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Perché la Grecia andrà a elezioni anticipate in febbraio

La Grecia è in campagna elettorale in vista delle probabilissime elezioni anticipate (si dice già in febbraio) e comunque prima delle europee di maggio. Nonostante il fatto che la troika sia ufficialmente andata via dai ministeri ateniesi, nel Paese c’è molta rassegnazione e poca vivacità commerciale: note positive i numeri record del turismo 2018 e la geopolitica con il nuovo ruolo in chiave energetica.

AL VOTO

La legislatura scade nell’ottobre 2019, ma i partiti sono pronti al voto: troppo grande la forbice tra popolo e istituzioni che, particolarmente in questo 2018, si è acuita per il divario tra promesse, status dei conti e vita reale dei cittadini. Da un lato i progressi di matrice economico-finanziaria, che stanno portando un avanzo primario del 3,9% del Pil con una crescita stimata del 2,5%.

Il bilancio del 2019 sarà di 1,1 miliardi di euro e, ad oggi, non dovrebbe contenere il temutissimo taglio delle pensioni già a partire dal primo gennaio, come da accordi con la troika. Una mossa evidentemente elettorale da parte del governo Syriza, che andrà comunque controbilanciata: si parla infatti di una prossima vendita di tre centrali a carbone, da parte della Grecia Public Power Corp. che ha avuto il nulla osta dalla Commissione Europea di estendere il termine per le offerte vincolanti a tre settimane.

Gli impianti in questione rientrano nel mega piano di privatizzazioni il cui obiettivo iniziale era di 50 milioni: al momento ne sono stati incassati meno della metà. Compresi i 2,5 miliardi pagati dalla tedesca Fraport per privatizzare ben 14 aeroporti regionali di isole gettonatissime nella stagione estiva. Inoltre la produzione industriale in ottobre è diminuita dell’1,1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, dopo un aumento delle ultime settimane.

QUI SYRIZA

Il partito al governo guidato da Alexis Tsipras se da un lato può rivendicare l’uscita del Paese dal programma di prestiti-ponte, dall’altro mostra i segni di questa “battaglia” finanziaria con i creditori internazionali di Fmi, Bce e Ue. Lo dimostrano i sondaggi che lo danno al secondo posto (al 20%) e con un netto calo di popolarità. Altro elemento di difficoltà risiede nell’accordo con Skopje sul nome Macedonia, che è stato contestato in Grecia da cittadini e associazioni di varie estrazioni politico-ideologiche.

Tsipras ha promesso due azioni: di non tagliare ancora le pensioni e di assumere 3200 lavoratori. I nuovi dipendenti a tempo indeterminato, annuncia, saranno pescati con il programma Home Help nei comuni in tutto il Paese e il bando sarà messo online a breve. Il premier lo ha definito “un atto di responsabilità agli occhi dei nostri concittadini che hanno un disperato bisogno”. Ignote al momento le coperture.

QUI NEA DIMOKRATIA

Sale ancora nei sondaggi il principale partito di opposizione, Nea Dimokratia, guidato dal 48enne Kyriakos Mitsotakis, atteso dal suo congresso nel prossimo fine settimana, alla presenza di un ospite d’eccezione: il candidato del Ppe alla commissione Ue, Manfred Weber. Mitsotakis, espressione della storica famiglia politica ellenica che ha dato al Paese un primo ministro e un ministro degli esteri, punta sull’abbattimento delle tasse prodotte dall’attuale governo e sulla creazione “liberale” di no tax zone per attrarre investitori stranieri.

Nd è dato di almeno cinque punti avanti a Syriza, ma secondo altre rilevazioni il distacco sarebbe maggiore. Dalla sua parte ha il fatto di trovarsi in una contingenza politica favorevole, viste le decisioni improntate all’austherity adottate dall’esecutivo di Tsipras. Contro, ha la vulgata che rappresenta la continuazione di una delle poche famiglie elitarie (assieme ai Papandreou) che guida la Grecia praticamente da sempre. Lo scorso anno Mitsotakis è stato più volte a Bruxelles e Berlino per accreditarsi con i vertici europei e per illustrare il suo modello di sviluppo per la Grecia post crisi.

È di ieri l’ultimo duro attacco in aula al premier Tsipras: “Tutta la vostra politica è una grande truffa, lei dice che non vuole tagliare le pensioni ma la verità è che ha scambiato Skopje con i nuovi tagli”.

QUI GRECIA

Ma nel Paese la crisi non è finita, anzi per certi versi è peggiorata. Detto del crollo del Pil quantificato nel 28% del suo valore assoluto e nella perdita secca del potere di acquisto di un terzo del valore per ogni greco, è la speranza a mancare tra cittadini e imprese. Le tasse sugli immobili sono considerate uno scoglio significativo dal 60% dei greci.

Una delle maggiori criticità si registra alla voce sanità, con i tagli al comparto pubblico che hanno toccato il 50%. In questi giorni sugli scudi c’è la vicenda di 40 bambini, di età compresa tra uno e dieci anni, che sono stati praticamente abbandonati nel nosocomio pediatrico di Aghia Sophia non avendo altre strutture adeguate dove essere allocati. Per loro si apre lo spettro di tempi lunghissimi per eventuali procedure di adozione, dal momento che nessuno sa dove poterli trasferire.

Di positivo c’è il versante legato al dossier idrocarburi e alla geopolitica. Non solo dalla Grecia transita il Tap, ma anche il gasdotto Eastmed è previsto tocchi suolo ellenico prima di deviare nel canale d’Otranto. Un’occasione di sviluppo le cui basi sono state gettate nell’ultimo biennio con il nuovo “gas group”, formato da Grecia, Israele, Cipro ed Egitto sotto la benedizione della Casa Bianca.

Proprio il Pentagono ha individuato in Grecia tre location dove impiantare mezzi e uomini per poter gestire la contingenza in Siria e, più in generale, godere di un avamposto logistico sul quadrante mediorientale e su quello euromediterraneo.

twitter@FDepalo

 

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