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Lo spazio narrativo di Conte tra gli estremismi di Salvini e Di Maio. L’analisi di Risso

“Lo spazio di Conte è uno spazio narrativo, non politico, quello di ritagliarsi un ruolo di persona capace di governare, uomo politico di buon senso, tra i due vicepremier che sono anche leader di partito”. Non ha dubbi Enzo Risso, direttore scientifico dell’Istituto di sondaggi Swg, il nuovo protagonismo del premier non apre spazi per un “partito di Conte”, ma piuttosto lo posiziona in modo sempre più evidente alla guida del governo gialloverde. Il consenso di Conte, poi, aiuta il Movimento 5 Stelle in un momento di crisi del suo leader, Luigi Di Maio, alle prese con temi caldi come trivelle, Tav, Tap e lavoro. Le elezioni europee di maggio? Saranno il primo vero esame per Lega e 5 Stelle e i leader dei due partiti lo sanno bene.

Professore, la presenza mediatica di Conte sembra aver cambiato forma: più ampia e diplomatica. Volendo ipotizzare un “partito di Conte”, ci sarebbe uno spazio elettorale?

No.

Perché?

Perché Giuseppe Conte è espressione dei 5 Stelle e il suo spazio elettorale sarebbe uno spazio che va a collocarsi all’interno di un universo moderato già coperto da altri partiti. L’1% non si nega a nessuno, ma sarebbe un partito dell’1-2%, eventualmente.

La settimana scorsa si parlava di una maggiore fiducia degli italiani nelle istituzioni, dopo anni di grande sfiducia. Può essere dovuto anche alla figura istituzionale del premier?

No, anche questa volta la risposta è negativa, le spiego perché. In questo periodo i partiti che prima erano contrari alle istituzioni e le sentivano lontane sono arrivati al governo. C’è quindi uno spostamento dell’elettorato di Lega e 5 Stelle nei confronti delle istituzioni dall’essere completamente contrari al sentirsi a loro più vicini, perché hanno i propri rappresentanti al governo.

Come va la fiducia degli italiani verso le tre figure primarie di questo governo, ossia Conte, Di Maio e Salvini?

La fiducia in Conte è molto positiva, siamo attorno al 44%, sotto quella che gli italiani hanno in Salvini che è del 47%, ma sopra quella di Di Maio che è al 32%. L’efficacia del governo invece è ferma intorno al 41%, e si deve tenere presente che era partita tra giugno e luglio al 54%. C’è stata una lenta discesa verso il basso nella fiducia. Ma tornando a Conte, il cambio nella comunicazione è dovuto principalmente a due fattori.

Quali?

Da un lato mostrare e dimostrare che lui è un personaggio, un attore politico e non una comparsa; dall’altra parte è un tentativo di andare a inserirsi sull’appannamento di immagine di Di Maio, che aveva un livello di fiducia, a settembre, che era del 44% mentre oggi siamo tra il 31 e il 32%, una fase di calo della fiducia nel leader dei 5 Stelle. In questo momento, Di Maio, si trova a fare i conti con temi come quello delle trivellazioni, della Tav, quello delle grandi opere o delle dinamiche del lavoro che sono materia scottante nelle sue mani. L’attivismo di Conte, quindi, è più un distinguersi dai due vicepremier per dimostrare che lui è il primo ministro e ha una sua identità e autonomia e dall’altra parte al tentativo di coprire il calo di consensi e di appeal del leader dei 5 Stelle.

Anche gli ultimi dati di Swg danno sia Lega che 5 Stelle in calo. Sono percentuali molto piccole, ma è l’inizio di una possibile discesa nei consensi?

Stiamo parlando di zero virgola, e siamo in una fase di assestamento post legge di bilancio. C’è un dato di fondo: se noi guardiamo le dinamiche lunghe sappiamo che la Lega ha preso, il 4 marzo, il 17% e oggi è sopra il 30. Il Movimento 5 Stelle ha preso il 32% e ora è sotto il 27%. Queste sono le dinamiche lunghe, cioè un partito come i 5 Stelle che è il leggera flessione e un partito come la Lega che ha capitalizzato la sua vittoria elettorale. Da qui alle europee si alzeranno i toni del confronto perché entrambi i partiti cercheranno di fare il pieno dei consensi e entrambi i leader sanno che verranno giudicati in base alla percentuale che alle europee verrà presa dai loro rispettivi partiti confrontata con quella che hanno preso a marzo. In questo quadro è ovvio che il tentativo di Conte è quello di avere una posizione governista, cioè di apparire come un soggetto capace di governare mediando le estremizzazioni degli altri. Questo è il suo spazio narrativo.

Sarà così anche nei prossimi mesi, in previsione della campagna elettorale per le europee?

Nei prossimi mesi lo spazio narrativo di Conte, considerato che gli altri due saranno in campagna elettorale, sarà proprio questo: fare il mediatore e moderatore.

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