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Da Mps a Carige, che cosa non funziona ancora nelle banche italiane

Carige

Le banche, croce e delizia dell’economia italiana. Capire l’origine dei disastri bancari degli ultimi anni, a cominciare da Mps, passando per le popolari venete fino ad arrivare a Carige, può aiutare a non ripetere gli errori. Questa la chiave di volta del dibattito in scena ieri sera alla Camera e promosso dall’associazione Riformismo&Libertà Le crisi bancarie e i limiti dell’attuale politica economica, al quale hanno preso parte economisti del calibro di Gianfranco Polillo ma anche Ernesto Auci, Marco Cecchini, il dem Ettore Rosato e poi Gianfranco Torriero Fabrizio Cicchitto.

Primo problema, le dimensioni del sistema bancario. “Oggi in Italia abbiamo solo due global player, Intesa e Unicredit che da sole rappresentano il 70% della capitalizzazione di Borsa, mentre il resto è spalmato su dieci istituti. E questo dà la cifra della profonda asimmetria del sistema bancario italiano”, ha spiegato Polillo. “A tutto questo si aggiunge che dall’insediamento del governo Conte il sistema bancario ha perso 26 miliardi di euro. Dov’è il problema? Nel timore che questa crisi finisca per affossare ulteriormente il comparto produttivo”.

A corroborare tale tesi, ed ecco il secondo problema, c’è il fatto che “gli istituti sembrano orientati a concedere più prestiti a quei settori che danno maggiori garanzie e non quindi alle pmi. E questo per un Paese che vive di pmi è un problema. Mi pare prematuro”, ha proseguito Polillo, “parlare di credit crunch, ma le condizioni ci sono tutte”.

Polillo ha poi bocciato l’ipotesi di una nazionalizzazione di Carige. “Fare oggi una banca nazionale, dopo che con Mps si è perso molto del valore, per giunta con una banca molto più grossa, mi sembra una follia. Perché parliamo di un istituto dieci volte più piccolo di Mps”. Il vicedirettore generale dell’Abi, Torriero, ha poi affrontato il delicato tema degli npl, sollevando un terzo problema, su cui c’è stata un eccesso di normativa, attraverso la stratificazione delle diverse autorità: “la Banca d’Italia, la Bce, l’Eba. Stiamo da tempo chiedendo una maggiore coerenza tra la normativa primaria e secondaria. Gli npl sono un caso, così come lo sono anche le risoluzioni bancarie”, tema che chiama direttamente in causa Carige. “Qual è il possibile contagio quando vengono affrontate simili situazioni? Diventa essenziale intercettare il problema fin da subito per evitare problemi per il sistema finanziario”.

Sul tema banche è intervenuto anche Ettore Rosato, vicepresidente della Camera in quota Pd che ha sottolineato il delicato tema della tutela del risparmiatore dinnanzi ai crack bancari. “Bisogna riconoscere il lavoro svolto in questi anni, anche relativamente al recupero delle sofferenze degli istituti. Non solo, abbiamo anche abbattuto lo spread, che vuol dire anche avere più risorse per il Paese, da redistribuire”.

“Tutto il contrario di quello che accade oggi, dove si va verso una decrescita felice, come la chiama questo governo. Tornando alle banche, ricordo come la vicenda delle quattro banche (Chieti, Marche, Ferrara ed Etruria, ndr) lascia aperto un quesito. E cioè che chi investe in un’impresa manifatturiera ha destino spesso diverso da chi investe nelle banche perché in quest’ultimo caso se il risparmiatore perde tutto è colpa di chi amministra la banca dunque non c’è una responsabilità del risparmiatore. E allora forse occorrerebbe parlare anche di controllo sulle banche”.

 

 

 

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