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Affari e intrecci targati Ppe dietro la visita di Merkel ad Atene

Una due giorni di incontri e di intrecci (politici e finanziari) per disegnare il 2019 non solo greco ma del versante mediterraneo e balcanico. Questa la traccia della visita della cancelliera Angela Merkel ad Atene, quattro anni dopo l’ultimo viaggio ufficiale, in un contesto sì difficile ma differente. Nel 2014 la capitale ellenica accolse frau Angela in un clima di guerriglia urbana, con la zona rossa estesa per diverse centinaia di metri, con i manifestanti tenuti lontano e un cordone di sicurezza di settemila uomini.

QUI ATENE

Privatizzazioni, pil, caso Fyrom, gasdotti e futuro del Ppe: ecco il menù al centro degli incontri che si snoderanno per due giorni. Prima tappa la presidenza della Repubblica, con il popolare Procopios Pavlopulos, poi il megaro Maximos per il pranzo con il premier Alexis Tsipras, infine il bilaterale targato Ppe con il leader dell’opposizione di Nea Dimokratia, Kyriakos Mytsotakis, ospitato pochi giorni fa dal meeting della Csu in Baviera.

In primo piano l’accordo di Prespa con il punto di contatto individuato da Atene e Skopje sul nome per Fyrom ma aspramente contesato dai cittadini di entrambi i Paesi: per questo la stampa tedesca definisce il viaggio una “missione difficile” per via delle ripercussioni in chiave Ue e Nato sul costone balcanico. “Il governo tedesco accoglie favorevolmente l’accordo di Prespa e spera di risolvere una disputa decennale”, è la posizione ufficiale di Berlino, ma le ombre non mancano.

AFFARI

Significativo sarà il meeting che la cancelliera avrà con una serie di imprese greche. Gli aeroporti regionali sono già stati privatizzati, con la Fraport di Francoforte che si è aggiudicata 14 scali per 2,5 miliardi di euro. La prospettiva è di implementare la presenza tedesca, alla luce della disponibilità manifestata da Tsipras sul fronte migranti, con un focus particolare che sarà acceso su turismo, risorse naturali, information and communication technology, smart city.

Le privatizzazioni saranno al centro di molti tavoli: inizialmente il memorandum prevedeva di raggranellare 50 miliardi dalla cessione degli asset, ma è un obiettivo clamorosamente mancato. Dal momento che la ricapitalizzazione delle banche è costata alla Grecia 5,5 miliardi di euro e quindi molto meno dei precedenti 25 miliardi di euro, l’obiettivo di 50 miliardi di euro “è cambiato di fatto”, si sono difesi dal governo.

Ma sui 50 preventivati se ne sono raggiunti meno di 15. I dati ellenici oggi dicono che il pil si è ridotto del 25 percento; la disoccupazione oscilla intorno al 20%, nonostante l’emigrazione di 500.000 greci, mentre quella giovanile è al doppio; il suicidio e la depressione aumentano costantemente; il rapporto debito pil è al 180%.

SI VOTA

Non è passata inosservata la contingenza elettorale che si snoda, tanto a Bruxelles quanto ad Atene. La Grecia andrà ad elezioni anticipate, verosimilmente tra marzo e maggio (in questi giorni si dice assieme alle europee) con i partiti al governo in forte difficoltà. L’opposizione di Nuova Democrazia ha un link ormai da anni con i partiti conservatori tedeschi (Cdu e Csu), non solo perché tutti membri del Ppe, ma perché la famiglia Mytsotakis vanta un rapporto di lungo corso con la nomenklatura tedesca.

Secondo fonti parlamentari Mytsotakis ribadirà a Merkel le posizioni critiche del suo partito sull’accordo di Prespa che non ratificherà. La Grecia, ha osservato al termine del vertice di ieri con il gruppo parlamentare, ha bisogno di un governo forte e non di un governo di minoranza, sottolineando che finché Tsipras rimarrà al potere, il Paese verrà danneggiato.

SCENARI

Secondo il responsabile economico di Nd Christos Staikouras il superamento degli obiettivi di bilancio, con la tassazione eccessiva sulle famiglie e le imprese, e il ritardo nella spesa per gli investimenti minano le prospettive di crescita del paese.

La replica di Syriza si ritrova nelle misure sociali annunciate da Tsipras: il mancato taglio delle pensioni dallo scorso 1 gennaio, il bonus per agricoltori, un dividendo sociale di 1300 euro per 1,4 milioni di famiglie, gli incentivi per carburanti con il rischio di vanificare gli sforzi effettuati sino ad ora.

Sullo sfondo le previsioni dell’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, secondo cui il governo Tsipras porta in grembo il rischio di un “quarto memorandum”, che sarà “il peggiore di tutti” perché invece di “prendere in prestito e far finta che paghiamo il debito, abbiamo rinviato il pagamento fino a 2030, mentre l’eccedenza è prevista solo entro il 2060”.

twitter@FDepalo


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