggi segna un’impennata dopo la caduta di ieri giusto? Beh io dico che non c’è da dargli troppo peso. I mercati spesso interpretano la realtà in modo distorto, è qualcosa di umorale, spesso non allacciato alla realtà. E di questo bisogna tener conto”.
I GUAI DELLA VIGILANZA (UE)
La conversazione con Sforza Fogliani travalica il caso Carige e approda direttamente a Francoforte. Sono stati anni difficili per la vigilanza europea sulle grandi banche e qualche problemino nel meccanismo Bce alla fine è venuto fuori. “Qualcuno si è mai chiesto il perché della tanta attenzione della Bce verso il problema dello smaltimento degli npl detenuti dalle banche italiane, al cospetto di un certo disinteresse per un’altra bomba, non meno letale, quella dei derivati?”. Il numero uno di Assopopolari va dritto al punto. “Abbiamo la prima banca tedesca, Deutsche Bank (qui un focus di Formiche.net di pochi giorni fa) che è piena zeppa di derivati. E questo per chiara responsabilità del management. Invece in Italia abbiamo banche con bilanci intrisi di npl, in via di smaltimento grazie al cielo, i quali tuttavia non sono imputabili direttamente ai manager ma al cattivo andamento dell’economia che ha reso più difficile restituire i prestiti. Perché nessuno parla dei derivati tedeschi mentre a noi la vigilanza ci ha fatto pelo e contropelo? Ora qualcuno mi risponda”.
L’ANNO CHE VERRÀ
E il futuro? “Credo che il 2019 sarà un anno senza troppi problemi per le banche italiane. Certo il 2018 è stato duro, i banchieri si sono caricati dei costi dello spread per responsabilità non loro. E la crisi continua. Meno male che in manovra qualcuno ha messo una norma anti-spread (che consentirà alle Bcc di proteggere il proprio bilancio dalle oscillazioni dei mercati, ndr). Almeno hanno rimediato ai loro guai”.