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Vi racconto Europea, un progetto slow social

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Europea è una piattaforma on line, un progetto di un consorzio di centri studi sulla politica europea e internazionale e di altri enti (Iai, Ispi, Cespi, Centro Studi sul Federalismo, European Council for foreign relations – Roma, Villa Vigoni e Formiche). Europea è nata perché una ampia cerchia di persone di generazioni e esperienze diverse vuole contribuire alla circolazione di informazione indipendente sui temi europei. Non è un caso che il suo slogan di partenza sia “non abbiamo verità da vendere, ma proviamo a raccontare il rapporto tra Italia e Europa”: cercare elementi di approfondimento non significa rinunciare alle proprie convinzioni. E’ una opportunità per provare a inquadrarle meglio e per contribuire a un confronto meno esasperato del solito. Ci fa paura l’irrazionalità delle certezze assolute. Ci dà speranza la volontà di capire.

Europea da questo punto di vista vuole essere un progetto slow social. Crediamo che i social network, le reti sociali, possano incoraggiare riflessioni nel merito, oltre che degli scambi a un ritmo ragionevole e non ossessivo. Non è scritto da nessuna parte che i social debbano essere esclusivamente dei terreni di scontro permanente virtuale –il luogo di una vera e propria sublimazione dello scontro fisico. Talvolta sembrano un game center, piuttosto che uno spazio sociale. La virtualità può essere un luogo d’incontro e confronto, dove razionalità, complessità e semplicità possono contaminarsi a vicenda. Questo avviene se non ci prendiamo troppo sul serio, pur parlando di cose serie. Da questo punto di vista anche la materia delle politiche europee si presta. In fondo l’Europa è passione e studio, ma anche speranza, libertà e leggerezza. Speriamo davvero che Europea, nel suo piccolo, possa essere social, ma anche slow.

Europea non vuole ripetere il lavoro fatto da altri, dalle Istituzioni europee e da tante realtà autonome, e spesso fatto molto bene e meglio di come possiamo fare noi. Ma può essere un valore aggiunto, un riferimento per moltiplicare l’impatto del lavoro di chi, in contesti diversi, si sforza di fare delle analisi fondate. Per questo Europea è un progetto aperto alla partecipazione di singoli, penso anche a personalità del mondo dell’informazione e della cultura, e di altri centri studi, associazioni e movimenti – a partire dal Movimento europeo e realtà associative studentesche e di formazione culturale e scientifica. Il progetto vuole promuovere insomma le sinergie tra le tante iniziative di informazione in corso.

Europea vuole stimolare una discussione sul futuro del nostro paese in Europa. Perché il legame tra Italia e Unione Europea è la base per potere agire nel mondo di oggi e ancora di più nel mondo di domani. Non ci rendiamo conto di quanto poco parliamo di futuro, e di quanto invece sia indispensabile pensare senza pregiudizi all’Europa e all’Italia che immaginiamo, e che immaginano persone di ambienti diversi, di età diverse.

Siamo partiti nel giorno della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, perché la dimensione dei diritti è la base più profonda dell’Europa. Abbiamo poi aderito con convinzione alla campagna del Parlamento europeo “stavolta voto”, che promuove la partecipazione alle europee. L’attacco a Strasburgo, e la morte del giovane Antonio Megalizzi ci hanno colpito profondamente. Questi fatti così tristi hanno aggiunto ancora più motivazioni per questo progetto, che è fatto principalmente da coetanei di Antonio. C’è una ampia generazione che guarda al mondo e all’Europa unita come una speranza di progresso, e che ascolta volentieri l’esperienza di chi in altri tempi ha coltivato la stessa speranza, e lavorato per renderla concreta. Europea è nata per questo.

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