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Grandi manovre Cdu. Chi punta su Merz come successore di Merkel

Merkel, Berlino

È iniziata la grande marcia di avvicinamento ad una stagione completamente nuova per la politica tedesca. L’anno zero del post merkelismo ha vissuto il suo primo momento topico con il cambio al vertice della Cdu: Annegret Kramp Karrembauer ha sconfitto di misura Friedrich Merz, che però ha molti sostenitori dalla sua parte, come il commissario europeo al bilancio Günther Oettinger. All’orizzonte la lotta per la leadership e per il cancellierato.

QUI OETTINGER

La decisione sul prossimo candidato cancelliere secondo Oettinger viene in effetti “prima di tutto” guardando al nuovo capo della Cdu, e il motivo è presto detto. Akk, secondo il commissario Ue , è “responsabile dell’orientamento programmatico e personale della Cdu”, per cui in teoria godrebbe di una corsia preferenziale per l’accesso alla candidatura. Ma “non c’è alcun automatismo”, ha aggiunto. Un passaggio che nel glossario politico tedesco, sempre molto attento a equilibri e political correct, significa un endorsement secco per Merz.

Secondo Oettinger la Cdu aveva bisogno “della competenza e dell’autorità di tutti e tre i candidati per la leadership del partito”. Quindi Merz dovrebbe rimanere una risorsa all’interno del partito, così come hanno osservato nei giorni immediatamente successivi all’assemblea di Amburgo anche le frange più liberali e più vicine alle imprese della Cdu, che lo vorrebbero già da subito come ministro nell’attuale governo.

CAMBIAMENTI

E, annusando l’aria, Oettinger ha sottolineato che “arriveranno cambiamenti nel governo federale, al più tardi nel 2021 con le prossime elezioni regolari al Bundestag, forse prima”. Questa la ragione per cui ha consigliato a Merz, in primis, di partecipare a un progetto di partito, ovvero all’interno di una commissione del programma o di un comitato consultivo di alto livello, così da avere la possibilità di influire successivamente, in quella fase decisiva che condurrà ai giochi che contano.

Da tempo circolano voci che dopo il passo indietro “autonomo” di Merkel dalla Cdu, arriverà anche quello dalla cancelleria, probabilmente nel 2020: per cui l’anno che si sta per aprire rivestirà una importanza primaria per definire strategie e mosse tattiche da attuare.

QUI MERZ

Non è stato casuale il fuoco di fila contro Merz non solo nelle settimane che hanno preceduto l’assemblea della Cdu, ma anche nei giorni immediatamente successivi ad Amburgo, quando Merkel ha lasciato trasparire la sua contrarietà a inglobarlo nell’esecutivo.

Il principale capo d’accusa nei suoi confronti riguarda la sua attività professionale: nonostante sia considerato il massimo esperto economico del suo partito, ha scontato su certi media e tra l’elettorato più perbenista la sua iper caratterizzazione con Blackrock, il colosso di private equity e hedge fund con cui ha collaborato.

POLITICA ECONOMICA

Il fatto che Blackrock sia un gestore patrimoniale, che gestisce anche un enorme investimento in fondi indicizzati, è stato utilizzato come clava socio-politica contro Merz. Il suo status di milionario è stato sbandierato come un conflitto di interesse principalmente sociale.

Quest’ultimo è stato membro del consiglio di sorveglianza, background che gli ha fatto notare più volte come il vero problema della Cdu sia stato la mancanza di politica economica in politica.

Lo ha ben osservato Stephan-Götz Richter sulla Der Tagesspiegel che oggi non ci sono più i pesi massimi creativi ed economici in politica come Erhard, Lambsdorff, Schiller, Strauss o Clement. È significativo che anche membri Cdu di lunga data che hanno avuto un enorme successo come imprenditori nel mercato mondiale (uno di questi è Martin Herrenknecht) si allontanino disperatamente dal partito. E la candidatura di Merz ha portato alla luce questo problema, quindi è stata avversata da chi nel recente passato non è riuscito a investire questa tendenza.

SCENARI

Buona parte della Cdu e del mondo delle imprese sostiene che Merz sia un “peso massimo” della politica economica: ha in mente infatti di semplificare il sistema fiscale anche allo scopo di attirare ancora più investimenti in terra tedesca, oltre che alleggerire la vita quotidiana delle pmi. Un altro tassello di quel racconto in controtendenza rispetto alla strategia di Akk che, secondo alcune ricostruzioni, non porterebbe la discontinuità richiesta dalla base dopo i risultati negativi in Assia e Baviera, che hanno causato il passo indietro della Cancelliera.

Tre gli scenari a cui attualmente gli sherpa stanno lavorando: Merz diventa ministro e Merkel programma la sua uscita di scena, per calmierare tutte le anime della Cdu; Merz non diventa ministro e quindi lavora ai fianchi di Akk per erodere la sua leadership, puntando ad una campagna elettorale per le europee che si trasformi nell’ultimo atto del governo Merkel; infine quello più intrigante ma al contempo il meno possibile: Merkel molla nel breve periodo. Con Merz a sfidare tutto e tutti pur di candidarsi a cancelliere già nel 2019.

twitter@FDepalo

 

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