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Il Financial Times incorona Salvini premier. È “Italy’s de facto PM”

Europei, contrari all’Ue ma non all’Euro, tutti pazzi per Matteo Salvini. In un lungo editoriale il Financial Times mette a fuoco gli italiani ai tempi del governo gialloverde. Definisce Salvini “il premier di fatto dell’agenda politica italiana”, applaude alla sua sfacciata, cinica, efficace strategia politica e mediatica, lo incorona dominus della destra sovranista europea. Poi passa sotto la lente di ingrandimento l’euroscetticismo italiano, così diverso dal malcontento che pur ribolle nei Paesi membri. Più che euroscetticismo, a dire il vero, la parola giusta è disincanto. Quello delle generazioni di giovani italiani che hanno sentito meraviglie sull’Europa dai loro genitori, e hanno assistito con distacco alle (dis)avventure dell’Ue negli ultimi due decenni. L’introduzione dell’euro, l’allargamento ad Est, i Trattati di Lisbona. Poi la crisi, la disoccupazione e la stagnazione che hanno colpito l’Italia più di tanti Paesi del Sud. Di qui, appunto, il disincanto: solo il 23% dei giovani italiani si aspetta di ottenere uno status socio-economico migliore dei suoi genitori, è la cifra più bassa in Europa, dice un sondaggio firmato Census. Questa delusione ha un volto, spiega Miles Johnson sul FT. Quello di Vincenzo D’Amore, trentaquattrenne produttore di 500 kg di mozzarelle di bufala a settimana, 36 ettari di terreno e 800 animali. Oggi l’affare di famiglia, che ha più di cento anni, è cresciuto e se l’è vista con la concorrenza in Ue, uscendone malconcio. “Con i prezzi di certi tipi di mozzarella venduti nei supermarket europei non riusciresti a ripagare neanche il costo del latte” confida sconsolato il produttore al cronista. Susanna Ceccardi ha 32 anni ed è il sindaco di Cascina, fieramente leghista. Ne aveva 12 quando l’euro è stato introdotto nel 1999: “Mi sento europea da un punto di vista storico, non da un punto amministrativo o del management, perché l’Europa contraddice se stessa e i suoi valori” dice a Johnson.

SALVINI: DI FATTO IL PRIMO MINISTRO

Oggi la delusione, il risentimento, il senso di ingiustizia provocati dalla costruzione comunitaria hanno trovato una bandiera in Italia. La Lega vola alta nei sondaggi, sfora quota 30% e traina al successo delle europee tutta la famiglia euroscettica del Vecchio Continente. Matteo Salvini, riconosce il FT, ha compiuto un capolavoro politico. “Ha trasformato con successo la vecchia Lega Nord in un partito nazionale che trova supporto nel Centro e nel Sud del Paese in un modo che cinque anni fa sarebbe stato inimmaginabile”. Quello del quotidiano britannico sembra un vero e proprio endorsement al segretario della Lega: “Matteo Salvini – si legge in un ritaglio –  sarà anche il ministro dell’Interno e il capo del partito di minoranza nella coalizione di governo, ma per molti italiani il leader della Lega che domina l’agenda politica domestica è di fatto il primo ministro”. Un sondaggio di Repubblica ripreso dal FT fotografa bene la percezione che gli italiani hanno di Salvini: il 58% lo ritiene il vero capo del governo, Conte e Di Maio racimolano rispettivamente un 16% e un magro 14%. Il volano del successo salviniano, continua il FT, è la sua strategia comunicativa: “i suoi post giornalieri passano dal sottolineare i crimini commessi dai migranti in Italia a una foto di un dessert o del piatto di pasta che sta mangiando”.

IL 2,04% E IL BIVIO PER LA COMMISSIONE

Tutto ora converge a suo favore. Anche il clamoroso passo indietro del governo sulla manovra, ora si parla di un 2,04% di rapporto deficit-pil e non più del 2,4 (una scelta che ha divertito gli spin doctor e gli esperti di comunicazione), rischia di segnare un nuovo successo per Salvini. La Commissione è in una morsa, scrive Johnson: “deve trovare un equilibrio fra la fermezza contro quella che ha chiamato “una rottura senza precedenti delle regole sul budget” senza però fornire pretesti a Salvini per ulteriori attacchi a Bruxelles. A gettare benzina sul fuoco “il senso di ingiustizia prevalente in Italia secondo cui Bruxelles applica standard differenti alle altri capitali europee, che ora è stato infiammato dall’annuncio di Emmanuel Macron di un più alto deficit in Francia per calmare le furibonde proteste”. Ogni minuto che passa a tentennare fra Roma e Parigi la Commissione regala voti alla Lega di Salvini. “Un forte risultato alle elezioni europee vedrebbe Salvini solidificare il suo partito come la forza dominante della destra italiana, una posizione occupata in passato solo da Silvio Berlusconi”.

DI MAIO: IL LEADER DI UN PARTITO CON “POSIZIONI IDEOLOGICHE ECLETTICHE”

La compattezza del fronte sovranista non è la stessa del Movimento 5 Stelle, “un partito costituito di posizioni ideologiche eclettiche”, che resta pur sempre il megafono di un diffuso malcontento italiano contro Bruxelles e il key-player del governo gialloverde. “Di Maio – scrive il FT – è meno apertamente aggressivo contro Bruxelles rispetto a Salvini, ma insiste affinché le promesse elettorali del suo partito siano introdotte, piaccia o meno a Bruxelles”. Lo stesso leader grillino rappresenta lo stereotipo di “una generazione di italiani che ha lottato con un’alta disoccupazione giovanile e una percezione di assenza di opportunità”.

NON È TEMPO PER IL PIANO B

Tanto il malcontento intercettato da Salvini quanto la richiesta di welfare e assistenzialismo dell’elettorato di Di Maio, conclude il quotidiano britannico, fanno i conti con un paradosso tutto italiano. Sarà per la paura di dover riconvertire monete e banconote, sarà per la percezione di un salto nel vuoto che non piace ai più giovani, a chi ha un’impresa o un’attività commerciale, ma la maggioranza degli euroscettici italiani non sembra propensa ad uscire dall’euro. Lo dicono i sondaggi di Eurobarometro: “Il 59% degli italiani supporta la moneta unica”. Per il momento, lo sanno bene Salvini e Di Maio, conviene far rimanere l’uscita dall’euro un piano B.



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